In questo contesto, legato alla pluralità delle soluzioni, che cosa sta facendo Enilive già oggi?
Già oggi sono oltre 1.300, supereremo le 1.500 stazioni di servizio Enilive Station, in cui si può scegliere come alimentare il proprio viaggio.
Ci sono le colonnine elettriche per le ricariche delle auto elettriche, c’è una proposta relativa al biometano, ci sono i biocarburanti. L’HVOlution, il nome commerciale, è un biocarburante in purezza, fatto al 100% da materie prime rinnovabili.
Perché lo possiamo distribuire oggi? Uno, perché lo produciamo e perché viene prodotto. Due, perché i biocarburanti hanno due caratteristiche, se volete, piuttosto uniche rispetto alle alternative. La prima: possono essere utilizzati in tutti i settori dei trasporti con il parco mezzi attuale, che sia trasporto leggero, pesante, marittimo, aereo.
E la seconda è che vengono distribuiti con le attuali infrastrutture. È per questo che noi a fine anno arriveremo a 1.500 stazioni di servizio, ma poi possiamo crescere in base all’evoluzione della domanda. L’infrastruttura c’è. Questo che cosa implica? Implica che il biocarburante è sì una soluzione sostenibile per ciò che riguarda l’impatto ambientale — quindi c’è una sostenibilità di carattere ambientale fondamentale — ma non è l’unica.
La sostenibilità nel suo insieme deve indirizzare anche la tematica sociale e anche quella economica. La transizione energetica avrà successo se sarà in grado di sviluppare dei business legati alla transizione, sostenibili. Questi elementi che caratterizzano i biocarburanti vanno in quella direzione. Che ruolo hanno e avranno i biocarburanti? Innanzitutto hanno un ruolo di accompagnamento allo sviluppo di altre tecnologie, come l’elettrico.
Ci sarà una commistione di tecnologie proprio per valorizzare le risorse finite. Non si fa dall’oggi al domani, c’è una transizione di evoluzione e i biocarburanti la supportano. Sono soluzioni strutturali di lungo periodo per i settori cosiddetti hard-to-abate. Questa è la prospettiva e il ruolo dei biocarburanti e in questo contesto, sempre per essere pragmatici e concreti, già oggi 1,6 milioni di tonnellate di capacità disponibili tramite due bioraffinerie in Italia, Gela e Venezia, che derivano da riconversioni — quindi valorizzazione di asset e di professionalità esistenti, sostenibilità integrata — una terza bioraffineria in fase di sviluppo a Livorno, altra riconversione, e ulteriori bioraffinerie in fase di studio per raggiungere un obiettivo al 2030 di oltre 5 milioni di tonnellate.
In tutto ciò, focalizzandosi non solo sul trasporto su strada, come dicevo, ma anche sul trasporto marittimo e sul trasporto aereo, produrremo anche il Biojet, il SAF (Sustainable Aviation Fuel), lo faremo in modo flessibile per seguire quella che è l’evoluzione della domanda, in modo tale da dare una risposta concreta alla transizione energetica nel contesto della decarbonizzazione del settore dei trasporti nel modo più efficiente ed efficace possibile.