Quali sono le azioni di Isin, in prospettiva, per conformarsi al modello di Autorità regolatoria di cui ci sará bisogno nel nuovo programma nucleare italiano?
Grazie intanto all’Onorevole Squeri per l’introduzione, per il cortese coinvolgimento e l’attenzione sempre puntuale verso l’Ispettorato.
Il dibattito di questi due anni, che è stato tante volte richiamato, ci ha visto come autorità competente regolatoria — che attualmente è competente per le materie della sicurezza nucleare e della radioprotezione — ci ha sempre visto doverosamente esterni al dibattito, in una posizione di studio, di disponibilità all’ascolto, ma in qualche modo avulsi da qualunque contesto che potesse in qualche modo influenzare il dibattito.
Noi sappiamo che l’autorità regolatoria è uno dei temi sensibili del disegno di legge sul nucleare sostenibile, però crediamo che il modo migliore per essere considerati pronti a diventare un patrimonio per il nostro Paese, per il domani, nell’ambito del nuovo progetto sul nucleare che eventualmente potrà partire, il modo migliore è farci trovare pronti oggi, cioè dare quotidianamente l’interpretazione migliore di noi.
Questo significa poter assolvere a quelle funzioni, a quelle attribuzioni che l’Ispettorato ha da dieci anni — quindi in un’epoca in cui il dibattito attuale era molto di là da venire, però l’Ispettorato nacque nel 2014 su una richiesta dell’Europa — e noi in questi undici anni abbiamo portato avanti tutte quelle attività autorizzative e di controllo per il nucleare di oggi.
Troppe volte ho l’impressione che, quando si parla di nucleare, siamo concentrati a vedere il punto di partenza oggi verso il futuro.
In realtà, l’oggi è già ricco di connotazioni e in qualche modo il tema dell’accettabilità sociale del nucleare, che oggi è molto sentito, nasce da un vulnus che è legato al fatto che molte volte i cittadini, e qualche volta purtroppo anche le istituzioni, hanno poca consapevolezza di quanto è importante l’utilizzo dell’energia nucleare, l’utilizzo pacifico dell’energia nucleare oggi in Italia, di quanto impatta in tanti settori che sono nevralgici.
Crediamo che comunicare ai cittadini che esiste già oggi un’autorità di sicurezza che garantisce la sicurezza nucleare e la radioprotezione in tanti settori così importanti per loro — pensiamo all’ambito medico, pensiamo all’ambito industriale, della ricerca — portare a livello comunicativo il fatto che c’è un sistema di regole universalmente riconosciuto, internazionalmente accreditato, e che in qualche modo c’è un’autorità di controllo che si fa garante che quel sistema di regole viene rispettato e viene portato avanti quotidianamente all’interno del nostro Paese, crediamo che sia un elemento che possa fare la differenza nella consapevolezza del nucleare di oggi.
Perché la consapevolezza dell’oggi apre la maggiore disponibilità alle sfide di domani. Quindi noi cerchiamo di operare ogni giorno nel verso delle attribuzioni che ci sono state date dalla norma e cerchiamo di farlo proprio per renderci disponibili per le sfide di domani con un approccio che ritengo debba essere moderno.
Ha ragione l’amico Artizzu quando dice che l’enfatizzazione dei problemi non è il modo migliore per fare la sicurezza. La sicurezza non si vince ponendo sempre di fronte a noi problemi più grandi per frenare. La sicurezza è una sfida che si vince accelerando tutti insieme. Il che significa che un’autorità regolatoria come ISIN non deve lavorare sull’enfatizzazione dei problemi, ma deve farsi sentire disponibile dalle componenti di sistema per aiutarle a trovare delle soluzioni ai problemi.
Il rispetto delle regole di sicurezza è una cosa che possiamo fare tutti insieme, non deve essere frustrante verso nessuno. Ecco perché l’autorità deve essere disponibile al dialogo. Non ci imbarazza essere trasparenti nei confronti degli stakeholder, non ci può imbarazzare aprire i tavoli tecnici con i portatori di interessi.
Ci può imbarazzare se alimentiamo diffidenza intorno a noi. Invece, il tema è quello di avere fiducia nell’autorità di sicurezza, perché è un elemento di garanzia per i cittadini e perché può aiutare a vincere le sfide di domani. Per il domani, noi chiediamo che siano fatte quanto prima le scelte sulle tecnologie, perché dalle scelte sulle tecnologie partirà lo sviluppo di tutte quelle attività autorizzative e di vigilanza che la nuova autorità rafforzata dovrà portare avanti.
Perché noi non potremo procedere da soli: dovremo aiutarci con dei modelli di riferimento, dovremo creare delle partnership con altre autorità regolatorie di altri Paesi. Tutto questo, prima partiamo, prima riusciamo a farlo.
Anche perché, prima riusciamo a farlo, prima riusciamo a blindare i nostri talenti, perché ne abbiamo tanti, e ad attrarne di nuovi.
Perché così saremo più pronti, davvero, per le sfide di domani.