Lei crede che l’Italia abbia da guadagnare sull’uso dei carburanti alternativi anche sul tema del trasporto pesante. Ritiene che possa essere un percorso che noi continueremo? Anche la nostra industria continuerà?
Sì, grazie. Intanto anch’io voglio ringraziare Forza Italia e l’On. Squeri perché ha messo al centro del dibattito uno dei temi più cruciali per l’economia europea. Io voglio partire da una considerazione.
C’era stamattina anche il Senatore Gasparri, adesso si è assentato. Stamattina c’è stato il convegno di Assarmatori, che è l’associazione più grande delle compagnie armatoriali che aderisce a Conftrasporto e Confcommercio. E sono venuti a quest’annual meeting importanti esponenti di questo governo. C’era anche il Vice Presidente del Consiglio, l’On. Tajani, c’è stato un collegamento del Presidente del Consiglio, c’era il Ministro delle Attività Produttive.
E tutti hanno convenuto sul fatto che tutta la regolamentazione europea sul Green Deal è una regolamentazione dannosa, è una regolamentazione che è oggetto di una ideologia, che non è sostenibile e che quindi bisognerebbe fare qualcosa per cambiare. Vi racconto il secondo episodio. Siamo stati alla vigilia dell’insediamento del nuovo Consiglio europeo. Conftrasporto insieme a Confcommercio ha incontrato il Ministro Fitto.
Ed erano le ore in cui si stava discutendo di una possibile revisione. Siamo stati dal Ministro Fitto che ci aveva detto: “Siamo speranzosi che si possano rivedere le regole del Green Deal”. Il giorno dopo, due giorni dopo, non è cambiato niente. Allora guardate, noi siamo molto preoccupati, perché questa cosa non è sostenibile. Perché si fa tutta questa cosa sul Green Deal? Perché si vuole inquinare meno.
Ma ci siamo tutti quanti resi conto che a livello globale si inquina di più? Perché nel mentre l’Europa sta dicendo che dobbiamo andare ad aria, più o meno — perché per i camion significa questo, ma anche per le navi, perché se qualcuno pensa di fare le navi a idrogeno vuol dire, insomma, è un pazzo, uno che vuole fare un attentato — mentre noi stiamo decidendo di andare ad aria, in Cina il consumo di carbone aumenta in maniera spropositata. E i confini sul mondo per l’inquinamento non esistono, non è che mettiamo le barriere. Quindi noi non inquiniamo, ma qualcun altro sta inquinando più di prima.
Quindi noi speriamo che qualcuno si renda conto dei danni che si sono prodotti. Stamattina è stato detto dal nostro Presidente di Assarmatori che per effetto dell’ETS, che è questo sistema che prevede una tassazione per i porti italiani, la più grande compagnia del mondo, che ha investito a Gioia Tauro e che abbiamo pregato per venire ad investire a Gioia Tauro, se continua così andrà in Africa. Allora di che cosa stiamo parlando? Di che cosa stiamo parlando? Sui camion. Allora, un camion, qui c’è Stellantis, c’è Volkswagen, mi potranno dire, un camion termico costa più o meno 120.000 euro. Un camion elettrico, ci vogliono 400.000 euro. Ma qualcuno può pensare che compriamo i camion elettrici? Il pacco batterie pesa 8 tonnellate, ha un’autonomia di 8 ore. E che faccio io, dopo 8 ore il camion lo fermo in autostrada e lo metto a caricare, così parto il giorno dopo? Guardate, siamo di fronte a delle questioni che non si capiscono.
Quello che noi diciamo è: neutralità tecnologica, uno, quindi devono essere utilizzabili tutte le fonti. Carburanti biologici, biocarburanti, ma ce li abbiamo, funzionano e vanno in tutti i camion e in tutte le reti di distribuzione. Per quale motivo non si fa la battaglia sui biocarburanti? Li stiamo già usando. Allora, noi siamo veramente increduli.
La cosa che ci preoccupa di più, perché io credo che questo governo, certamente per le dimostrazioni che ci ha dato, è convinto del fatto che questa non è un’operazione sostenibile. Ma abbiamo un problema a livello europeo. Siamo preoccupati dal fatto che a livello europeo noi, ma in buona compagnia, non siamo riusciti a far comprendere che questa strada non è la strada giusta.
Quindi, quello che noi diciamo è: neutralità tecnologica, utilizzo di biocarburanti, e cerchiamo di essere un po’ più pratici. Perché l’energia in Italia già la paghiamo molto di più. Se ci aggiungiamo anche tutte queste regolamentazioni che non servono ad inquinare meno — non servono ad inquinare meno perché si sta inquinando in un’altra parte del mondo, le macchine non le facciamo più in Europa, le sta facendo la Cina, quindi qualcuno inquina dall’altro lato.
Quindi noi siamo veramente increduli, preoccupati, speriamo che a livello europeo si riesca quantomeno a rettificare questa strada, perché se no ci facciamo solo del male.
Grazie.