Alla luce del recepimento della direttiva europea “Case Green”, quale contributo possono dare le ESCo per evitare la perdita di competitività industriale nazionale? Qual è il vostro suggerimento per il legislatore, a partire dalla normativa fino al tema degli incentivi?
Grazie a tutti.
Volevo ringraziare anch’io l’Onorevole Squeri e Forza Italia per avermi invitato, per aver veramente dedicato un panel solo al tema “efficienza energetica”, proprio per dare evidenza a quello che è il contributo che questo settore, che questo comparto, può dare alla politica energetica italiana.
Ma soprattutto mette in evidenza il fatto che “efficienza energetica” vuol dire operatori che fanno questo di mestiere, vuol dire un comparto che ha le competenze per poterlo fare, poi integrandosi — non me ne voglia la Brancaccio di ANCE — quindi con altre realtà che fanno un mestiere diverso e complementare al nostro, ma che ha davvero delle sue specificità, che a volte, come già accennato anche dalle associazioni, non vengono sempre prese in considerazione.
E in questo senso, il contributo che noi possiamo dare viene in qualche modo limitato. Pensiamo solo agli incentivi sull’Industria 5.0: all’inizio le ESCo non erano parte, non erano considerate come beneficiari di questo intervento, e la manovra ha fatto fatica a partire. Quando le ESCo sono entrate, hanno dato un grande impulso. Diciamo che è un settore che può essere, e quindi qua rispondo alla domanda, “qual è il vostro contributo?”. Il nostro contributo è un contributo di impulso e di volano.
Cioè, riusciamo non solo a utilizzare incentivi che non sono destinati in maniera sussidiaria al settore, destinati ad altri settori e ad altre attività, ma riusciamo ad amplificarne la potenza, la potenzialità, aggiungendo finanza, competenza e soprattutto, visto che è stato un tema toccato molto spesso, sulla tempistica, dando e assicurando tempi certi.
Perché la nostra formula contrattuale con cui regoliamo il nostro servizio prevede un incentivo, anzi, molto più che un incentivo, perché noi veniamo remunerati non solo in base a, ma anche se portiamo l’efficienza che abbiamo previsto di portare — perché altrimenti ci portiamo a casa una perdita e quindi assumiamo noi il rischio — ma soprattutto abbiamo tutto l’interesse a rispettare in maniera super puntuale i tempi, perché viceversa, nuovamente, generiamo al nostro settore una perdita.
Quindi, in qualche modo, possiamo essere visti, e vorremmo essere visti dalle istituzioni, come anche un garante che, in alcuni incentivi, abbiamo visto è mancato come figura. Una figura di garanzia del risultato, dei tempi, ma anche dei modi con cui fare le cose. Per cui ci vogliono professionalità, ci vogliono competenze, ci vogliono anche certificazioni.
Questo è quello che il nostro comparto può fare. Unito al fatto che, come hanno detto nel panel precedente con la carrellata di rinnovabili, l’efficienza energetica è essa stessa una rinnovabile, nel senso che è una fonte green di energia, perché, come detto più volte, è la prima fonte ovviamente sostenibile, quella che io non consumo.
Ma si integra anche in maniera importante con tutte le altre fonti rinnovabili, che danno non solo una riduzione delle emissioni, e quindi una compliance verso le direttive europee, ma danno anche competitività.
Perché oggi abbiamo parlato molto, anche nella sua domanda, degli immobili residenziali e degli immobili pubblici, ma noi parliamo anche dell’industria italiana, del settore terziario italiano, che ha bisogno di recuperare competitività.
E questo può avvenire anche e soprattutto attraverso una riduzione del costo energetico, costo che è fatto da prezzo per quantità. Noi riduciamo la quantità.
Grazie.