Grazie e buongiorno.
Parlo fuori dagli schemi. Vorrei iniziare parlando, appunto, del titolo, che è “Stati Generali dell’Energia”, non “della Potenza”, attenzione, perché, ritornando ad alcuni colleghi, lo sanno bene, al rigore scientifico che deve caratterizzare questo dibattito, spesso si fa tanta confusione. Ci sono pseudo-esperti che nascono come i funghi nei dibattiti, anche giornalistici, che confondono questi aspetti che invece sono fondamentali. È l’energia la vera cosa importante, che ci porta alla decarbonizzazione.
E allora permettetemi di ricordare cinque personaggi illustri, tre italiani e due inglesi, che hanno fatto la storia dell’energia dell’umanità. Partirei, appunto, dal primo, che è Watt, che ha inventato la macchina a vapore, trasformando quella che era la potenza dei cavalli in potenza del vapore, utilizzando il carbone, utilizzando i combustibili fossili, e da lì, dalla fine del Settecento in poi, in duecento anni l’umanità conosce uno sviluppo che non aveva mai conosciuto.
Se siamo arrivati a otto miliardi e più di persone, se abbiamo tutti anche l’aria condizionata, lo dobbiamo forse a quest’inizio. Ma successivamente abbiamo un altro grande scienziato, questa volta italiano, che è Alessandro Volta. Tutti lo conoscono per l’invenzione dell’elettricità, ma pochi sanno che ha scoperto il metano, ha scoperto il biogas.
Nel Varesotto, quando lui era in vacanza, vide delle bolle, le analizzò, scoprì che bruciavano. Era combustibile, “aria che brucia”, e da lì inizia anche lo studio. Lui muore nel 1827, saranno duecento anni tra poco. L’Accademia dei Lincei, di cui faceva parte, sta iniziando a progettare le celebrazioni dei duecento anni della morte di Volta. Passiamo a un altro personaggio importante, che è Joule. In che cosa si misura l’energia? In Joule.
L’energia del neutrone che scaturisce dalla fusione di Deuterio e Trizio è una quantità talmente piccola che nessuno si sogna di misurare l’energia in elettronvolt o in Joule. Ecco perché usiamo unità di misura tecniche che vengono dall’ingegneria, moltiplicando la potenza per il tempo. Allora, se un impianto ha un megawatt e produce energia per un’ora, è un megawattora l’energia che produce, e così via, gigawattora, terawattora. Ecco, quindi dobbiamo a Joule però una scoperta fondamentale.
Per la prima volta, nel 1846, dimostra che il calore è un’energia. Pensate che prima il calore lo consideravano una sostanza. Tagliando il metallo per fare i cannoni usciva fuori questa specie di calore che pensavano che era il “calorico”, la teoria del calorico. Come quando affettate la cipolla e viene fuori quell’odore, no? Si dice: “Ma allora sarà una sostanza?”. Solo Joule dimostra l’equivalenza, e da allora vale il principio di conservazione dell’energia. L’energia meccanica si trasforma in energia termica e una parte dell’energia termica può trasformarsi in energia. Ecco, ricordare questi tre primi personaggi. Poi ci sono due italiani straordinari che hanno fatto la storia dell’energia. In primis Fermi, che proprio nel 1942 fa funzionare la prima pila, la pila con cinque lampadine a Chicago.
E poi permettetemi di ricordare Mattei, che fa la centrale di Latina ma non solo, si preoccupa di costruire la centrale ma anche il combustibile, e a Novazza trova una miniera di uranio in Italia. Ecco, scusatemi questa digressione, però qual è il messaggio? È che dobbiamo progettare il futuro guardando al passato, con rigore scientifico.
Da questo punto di vista, stiamo facendo una specie di contro-articolo, di confutazione, ringrazio il Ministro per averla istituita, la Piattaforma Nucleare Sostenibile Italia, che come organo scientifico ha prodotto sette importanti relazioni che hanno posto le basi scientifiche per il nuovo nucleare in Italia.
Ecco, da questo punto di vista, confondere, come hanno fatto alcuni, quella che è la sicurezza energetica nazionale con l’equivalenza tra un fotovoltaico con otto ore di accumulo contro un’energia nucleare, che invece garantisce la produzione per tutto l’anno. Ecco, non si può dire che l’accumulo di otto ore di un fotovoltaico equivale all’accumulo o alla produzione continua di energia.
La speranza per il futuro sono quelli che noi chiamiamo i giovani, che devono impegnarsi in questa possibilità di ripresa del nucleare, perché qui noi, l’Italia, possiamo giocare un ruolo fondamentale. Ho chiamato i “ragazzi di via Rubattino”, i dieci ragazzi che ho mandato all’MIT, a Oak Ridge, a fare training su questo settore.
Io spero che i 12.000 studenti di ingegneria, ma anche dei dottorati di ricerca, ma anche i ricercatori che col PNRR sono stati istituiti, possano trovare in questo uno sviluppo e non andare fuori dall’Italia.
Grazie.