Grazie, buongiorno e grazie a tutti. Grazie all’Onorevole Squeri dell’invito.
Io cercherò in breve tempo di rappresentarvi quello che è il risultato della mia breve esperienza come Capo Dipartimento al MASE, rispetto a questa complessità, che non è solo complessità di coniugare decarbonizzazione, competitività e sicurezza, ma è anche complessità di coniugare interventi che necessariamente, data la complessità, richiedono un sempre maggiore intervento di un decisore che coordina le azioni, ma anche di coniugare quindi decisione centrale e mercato, di coniugare ambiente e paesaggio, decisione centrale e locale.
Quindi una enorme complessità che, tuttavia, si inquadra in un momento nel quale, come correttamente ricordava il senatore Gasparri, bisogna decidere. Bisogna decidere in una situazione estremamente complessa, dove nessuno vuole rinunciare a nulla. Ecco, la mia esperienza mi dice che, se nessuno rinuncia a nulla, non andiamo da nessuna parte.
E permettetemi di ringraziare il Ministro perché, oltre ad essere un continuo pungolo per accelerare su tutti i provvedimenti, ci ricorda quotidianamente l’importanza di avere un approccio ragionevole. “Ragionevole” che vuol dire, da una parte, che la sfida di gestire questa complessità richiede di non andare con un solo strumento, ma di avere a disposizione più strumenti, perché la sfida è difficile, incerta, non si hanno delle certezze.
Ma “ragionevolezza” è anche quella di avere un approccio non ideologico, di ricercare flessibilità nelle nostre scelte. Permettetemi quindi di ricordare l’esigenza di flessibilità e di consapevolezza delle sfide che abbiamo di fronte, quindi coniugare in particolare decarbonizzazione con competitività.
Io ricordo quando sento comparare il costo unitario del fotovoltaico con quello di un ciclo combinato e vedo che nel costo del ciclo combinato c’è l’ETS, io devo ricordare che c’è già il costo della decarbonizzazione. Cioè, l’esternalità ambientale costa, la decarbonizzazione costa, non è vero che è gratis.
Ecco, coniugare già tutte queste esigenze richiede di sacrificare qualcosa. È inconcepibile, per me, avere un disegno di uno schema di supporto, anche innovativo, pronto oggi, e vederlo realizzato dopo due anni e mezzo. Ci sono dei ritardi, non dico inaccettabili, ma che in una situazione così urgente non sono più ammissibili, e non solo a livello italiano, anzi, soprattutto non a livello italiano.
Non si può essere eccessivamente pignoli quando c’è un’urgenza globale di decarbonizzazione che si accompagna a un’urgenza continentale, la competitività delle nostre imprese. E questo vuol dire essere flessibili: flessibili nell’approccio dell’applicazione degli aiuti di Stato, del supporto che si deve dare.
Non è il mio campo, ma flessibili, anche se vogliamo, nell’ambito della flessibilità del debito, perché debito non solo a spazio nazionale, ma anche debito comune. Se no, facciamo fatica.
O siamo uniti in questa sfida, sacrificando tutti qualcosa, o non ce la possiamo fare. Concludo con un aspetto positivo: è tutto così complesso, ma se io guardo a noi, noi ci siamo mossi come Paese con largo anticipo per gestire questa complessità, tant’è che siamo all’avanguardia sotto tantissimi aspetti di provvedimenti, di azioni regolatorie nel gestire questa complessità.