Con riferimento alla recente costituzione di Nuclitalia quali sono la mission e le sfide e quale il programma lavori nella sua prima fase di attività.
Innanzitutto ringrazio l’Onorevole Squeri per l’invito e saluto tutti i partecipanti.
Dunque, la genesi e la mission di Nuclitalia si basano su due constatazioni di fatto. La prima è che nella storia il nucleare, quando ha avuto successo, è sempre stato il risultato di uno sforzo di sistema. Anche se in modalità differenti — Stati Uniti anni ‘60, Francia anni ‘70 e anni ‘80, passando poi per tutti i programmi delle nazioni nucleari, sia europee che extraeuropee, per finire anche ai recenti programmi degli Emirati Arabi — è sempre stato uno sforzo di sistema, almeno di livello nazionale.
Questo perché? Perché i benefici che noi riteniamo il nucleare possa dare alla collettività, li rilascia solo sotto queste condizioni. Non è mai stata l’avventura — e quando lo è stata, non è stata di successo — l’avventura di un single player o di un progetto stand-alone. Ecco che quindi Nuclitalia vuole costituire un nucleo — termine quanto mai azzeccato in questo caso — un primo nucleo di questo approccio di sistema, e quindi costituire quel volano, quell’elemento aggregatore di quella che, come citava Stefano, è la seconda industria nucleare d’Europa.
Anche se distanziata magari di diverse lunghezze dalla prima, che è quella francese, ma possiamo anche ben crescere e recuperare, ma è la seconda industria nucleare d’Europa. Quindi, prima constatazione di fatto. La seconda afferisce, appunto, alla scelta delle tecnologie. Qui dobbiamo considerare che non tutte le tecnologie che stiamo osservando hanno lo stesso livello di maturità, non tutte hanno dentro, incarnano lo stesso numero di sfide tecnologiche, e queste sfide tecnologiche non hanno lo stesso livello di complessità. Quindi maturità e complessità rappresentano una matrice che le differenzia.
Quindi dobbiamo fare uno sforzo di pragmatismo e partire, come si deve fare in questi casi, dagli obiettivi. Quindi fissare gli obiettivi del nostro sistema Paese in termini di decarbonizzazione, aumento dell’elettrificazione, sicurezza degli approvvigionamenti, efficientamento del sistema energetico complessivo, sostenibilità ambientale, e da quegli obiettivi poi costruire un approccio evolutivo che consideri le varie tecnologie — Small Modular Reactor ad acqua, poi Advanced Modular Reactor e fusione — come tutti elementi che saranno presenti in un futuro programma nazionale nucleare in tempi e modalità differenti.
Un approccio evolutivo. E questo approccio evolutivo noi poi, un po’ comunicativamente, lo chiamiamo “staffetta tecnologica”, e questo è il secondo pillar su cui si basa Nuclitalia. Ora, per scendere, appunto, e rispondere alla domanda, ma cosa si propone di fare Nuclitalia? Allora, nella sua prima fase, Nuclitalia intende condurre — una fase che durerà circa due anni — uno studio di fattibilità tecnico-economico che in realtà affronti tutte le dimensioni di questo problema. Quindi la selezione della tecnologia, quella che sia più fitting e anche che soddisfi maggiormente i requisiti del nostro sistema Paese; gli scenari implementativi, che appunto sono collegati alle esigenze del nostro sistema Paese; ma anche un modello di partnership che possa permetterci di massimizzare l’utilizzo della nostra supply chain, quindi il maggior utilizzo possibile della nostra supply chain nucleare.
Un modello di project financing che possa prevedere anche elementi di de-risking e risk sharing per la prima fase, che sappiamo essere estremamente onerosa quando si parla del first-of-a-kind, del first-in-the-country, quindi un sostegno per lo slancio della prima fase.
Analisi di scenari energetici dove, ovviamente, inserendo il nucleare dovremo dimostrare che c’è un beneficio economico complessivo del sistema energetico, quindi un efficientamento complessivo, come è stato anche negli altri Paesi che si sono dotati di questa tecnologia. E questa sarà la prima fase, che vedrà appunto il completamento di un dossier che sarà anche la bussola poi per condurre un potenziale futuro programma nucleare, quando, auspicabilmente, passeremo nella fase di execution alla fine di questa prima fase.
È chiaro che questo lo faremo con un po’ di strabismo, perché se da un lato lavoreremo in questo che è il solco industriale, con un occhio guarderemo anche come evolve il sistema Paese in questi due anni, sugli altri dossier dove non siamo direttamente responsabili, ma potremo supportare istituzioni e altre organizzazioni per poter sviluppare gli altri dossier che sono poi strumentali, le cosiddette infrastrutture materiali e immateriali di cui si deve dotare il Paese, a parte il piano industriale, per poter poi mettere a terra un programma nazionale nucleare.
E quindi in questo senso Nuclitalia, oltre a lavorare su quelli che sono i suoi deliverable, lavorerà, supporterà anche istituzioni e organizzazioni nazionali per definire gli altri dossier con le competenze di cui ci stiamo dotando.