Conviene sul fatto che il tema per noi dovrà essere trattare, combattere e difendere la partita della neutralità tecnologica, che ad oggi, scritta sulle carte, questa parola, queste due parole, non ci sono ancora?
Assolutamente sì. Io convengo sul fatto che c’è un processo di decarbonizzazione e di transizione energetica, quindi assolutamente gli obiettivi di decarbonizzazione sono sacrosanti, vanno rispettati e nessuno li mette in dubbio.
Possono essere accompagnati — e qui c’è un vecchio detto: “Non mi importa di che colore è il gatto, basta che uccida il topo” — possono essere accompagnati da tutte le tecnologie che sono disponibili per decarbonizzare. Da questo punto di vista, i biocarburanti rappresentano una delle soluzioni.
Non c’è dubbio che si va verso l’elettrificazione. Non c’è dubbio che oggi se uno deve andare da Roma a Milano, oggi non ci pensa a prendere la macchina, oggi prende il treno che è molto comodo. Se uno però deve comprarsi una macchina nuova, forse ci pensa quattro volte prima di comprarsi una macchina piuttosto che l’altra, visti anche i costi. Quindi è chiaro che c’è bisogno di una pluralità tecnologica.
Da questo punto di vista, i biocarburanti sono una delle scelte. Però non siamo neanche tanto originali. Nel mondo oggi si producono 140 milioni di tonnellate di biocarburanti. Noi in Italia ne consumiamo circa 2 milioni. I maggiori produttori sono Stati Uniti, guarda caso, e Brasile, storicamente.
Il 50% degli impianti per il SAF, che è il nuovo combustibile per il jet, è prodotto e sono stati realizzati negli Stati Uniti. Cioè, noi con questa battaglia ideologica rischiamo di perdere parecchi treni, non uno solo. Allora il nostro punto, e qui mi accaloro anch’io, è quello di cercare — e sono d’accordissimo soprattutto con Fabio, con cui abbiamo firmato anche un agreement per sviluppare le colonnine elettriche nelle stazioni di servizio.
Tra l’altro molti dei nostri associati sono già nel percorso di vendere anche l’energia elettrica per le ricariche elettriche, oltre che sono dei campioni di biocarburanti. Prima il Ministro Bernini ha detto una cosa che secondo me era interessante. In Italia oggi abbiamo circa 2 milioni di tonnellate di biocarburanti, saranno 5 milioni al 2030, 9 milioni al 2040.
Quindi ci sarà una penetrazione dei biocarburanti, ci sarà una riduzione del fossile anche per l’elettrico, anche per l’efficienza dei motori.
Qui non c’è dubbio, le nuove autovetture, soprattutto le ibride, sono particolarmente efficienti, quindi si consuma sempre meno e si inquina sempre meno. Dal 2005, dati ISPRA, le emissioni di CO₂ sul trasporto stradale si sono ridotte del 15%. Dati ISPRA. Quindi vuol dire che stiamo andando verso quella direzione, ci stiamo andando in maniera compiuta, ma cerchiamo come al solito di non spararci sui piedi. Cosa che, oggettivamente, la normativa europea in qualche modo ci ha aiutato in questa sorta di suicidio.
Devo dire, qui ringrazio l’On. Squeri e il partito di Forza Italia, perché da questo punto di vista ci ha ascoltato moltissimo fin dall’inizio sui temi della neutralità tecnologica. È chiaro che il messaggio va riportato soprattutto a livello europeo, e fa piacere che ci siano le europarlamentari con cui ci siamo incontrati qualche settimana fa proprio su questi temi, perché c’è bisogno e si intravede qualche spiraglio — lo chiamo ancora spiraglio, con un po’ di ottimismo — per una qualche revisione della normativa europea.
Perché è chiaro che il nocciolo della questione è soprattutto sulla normativa europea e sul blocco al 2035. Cosa implica il 2035? Mi prendo gli ultimi 30 secondi. Implica che chi deve investire oggi su una conversione di raffineria e ha un orizzonte temporale di 10 anni, diciamo che qualche fatica la fa.
Quindi è chiaro che eliminare il vincolo al 2035 significa dare più spazio per gli ammortamenti degli investimenti, più spazio per miglioramenti anche tecnologici, e quindi avere l’opportunità che un vettore energetico che va nella decarbonizzazione — l’HVO, di cui sicuramente ci parlerà l’ingegner Ballista, riduce le emissioni di CO₂ dell’80-90%, quindi va in quella direzione — possano essere quindi supportati, finanziati e finalmente accettati a livello europeo.
Grazie.