Buongiorno a tutti e grazie di essere così numerosi.
Un punto: c’era proprio l’esigenza di inventarsi gli Stati Generali dell’Energia? Guardo Luca Squeri e anche gli altri. Dico di sì, forse sì, perché sapete, gli Stati Generali dell’Energia sono stati inventati in Francia e la loro ultima manifestazione si è commutata in Assemblea Nazionale Francese. Quindi siamo anche noi, mutatis mutandis, nel luogo, il Parlamento, dove gli Stati Generali hanno fatto il loro primo esordio istituzionale.
Secondo punto: secondo noi ci sono anche qui tre stati, tre gruppi di stakeholders, come c’erano ai tempi degli Stati Generali nel 1789. C’è un primo gruppo di istituzioni, di cui ho il piacere oggi di coordinare una tavola rotonda; il secondo gruppo è l’offerta di energia, il cosiddetto supply in tutti i modi, elettricità ma non solo, molecole, eccetera eccetera; il terzo gruppo, non meno importante, è la domanda dell’energia.
La domanda dell’energia è il Terzo Stato generale che, come sapete, è quello che ha generato il Parlamento francese con una rivolta. Da questo punto di vista, oggi abbiamo le istituzioni. Alcune, non tutte, che si occupano di energia. E come sapete, la radice ‘ST’ in un vecchio linguaggio indoeuropeo, la radice ‘ST’ significa proprio punto di riferimento permanente, qualcosa di statico, un modello standard. Questo ‘ST’ c’è in tantissime parole: c’è in “stato”, c’è in “istituzione”, c’è in “standard”, c’è in “statico”, quindi un qualcosa che dà un significato di stazionario.
Badate bene che “stazionario” non vuol dire che sono immobili, quindi che stanno ferme e non guardano i cambiamenti che ci sono, ma sono in moto stazionario rispetto all’evoluzione del contesto, quindi sono immerse nel contesto che evolve. Alle istituzioni voglio fare un innesto, come diceva Luca prima, di questo tipo. Noi siamo di fronte a una trasformazione del settore energia inedita, sia in termini di velocità sia in termini di complessità, di aumento della complessità.
Due o tre esempi nel settore elettrico, ma ne potrei fare una bella lista. Guardiamo l’arco temporale di 25 anni e l’intervallo che intercorre tra due eventi giubilari: 25 anni. Dal 2000 al 2025: nel 2000 nella produzione elettrica c’erano neanche un migliaio di punti di produzione, quelli che vengono chiamati centrali di produzione.
Nel 2025 ne abbiamo un milione e otto, forse un milione e nove, come ci dirà Vincenzo per Enel Distribuzione. Quindi, tre ordini di grandezza di cambiamento in 25 anni. Ancora, se guardiamo la lettura dei consumi, la misura, sempre nel settore elettrico: nel 2000 c’erano sei letture all’anno. Ogni bimestre c’era una lettura e il misuratore dava queste letture. Quindi l’utente aveva sei fotografie della sua cosa. Nel 2025, almeno, abbiamo per ogni utente 40.000 letture l’anno e date, come dire, in termini di cadenza, il giorno dopo rispetto al tempo di consumo vero. Quindi quattro ordini di grandezza rispetto a quello che era 25 anni fa. Ancora, guardando le tecnologie: poche tecnologie nel 2000, di tutti i tipi (produzione, trasmissione, distribuzione, anche consumi, efficienza energetica) e tantissime tecnologie nel 2025. Alcune immature, altre mature.
Quindi abbiamo avuto una velocità di cambiamento incredibile. Ultima provocazione, ultimo innesto che faccio è: se guardiamo la metamorfosi delle fonti, fino al 2000, le fonti primarie, petrolio e nucleare si davano la staffetta ossia qualcuno sostituiva qualcosa dell’altro.
Noi, dal 2000 al 2025, abbiamo avuto due ondate di sostituzione veloci di fonti primarie per la produzione di energia: dall’olio al gas, con lo sblocco delle centrali a gas del 2001. Il gas è ancora molto presente ad oggi ed è molto importante, ma al contempo ha avuto una seconda ondata in cui il gas stesso sta per essere rimpiazzato in parte dalle fonti rinnovabili. Allora, chiudo queste provocazioni per fare la domanda.
È una domanda unica che farò a tutti voi, ed è questa: Dal vostro punto di riferimento permanente, quindi dal vostro punto istituzionale, come vedete, come leggete questa velocità di cambiamento del settore energia, ma soprattutto, come leggete l’aumento di complessità di questo settore?
Avete cinque minuti, proprio veramente, come dire, con scadenza sovietica. Sarò abbastanza implacabile, anche perché dobbiamo dare, come istituzione, l’esempio alle sessioni che seguono.
E con questa domanda in mente, farei quest’ordine: prima Mariotti, ENEA, first ovviamente. Poi Cotana, poi avremo Moles, Arrigoni e, dulcis in fundo, Boschi. Francesca, a te.