In che modo un’impresa energetica come Edison può sostenere il sistema industriale italiano, quindi non solo come fornitore ma anche come partner strategico?
Grazie, buonasera a tutti e a tutte.
Il tema della competitività è fondamentale, il tema della sicurezza energetica altrettanto, e sono due facce della stessa medaglia. Come raggiungere entrambi gli obiettivi? Con maggiore diversificazione: diversificazione delle fonti primarie e, all’interno delle stesse fonti primarie, diversificare i fornitori.
Noi questo lo facciamo, siamo un fornitore importante di gas, copriamo oltre il 20% del mercato italiano, lo facciamo con una pluralità di fonti di approvvigionamento. Come esempio, sono cinque fonti. Recentemente ne abbiamo introdotta una che è l’approvvigionamento dagli Stati Uniti: prima catena dedicata di gas liquido al mercato italiano, avviata da pochi mesi. Con questo abbiamo sostituito quella che era una delle forniture che avevamo di gas russo.
Quindi, per evidenti motivi, avere un panel di forniture permette poi di far fronte a quelli che sono i temi della sicurezza energetica, ma anche di dare una risposta alla competitività, perché mettendo diverse fonti in competizione, evidentemente, si raggiunge anche un tema di maggiore efficienza nei prezzi.
Cosa facciamo per le industrie? Per le industrie oggi dobbiamo dare una risposta di breve termine, ma dobbiamo anche seminare per quanto riguarda le risposte da dare nel lungo termine, perché le scelte che facciamo oggi di politica energetica, di strategia, sono quelle che determineranno poi la competitività del nostro sistema energetico nei prossimi 10-15 anni. Ci siamo forse in passato dimenticati ogni tanto di fare pianificazioni, ci siamo troppo vincolati ad alcune fonti e oggi un po’ ne paghiamo le conseguenze.
Oggi una risposta chiara da dare all’industria è quello di cercare di svincolare il prezzo dell’energia elettrica dal prezzo che si forma nella borsa italiana, che è legato al gas naturale, facendo dei contratti bilaterali, i cosiddetti PPA, con energia verde. Abbiamo difficoltà oggi a proporre questo tipo di contratti con le imprese, perché un investitore che deve affrontare un investimento in un progetto rinnovabile ha davanti 15-20 anni di periodo per far rientrare il proprio investimento, e quindi si chiede alla controparte di entrare in un contratto, seppur a prezzo fisso, seppur a prezzo inferiore a quello che oggi è il prezzo della borsa, ma un contratto di lungo termine, e non tutte le aziende hanno una capacità, una visibilità nel lungo periodo, in grado di permettere loro di entrare in questo tipo di contratti.
Quindi anche qui potremmo trovare qualche meccanismo di facilitazione, di garanzia accessoria che potrebbe essere dato da qualche strumento, da qualche istituzione, da qualche ente che già abbiamo e che opera nel settore elettrico, che potrebbe portare a facilitare questo rapporto bilaterale. Le altre cose che noi facciamo sono gli interventi di efficienza energetica, che sono molto importanti.
Vi faccio un esempio che è molto esemplificativo. L’anno scorso abbiamo fatto un grande investimento per un’industria, sono 60 milioni di investimento, presso lo stabilimento di produzione degli pneumatici di Michelin a Cuneo.
Con questo investimento abbiamo ridotto di quasi il 50% le emissioni e abbiamo efficientato i consumi energetici. Michelin l’anno scorso ha chiuso due stabilimenti produttivi in Francia e ha rilanciato la produzione nello stabilimento italiano, perché è il più efficiente, il più decarbonizzato del proprio parco.
Questi sono investimenti che noi facciamo con il modello ESCO, quindi noi investiamo per conto dell’azienda e poi veniamo ripagati dal differenziale del costo dell’energia per un certo numero di anni.
Questo è quello che noi facciamo nel concreto. E devo dire, guardando anche con un orizzonte un po’ più di lungo termine e tornando al tema della diversificazione delle fonti, ritornare a parlare di nucleare in Italia è sicuramente un’opportunità che dobbiamo coltivare, che darà un risultato da qua ai prossimi, probabilmente, dieci anni, non prima.
Ma sono quelle scelte che oggi, io credo, dobbiamo fare per continuare a diversificare e a dare un futuro diverso al nostro mix produttivo.
Grazie.