Il teleriscaldamento e il teleraffrescamento, quali potenzialità possono esprimere e quale ruolo possono svolgere per raggiungere gli obiettivi europei per la transizione energetica, tutelando la competitività per le nostre aziende nazionali?
Buonasera. Anzitutto grazie Onorevole Squeri, grazie Onorevole Mazzetti, un saluto ovviamente anche ai gruppi parlamentari di Forza Italia.
Per Airu, ovviamente, è un’occasione importante, preziosa, quindi davvero grazie di cuore. Parlare di teleriscaldamento in una giornata come questa può essere un po’ provocatorio, spiazzante, ma c’è il teleraffrescamento.
Città europee come Barcellona hanno delle reti di teleraffrescamento attive e in grande espansione, quindi ci sono anche esperienze da questo punto di vista concrete. Si può fare. La seconda questione un po’ spiazzante è parlarne a Roma, perché a livello nazionale noi copriamo il 3% della domanda termica.
Però, se spostassimo questa lente a Torino, questo numero diventa il 70%. Se andiamo a Ferrara, il 50%, e se andiamo a Parma piuttosto che a Brescia, il 20%. Quindi la questione locale per noi è centrale, molto importante, e questo da un punto di vista delle sensibilità parlamentari lo riteniamo opportuno sottolineare. Il settore termico, anche se non lo vediamo, è come se avessimo un elefante nella stanza, perché cuba il 50% del consumo di energia primaria al mondo, il 44% in Italia.
Quindi affrontare la questione sul settore termico è evidentemente prioritario per tutto quello che riguarda gli obiettivi. E affrontare la questione della decarbonizzazione, ma anche della sicurezza energetica e della competitività sul settore termico non è concludere la questione, perché ci dobbiamo occupare di dove, nell’ambito del settore termico, più efficacemente — quindi raggiungendo il risultato — e più efficientemente — quindi a minori costi — possiamo farlo.
Questo possiamo farlo nelle città. Possiamo farlo nelle città perché le città hanno una densità energetica più alta e hanno la possibilità di usare delle economie di scala, di scopo, di prossimità. Il teleriscaldamento ha un potenziale importante.
Il Politecnico di Milano qualche paio di anni fa aveva fatto uno studio, e quindi rispetto ai circa 9-10 terawattora attuali, noi pensiamo che possa arrivare a 53 al 2030, ovviamente teleriscaldamento e teleraffrescamento, abilitando una mole di investimenti importanti, oltre 50 miliardi, e garantendo dei benefici significativi per quanto riguarda la questione energetica, e quindi una maggiore efficienza e un contributo alla sicurezza energetica nazionale in termini di minore uso di risorse importate, e benefici ambientali. Sui benefici ambientali è utile ricordare, oltre al risparmio delle emissioni di CO₂, un tema che non è stato sin qui trattato, però che voglio trattare, che è la riduzione o il contributo alla riduzione degli inquinanti dell’aria. Quindi ritorniamo sulla questione del Nord, inquinanti dell’aria. Secondo questo studio del Politecnico, sviluppando questo potenziale si possono abbattere, per esempio, le polveri sottili, il PM10, del 15%.
Cosa fare però per abilitare questo potenziale? Ci sono ottimi esempi europei riguardo alle policy, una dotazione di fondi molto ampia. Ci sono quattro Stati che sono grandi o meno grandi, ma molto importanti per il settore — Germania, Francia, Repubblica Ceca e Austria — che hanno stanziato, messi tutti insieme, 5,5 miliardi a favore di investimenti nel teleriscaldamento. E a livello nazionale è molto importante proseguire nella traiettoria di alcune normative già in itinere o che lo saranno a breve.
Quindi il comparto, da questo punto di vista, chiede un’attenzione per il decreto sugli obblighi di immissione di rinnovabili nel settore termico, ampiamente atteso ma non ancora varato.
Apprezza la promulgazione della consultazione sul decreto degli incentivi — entrambi discendono dalla stessa direttiva comunitaria — e auspica un recepimento tempestivo e al migliore grado possibile delle due direttive nella Legge di Delegazione Europea: l’Efficienza Energetica e la RED3. Cito, anche se sarà nella Legge di Delegazione 2025, l’EPBD, perché il teleriscaldamento efficiente ai sensi dell’EPBD garantisce una condizione abilitante per qualificare gli edifici nearly zero-emission building.
Quindi ai minimi costi, non dobbiamo fare interventi invasivi, è un fattore abilitante. Basta un recepimento molto lineare. Ultimo punto, non trascuriamolo, degli incentivi lato domanda, guardando un secondo ai consumatori, agli utenti di questo servizio. Lo dico perché, ovviamente, le imprese associate ad Airu hanno questa sensibilità sociale e di assistenza ai propri clienti, alla propria clientela, ai propri consumatori.
Quindi da questo punto di vista, anzitutto speriamo a breve nel varo del Conto Termico 3.0, nel quale è previsto l’allaccio al teleriscaldamento efficiente come intervento incentivabile. E poi vorremmo spezzare una nuova lancia, lo avevamo citato forse in qualche occasione precedente, per la copertura di un vulnus che c’è da un punto di vista consumeristico, che è il bonus sociale per i clienti vulnerabili, di vulnerabilità economica, per il teleriscaldamento. Su questo diamo la massima disponibilità e speriamo si possa effettuare.
Grazie.