Come dobbiamo intervenire per efficientare i circa 500.000 edifici pubblici?
Ringrazio il Ministro, l’Onorevole Squeri e tutta Forza Italia e, ovviamente, Erika Mazzetti, che mi ha invitato a questo convegno.
Noi siamo felicissimi di partecipare a questi eventi e di avere un’interlocuzione continua. Sono andato a trovare recentemente l’Onorevole Squeri e con Erika ci vediamo spessissimo. Perché? Perché l’interlocuzione con la politica è fondamentale.
Noi come associazione di categoria in Confindustria di tutte le ESCo, di tutti i servizi energetici, efficienza energetica e tutti gli impianti, siamo particolarmente interessati, ovviamente, alle leggi che stanno arrivando e alla transizione energetica. Ha ragione Erika: è molto complicato pensare che soltanto gli edifici pubblici sono circa 500.000, sono quasi tutti costruiti negli anni ‘70. Quindi hanno un’efficienza energetica bassissima.
Noi ne abbiamo riqualificati circa il 2%, con un target che era del 3%. Devo dire che le nostre imprese associate, che vanno dalla più grande italiana, Enel, fino a tutti i gruppi francesi, i gruppi tedeschi. Insomma, tutte le nostre imprese hanno contribuito, gestiscono l’energia di circa il 97% dei patrimoni pubblici. Quindi siamo particolarmente esperti di questo problema. Gli edifici pubblici vanno efficientati.
Qui abbiamo avuto un’efficienza incredibile, fa un caldo pazzesco. Si dice che la migliore efficienza è consumare meno, quindi più che produrre bene è consumare meno. La prima cosa fondamentale su cui mi volevo soffermare è proprio il termine ESCo, perché l’ESCo sta creando un sacco di problemi sulle nuove leggi uscenti.
Penso al decreto OIERT e a tante altre, perché non tutti riescono a capire la difficoltà dell’ESCo. Perché l’ESCo è una società che fa — lo dice la parola — Energy Service Company, cioè fa efficientamento, ma spesso lo fa, direi sempre, su impianti non suoi.
A volte lo fa con dentro la componente energia, a volte c’è solo manutenzione, a volte c’è manutenzione e componente energetica. Tutto questo può creare dei disequilibri nelle leggi veramente complessi, e quindi è molto importante l’interlocuzione che facciamo con voi. Un altro aspetto importantissimo è il famoso PPP, il partenariato pubblico-privato, che ha dato tantissime soddisfazioni in passato. So che è stato visto in Europa come un qualcosa di complicato, che avrebbe potuto non mantenere l’area competitiva necessaria. In realtà è una best class che abbiamo in Europa e, devo dire che grazie alla politica è rimasto tale, anche col nuovo codice degli appalti.
Credo che sempre di più, unito ai fondi PNRR, di cui ovviamente auspichiamo il prolungamento tanto desiderato da tutti, possano fare la differenza, perché le grandi aziende che hanno ingegneria, hanno progettazione, hanno mezzi finanziari per fare questi partenariati, hanno realizzato nel passato e hanno tanti progetti in itinere e tanti progetti, spero, in futuro, per efficientare la macchina pubblica.
Oggi ci sono tecnologie importanti a costo molto, molto basso. Per esempio, faccio riferimento alle piattaforme tecnologiche, quelle che si chiamano BMS (Building Management System) o BACS (Building Automation Control System). Quindi, di fatto, piattaforme con sensoristica diffusa che costano veramente poco e, banalmente, su alcuni edifici hanno contribuito ad avere un saving del 30%.
Quindi, rispetto agli interventi edilizi, che hanno comunque una complessità e un costo molto superiore, oggi ci sono delle tecnologie che veramente a poco prezzo riducono moltissimo, hanno un ritorno sull’investimento nel giro di 2-3 anni. Quindi credo che avranno un beneficio incredibile anche dall’intelligenza artificiale, perché sanno prevedere e continuano ad imparare che cosa sta succedendo nell’edificio, quale sarà il tempo atmosferico il giorno dopo, quanta gente avrà flusso in quell’edificio. Insomma, sono veramente sistemi che riducono e migliorano le performance in maniera sensibile a costi bassissimi.
E poi non voglio scordarmi mai le caldaie ad alta condensazione, tecnologie tipo pompe di calore che oggi sono super efficienti. Insomma, da quel punto di vista impiantistico e progettuale, penso si possa fare moltissimo sulla macchina pubblica, e l’aiuto politico è fondamentale per calare a terra leggi che siano facilmente interpretabili e facilmente eseguibili da queste imprese.
Ecco, una cosa a cui mi collego, e poi concludo, è il fatto che dicevi tu. Cioè, noi abbiamo bisogno di regole chiare, di orizzonti lunghi e, aggiungerei, possibilmente anche di un’uniformità geografica, nel senso che le leggi regionali che vanno a sezionare e a differenziare, complicano tantissimo la vita alle grandi aziende, e questo sarebbe da evitare.