Se quacluno vi chiedesse: qual'è la vostra sonda spaziale preferita? Cosa rispondereste? Io lo so! Risponderei: le Voyager.
Ok, sono due, ma non facciamo i puntigliosi.
Sono state lanciate nel mio anno di nascita (1977) e già solo questo, per la mia fragile psiche, crea un legame affettivo. Tra l'altro incredibilmente sono ancora che vagano funzionanti nello spazio (2022, 45 anni dopo 2023, 46 anni dopo). Pensate che incredibile opera di ingegneria. L'obbiettivo iniziale era che lavorassero per 5 anni, sorvolassero Giove e Saturno ed arrivassero magari a fare visita alla fascia di pianeti e pianetini al limitare del sistema solare. La Voyager 1 è l'oggeto di manifattura umana più lontano dal nostro pianeta, ha superato abbondantemente i 20 miliardi chilometri percorsi (siamo sopra i 23 24 miliardi di chilometri di distanza dalla Terra, ovvero circa 20 ore e 30 minuti più di 22 ore luce), mentre la Voyager 2 si sta appropinquando con calma ai 20 miliardi di chilometri (abbiamo superato i 12 miliardi di chilometri).
A termine di confronto, la luce per coprire la distanza che c'è fra il Sole e la Terra (soli 150 milioni di chilometri mediamente) impiega su per giù 8 minuti e 20 secondi. Le Voyager sono veramente un sacco lontane (famosa unità di misura: "il sacco"). Entrambe le sonde hanno superato quello che è considerato il confine del sistema solare, ovvero l'eliosfera e se ne sono accorte; è stato certificato da un repentino aumento dei raggi cosmici che sono aumentati (e misurati dalla sonda) in modo significativo una volta fuori dalla scudo dato dalla eliosfera.
Cosa strana, la Voyager 2 è partita prima della Voyager 1: 20 agosto contro il 5 settembre, dal Kennedy Space Center a Cape Canaveral (Florida, USA). Altra strana coincidenza (per me e solo per me, sia ben inteso) in quel meraviglioso anno fu proiettato per la prima volta anche uno dei film che cambiò la storia e parlava proprio dello spazio: Star Wars (25 maggio 1977). Altra curiosità, all'inteno delle Voyager è stipato un disco d'oro (per grammofono) contenente suoni ed immagini per chiunque le ritroverà (Alieni? L'umanità stessa?), oltre ad indicazioni su come raggiungere il sistema solare. Vi dico solo che la stella più prossima a cui dovrebbero approdare dista circa un viaggetto di altri 40000 anni (anno più, anno meno).
Altra notizia interessante, non sono partite nel 1977 casualmente. L'idea fu partorita una dozzina di anni prima quando facendo qualche studio e calcolo delle orbite dei pianeti ci si accorge che a fine degli anni '70 si sarebbe verificato un raro allineamento planetario che avviene una volta ogni 176 anni. Quale occasione migliore per spedire una sonda (poi divennero due, sempre a fare i puntigliosi, eh?) verso il limite del sistema solare per fargli sorvolare i pianeti esterni in minor tempo e con minor uso di carburante? Perchè minor carburante mi chiederete. Beh, l'idea (poi attuata) era di sfruttare il così detto effetto fionda per aumentare la velocità della sonda sfruttando l'accelerazione gravitazionale dei pianeti (aggiungo io, oltre anche al banale fatto che trovarli tutti in riga e non dover zig-zagare per lo spazio magari permette di percorrere meno strada).
Le Voyager traggono alimentazione da un generatore termoelettrico a radioisotopi, ovvero hanno una massa di un elemento radioattivo (il plutonio-238) al loro interno che decadendo produce del calore. Con l'andare del tempo la massa radioattiva decadendo diminuisce e di conseguenza diminuisce la radiazione, questo ha costretto i poveri ingegneri che controllano le sonde da casa a spegnere mano a mano degli strumenti per consumare meno energia.
All'inizio di questa avventura le due sonde hanno coperto in un paio d'anni la distanza che ci separa da Giove (qualcosina meno di 800 milioni di chilometri dal sole) scoprendone gli anelli (ebbene sì lo han scoperto loro, prima non lo sapevamo che il gigante aveva gli anelli). Poi in un altro annetto a velocità folli (la Voyager 1 ha superato i 60.000 km/h) sono arrivate su Saturno (un pò meno di 1 miliardo e mezzo di chilometri dal sole) e lì la Voyager 1 ha sorvolato Titano (la più grande luna di saturno).
A questo punto le strade delle due sonde si dividono, la Voyager 1 verso lo spazio interstellare alla ricerca dell'eliopausa (dove il vento solare si ferma), la Voyager 2 invece prosegue in suo incredibile viaggio verso pianeti mai esplorati così da vicino, Urano (raggiunto nel 1986, dista dal sole 2,8 miliardi di chilometri) e Nettuno (raggiunto nel 1989, dista dal sole 4,5 miliardi di chilometri).
Sulla Voyager 2 fu fatta un'opera di ingegneria informatica monumentale per risolvere "al volo" (battuta spaziale) un prolema inatteso che si presentò. La sonda procede troppo velocemente durante il sorvolo dei pianeti, la luce "ambientale" è troppo poca, mantenere troppo aperto l'obbiettivo risulta impossibile, manovrare da terra a 3 ore luce di distanza non è possibile, quindi? Creiamo un software di puntamento e lo scarichiamo nel sistema di controllo, cosa volete che sia! Pensate a cosa può essere il sistema di controllo di queste sonde, partite nel 1977 e la lungimiranza di chi le progettò.
Su idea di tal Carl Sagan, la Voyager 1 nel 1990 fu riorientata verso la Terra (distava circa 6 miliardi di chilometri) e scattò la foto forse più iconica e conosciuta tra quelle fatte dalle sonde spaziali di tutti i tempi, la pale blue dot. Nella foto la Terra non è nienta'altro che un pallido insignificante puntino blu difficilmente distinguibile in mezzo al buio. Sagan scrisse la famosa frase:"Ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie è vissuto lì, su un minuscolo granello di polvere sospeso in un raggio di Sole".
Lo vedete il puntino circa al centro della foto in messo alla fascia rossastra?