Imparare giocando con le carte!? Si può

Omaggiando con il proprio nome il noto oratore romano, le carte Cicero consentono anche ai più timidi e inesperti di comporre un discorso convincente e persuasivo. Nonostante possano apparire un gioco, queste carte rappresentano in realtà un valido strumento per la stesura di testi. Con l’aiuto del sistema Cicero, chiunque sarà in grado di parlare in pubblico: dall’impiegato che propone un progetto ai colleghi, allo studente che espone una presentazione o affronta un'interrogazione, dal cognato impacciato che deve congratularsi con gli sposi, all’avvocato difensore durante un processo. Alla base di ogni orazione degna di nota, da Demostene a Greta Thumberg, c’è una grande preparazione, contraddistinta da un approccio attento e metodico. Purtroppo, non tutti possiedono l’abilità retorica che a volte si rende necessaria, ed è proprio qui che intervengono le carte Cicero. Si tratta di un mazzo di ventisei carte, divise in quattro categorie. Le carte di preparazione, che aiutano a inquadrare il target e le tempistiche disponibili. Ci sono poi le carte struttura, che forniscono una chiara descrizione di quello che è lo schema da seguire. Infine, troviamo le carte nodi e sviluppo nodi, che consentono di sviluppare a dovere i concetti chiave e comporre un discorso efficace.

La classe IV BL, durante la settimana di recupero, ha sperimentato questo nuovo metodo per prepararsi a un dibattito. Gli studenti hanno formato dei gruppi basandosi sulle loro opinioni e, aiutati dalle carte Cicero, hanno elaborato un testo argomentativo. Ciascuna produzione è stata esposta al resto della classe e la lettura è stata seguita da un debate. Le carte hanno semplificato il lavoro, aiutando a individuare le tesi principali e ad argomentarle, conferendo linearità e chiarezza all'operato. La loro funzione è dunque quella di fornire una scaletta e di facilitare il brainstorming prima di un discorso, oppure di scrivere un testo scolastico, come nel nostro caso. Non è una formula magica né un sostituto dell’apprendimento. Le carte forniscono un ausilio e un metodo alternativo tale da stimolare creatività e versatilità. Non si tratta del semplice travestimento di un’attività scolastica in attività ludica. La scelta del gioco va pensata come un’alternativa alla normale lezione frontale, che ovviamente rimane indispensabile, così da privilegiare canali comunicativi diversi e fornire uno spazio di autovalutazione e autoapprendimento normalmente di difficile attuazione in classe. «Fra i compiti dell’insegnante – scriveva il pedagogista Cousinet – vi è anche quello di restituire ai ragazzi la libertà di cui godevano prima di venire a scuola». Aumentando le attività a disposizione degli alunni cresce la possibilità di fornire loro gli stimoli adeguati per uno sviluppo autonomo e consapevole delle loro competenze. Quando uscirai dal Lorenzini, la tua abilità oratoria ti aprirà le porte al mondo del lavoro, sia nei colloqui che durante la tua carriera. Il segreto? Una didattica versatile che non teme l’innovazione e che, quando è il caso, sa anche giocare a carte!

Chiara Giuntoli e Laura Pascarella