L'onda

Regista: Dennis Gansel

Genere: Drammatico

Paese: Germania

Durata: 101 minuti

Anno di produzione: 2008

Ci sono film che non perdono mai la loro attualità, perché raccontano una verità umanamente valida in ogni tempo e luogo. Nonostante la Seconda Guerra Mondiale e i suoi effetti ci sembrino eventi remoti, testimonianze e fatti concreti ci smentiscono di continuo. Basti leggere le cronache di queste ultime settimane.

Questi «fatti concreti», e la loro scioccante attualità, sono al centro di un film girato undici anni fa in uno dei Paesi in assoluto più coinvolti: la Germania. Un film ispirato a un libro dell’81 (Il segno dell’onda, di Todd Strasser), che si rifà a un esperimento condotto in California che a sua volta ha ispirato una rilettura adolescenziale, e non all’altezza dei precedenti, Noi siamo l’onda, distribuita da Netflix a novembre. Una narrazione che si propaga come un’onda, appunto.

L’onda (in lingua originale Die welle) è un film tedesco del 2008 che ipotizza la nascita di una nuova dittatura. Non parla però di movimenti xenofobi o razzisti nati nel corso di raduni segreti o in ambienti militaristi e conservatori, bensì di un gruppo di «normali» studenti delle superiori. Rainer Wenger, insegnante di educazione fisica con un passato da anarchico rockettaro, per spiegare ai suoi studenti liceali il concetto di autocrazia li coinvolge in un esperimento di regime dittatoriale fra i banchi di scuola. Per una settimana dovranno rispondere al rigido sistema disciplinare del loro stesso insegnante: da quel momento la sua parola è legge. Per identificarsi tra loro avranno un nome: l’onda.

Lo scopo è conformarsi ad un codice di abbigliamento univoco e lavorare assieme in un'ottica di organismo gerarchico, isolando o reprimendo eventuali dissidenti. In pochissimo tempo, i ragazzi scoprono uno spirito di cameratismo vincente, dominano le proprie insicurezze e si sentono legittimati ad animare atti di violenza e vandalismo in nome del loro gruppo, in un'operazione che arriva presto a fuoriuscire dalle mura scolastiche. Quando, da ultimo, il docente comprende la pericolosità delle dinamiche che ha innescato, per fermare L’onda è troppo tardi.

Le parole che vigono in questo piccolo regime sono: disciplina, regole ed obbedienza incondizionata. Di base, come parole chiave sembrano assolutamente familiari: riportano direttamente al pensiero nazifascista del Terzo Reich. La classe sembra ignorare il peso che quelle parole portano, e si sente piuttosto un corpo unico che li rende tutti uguali, con parità di sessi, diritti ed opinioni. Il gruppo si fonda su un discrimine ancestrale e semplice: la distinzione da tutto il resto. Per delineare la propria identità, i gruppi sociali (come quelli neonazisti) devono infatti distinguersi dagli altri e per farlo è necessario opporsi al resto, considerato come diverso e nemico. La realtà sociale acquista così chiarezza ed efficacia: stai con me o contro di me. La comunità in uno Stato totalitario diventa preponderante rispetto alle singolarità dei componenti. Il fine è unico: la libertà individuale è sacrificabile e pericolosa.

Un film diverso, lontano dalla retorica a volte stucchevole, che guarda con disincanto non a un evento limitato nella storia né condanna senza appello la mostruosità di un tempo lontano, ma alla condizione umana, costante e senza tempo.

Linda Quiriconi

4A Scienze applicate