Colono era un demo della campagna attica, molto caro a Sofocle che vi ambienta il suo Edipo a Colono. Il primo stasimo è una lunga descrizione che rappresenta un paesaggio dell’anima, razionalizzato dagli uomini e benedetto dagli dei, cui fa da contrappunto il dramma di Edipo, cieco e maledetto, che accompagnato dalla figlia si fa strada tra i cittadini inorriditi: «A questo paese di forti cavalli, ospite straniero, sei giunto, la migliore dimora della terra, la candida Colono, dove l’usignolo canta senza fine il suo lamento triste in fondo al verde delle valli, abitando l’edera fosca e l’inaccessibile selva frondosa del dio, intatta dal sole, inviolata dal vento di ogni tempesta, che l’ebbro signore Dioniso in ogni tempo percorre insieme alle sue nutrici divine» (vv. 668-690). Docenti e studenti della IVA Classico si sono cimentati in questi giorni di didattica a distanza in un’originale rivisitazione di questi versi, mostrando come dall’emergenza possano nascere nuovi modi di fare e intendere la didattica.
Redazione
Lettura drammatica: prof.ssa Ilaria Mezzetti, Chiara Giulietti, Giovanni Parrillo, Cristiana Santori, Martina Scardigli (IV A Classico). Canto nell’originale greco: prof. Francesco Bargellini. Organo: prof. Gian Paolo Prina. Pianoforte: Annalisa Mincione (IV A Classico). Chitarre ed editing: prof. Ezio Dolfi.