Il Lorenzini a teatro 

Tra acrobazie e inclusione

Lunedì 25 settembre, presso il teatro Pacini, si è tenuta, , alla presenza del sindaco e di altre autorità locali la kermesse musicale e circense Black Blues Brothers, opera di cinque acrobati kenioti che hanno ottenuto un successo internazionale, contando, tra gli altri, spettatori quali il pontefice e le famiglie reali monegasca e inglese. Lo spettacolo è ambientato nella sala d’aspetto di una stazione ferroviaria in cui cinque uomini ingannano l’attesa ascoltando twist e rock’n’roll – da Glenn Miller a Chubby Checker, da Elvis Presley ad Aretha Franklin – e dando vita ad acrobazie utilizzando gli oggetti in scena e il fuoco. Fra le scuole che hanno partecipato c’è stato anche l’istituto Lorenzini. Abbiamo chiesto le loro impressioni a due studentesse e a uno studente della classe III A Classico.

«Lo spettacolo era bello e gli attori preparati – ha commentato Diego –. Ho apprezzato il coinvolgimento del pubblico in alcuni momenti. Soprattutto quando hanno fatto salire i bambini sul palco per ballare il limbo l’ho trovata una scena molto tenera. Uno spettacolo adatto a tutti e basato non solo sulle notevoli capacità tecniche dei performer ma anche sulla loro umanità»

«Lo spettacolo è adatto a tutte le fasce d’età à il parere di Irene –. Personalmente ho apprezzato di più quando, dopo aver fatto salire una spettatrice sul palco, hanno provato a conquistarla in modo scherzoso attraverso balli e canzoni allegre. Lo spettacolo non aveva un filo narrativo preciso ma ciò che catturava l’attenzione del pubblico era la loro bravura e destrezza, ma anche la loro simpatia».

«È adatto a chiunque – ha confermato Elisa – perché non raccontava una storia ma era una composizione acrobatica. Questo è stato il perno dello spettacolo, perché il pubblico era portato a stare con il fiato sospeso e ha consentito a un pubblico di diverse fasce di età di seguire. Sono contenta che la scuola abbia aderito».

Oltre che la qualità dell’esibizione e dei suoi interpreti a colpire i giovani spettatori è stata la capacità dello spettacolo di creare uno spazio di condivisione attraverso l’uso del linguaggio corporeo. L’arte, dunque, come strumento per superare le distinzioni, anche di età, e di offrire spunti di riflessione su ciò che ci rende umani al di là delle differenze linguistiche e culturali, ponendo al centro temi quali l’accoglienza e l’inclusione.