Migliorare la qualità dell’apprendimento attraverso il potenziamento della memoria operativa. Questo l’obiettivo del progetto Memory Methods, Bright Horizon finanziato dal programma europeo Erasmus Plus. La finalità è la promozione di strategie per il miglioramento della memoria operativa – cioè quella a breve termine – nello studio delle lingue straniere attraverso la ricerca e la condivisione delle buone pratiche fra i partner, con particolare attenzione all'inclusione scolastica. Cinque i paesi selezionati: Inghilterra, Italia, Grecia, Turchia e Romania. A rappresentare l’Italia, l’Istituto Lorenzini di Pescia.
Le tecniche di memoria – lo dimostrano gli studi europei – incrementano del 40% le capacità di apprendimento e della memoria a lungo termine, con una incisività di gran lunga superiore rispetto agli interventi didattici tradizionali. La loro applicazione si rivela particolarmente efficace nei casi di bisogni educativi speciali (in particolare nei disturbi dell’apprendimento e dell’attenzione) e più in generale nell’innovazione didattica per competenze. Il progetto, che coinvolge una varietà di figure professionali legate all’educazione, ha come scopo lo studio dei diversi fattori formativi, legislativi e amministrativi che possono influenzare e determinare il successo delle tecniche volte al miglioramento della memoria operativa. Per tale ragione, il campione di studi comprende quindici ordini di scuole e centoventicinque docenti, venticinque per ciascuno dei paesi aderenti. Il confronto tra realtà diverse è l’occasione per approntare un piano di intervento comune. L’obiettivo è il miglioramento e l’adeguamento dell’offerta formativa europea. Le tecniche mnemoniche – ad esempio quella della «stanza romana», che consiste nell’associare a un oggetto una sequenza di concetti – hanno un enorme potenziale. Il loro apprendimento consentirebbe la facilitazione dei contenuti e un perseguimento più agevole degli obiettivi scolastici. Tuttavia, l’Europa è in ritardo.
Di questo, e non solo, si è parlato nel corso dell’incontro del 7 e 8 ottobre a Kavala, in Grecia, sede della Association for Education and. Development of Disabled People: A rappresentare l’Istituto, le professoresse Sandra Annibali e Cristina Galli. L’esigenza espressa dai partecipanti è stata quella di elevare a uno standard comune europeo i metodi di insegnamento fondati sullo sviluppo della memoria operativa attraverso la diffusione e la condivisione dal basso delle buone pratiche educative. In particolare si è sostenuta l’importanza di tali metodi per la prevenzione della dispersione scolastica. Il prossimo incontro è previsto al Lorenzini giorni 20 e 21 gennaio 2020. La cooperazione europea comincia dalla scuola.
GS