Il fuco te l’hanno ucciso, sembrava amore ed era un calabrone. Hai un alveare intero e tu vorresti annegare. Sognavi una famiglia nella solitudine della tua conchiglia. Volavi, sempre in basso. Le regine ammaliavano i fiori e tu vedevi nelle foglie allegorie. Anche il tronco si lamenta, legge del contrappasso. Legno comoda certezza, indegno cane di mezza coda abbaia per noia e bagna le ali, c’è paura, Alice non vola. Non vìola le nefaste nuvole nuziali ma la regina soccombe alla festa negata e il mondo non è più colmo di miele, felicità dall’alto colata. Sovversione di valori nel vasto alveare mentre ti specchi negli errori di un’esistenza destinata all’estinzione; le sorelle soffocano e i fratelli si infliggono il pungiglione: sospetto per gli altri e per i simili attenzione. Preferisci quel timore neonato al terrore nel petto e così ti ritrovi tra gli uomini (...). Cloe Buralli
Vennero dal mare su navi nere. Su navi di pece. Su navi di legno e funi verdi. Dalle alture li videro, dalle alture dettero l’allarme. Risuonarono i corni. Dalle porte uscirono con carri e cavalli, con lance e scudi. Vennero gli stranieri dalle navi. Numerosi come insetti alati. Le spiagge pescose di pesci divennero rosse. Un uomo li guidava e il suo nome era rosso; come il sole al meriggio era il suo nome. Aprì la bocca e la sua voce era la risacca; la sua voce era il suono dell’acqua graffiata.
Di Ghost
Mi sento la febbre di un dito morsicato dalla rabbia per quel rabbino così saturo di(s)somiglianza. «Io non sono vicino a lui» - dico ma codici di tolleranza mi pressano, calpestano me con i piedi nudi come gli occhi di lui che bramo sano, cristiano. Abramo non approverebbe e neppure l’Eva le tue intuizioni superbe, la tua dottrina cieca eppure non cedi, ai mille assedi. Disprezzo e vizio, il mio giudizio dedotto dall’ignoranza, pietanza apprezzata.
Di Cloe Buralli
«Non ci sei più» . È un senso che sorprende, incespica ma non spaventa. Pare nata per stare sotto questa stella sfuocata Lei, sospesa come le pieghe del volto quando il riso si soffoca in circostanza. Rispetto dei suoi tempi non hai: è una violenza continua a cui avvezza da tempo è sottoposta, eppure non demorde (...). ἡ δεινή
Il giovedì non l’ho mai capito. In dirittura d’arrivo verso la domenica, ma nel pieno della settimana, impegni ansie dolori. Tu sei il mio giovedì, dai giorni di riso alle sere di farfalle integrali fatte dardi. Due fatti per intendersi, nessuno per ascoltarsi. Ti ho concesso premurosa le meraviglie della mia conoscenza, come segnalibro una primula vizza, tu angolo piegato; e non ti meravigli più (...). Cloe Buralli
Il sole si è rotto. Daltonico, le labbra di lei sono pagine bianche (che non scriveremo mai più). Il mare ci ha confortato tante e tante volte ora un lago nero di rimpianti e rimorsi (Ah! Quando ti mordevo le guance di lacrime!). Il sole è caduto (...). Cloe Buralli
Cleotera, dove corri? Non rispondi, o pensavo male o la voce con cui ti chiamo è la tua voce. Ti aspettavo all’altare e zimbello di tradimento, aprile rideva. Cleotera, maledetta Eva indossa la testa leonina e se non mi ami, mima (...). Cloe Buralli
Impolvera di polline un cuore stanco, dalle vene sgorgheranno rose. Fai viaggiare la tua essenza per colline e mondi, saranno costellati di girasoli, impazziranno di luce. Dona i tuoi petali al vento, accarezzeranno un caro dolore, un dolce ricordo e di tutto, si farà un colore (...). Cloe Buralli
Ti vidi laddove eri luce. Luminoso il bove del sacrificio, pascolava beato con i simili e tu l’hai rapito, ora è altrove. Tante volte ho cercato il tuo nome, di colui che tutto muove e scivoli dai bovini ai manichini, ironico pensarti vicino ai diciannove (...). Cloe Buralli
Nel ventre del mondo dormono i cani in mezzo a deliri, sospiri, falsi zaffiri saranno i tuoi guardiani. Corri, Telemaco, corri il fiore della purezza, raccolto è appassito secoli fa anche protetto da materne torri (...). Cloe Buralli
Riconosceranno le tue radici il mio cuore in terra? Tu, petali baciati dall’Aurora tronco sottile ma tante braccia che mi accolgono se l’animo è innevato di ricordi da quando ci sei, ogni giorno è marzo, aprile, maggio miraggio di dolcezza (...). Cloe Buralli
I ragazzi che si amano sanno tutto del mondo. Sanno che un bacio può far toccare le stelle. Sanno che un tocco può rimanere sulla pelle un tempo che sembra infinito. Sanno che il profumo dell'altro è ciò che l'ambrosia era per gli dei (...). Anonimo
Fiordaliso, mantello oscuro, notte che si fonde con la volta celeste avvolge animi complici, fiori di giardini interiori, di arcani sentieri che sboccano ai Campi Elisi o, forse, al crepuscolo dell’universo (...). Cloe Buralli
Non si sceglie di dire la verità. A quelli come noi è Lei a saltare addosso, aggredirci, con violenza rivelarsi. Non si sceglie di essere così come siamo, alla disperata ricerca di noi, capita sempre senza che ce ne accorgiamo. Accade nonostante ce ne accorgiamo (...). ἡ δεινή
La figlia dice francese Tu reciti Baudelaire La figlia vive bacio Tu leggi in Catullo baciamento La figlia ama duttile Tu come Odisseo occhi di ferro La figlia sussurra casa Tu con i capelli al vento Libertà Di anime perpetua discrepanza (...). Cloe Buralli