Le azioni più vili come erbe avvelenate
Prosperano all’aria della prigione;
E soltanto quello che è buono nell’uomo si sciupa e si dissecca colà:
La pallida Angoscia guarda il pesante cancello,
E il secondino è Disperazione.
Poiché essi affamano il bambinetto spaventato
Fino a farlo piangere notte e giorno:
E battono il debole, e frustano il demente,
E sbeffeggiano chi è vecchio e grigio,
E alcuni impazziscono, e tutti diventano cattivi,
E nessuno può dire una parola.
Ogni angusta cella in cui dimoriamo
E’ una sconcia e buia latrina,
E l’alito fetido della morte vivente
Soffoca ogni schermo di sbarre,
E tutto meno la lussuria diventa polvere
Nell'ingranaggio dell’umanità.
L’acqua salsa che lì beviamo
Cola come una bava disgustosa,
E il pane amaro che pesano con la bilancia
E’ pieno di gesso e di calce,
E il Sonno non si corica, ma vaga
Con occhi stralunati, e grida contro il Tempo.
Oscar Wilde, Ballata del carcere di Reading