Il Palazzo Ducale di Gubbio sorprende il visitatore per il fatto che si presenta pressoché vuoto, infatti sono andate disperse le suppellettili, gli arredi, i portali, rimane un solo soffitto a cassettoni, due porte finemente intagliate, un paio di armadi di legno dipinti del XV-XVI secolo. Negli ultimi anni è stata allestita una pinacoteca. La visita del piano nobile permette però di intuire che il Palazzo è stato una residenza signorile che fu sicuramente raffinata, bisogna lavorare di fantasia, conoscere la storia dei suoi proprietari ed immaginare l’eleganza, la misura, lo stile, il gusto del bello che animava Federico. Possiamo anche intuire i sogni, le aspirazioni del Duca che aveva voluto costruire a Gubbio una sua residenza dove trascorrere momenti di relax insieme al tanto desiderato erede che proprio in questa città aveva visto la luce.
Federico non vide la conclusione dei lavori, suo figlio Guidobaldo ereditò dal padre il potere e le sue residenze e sicuramente rimase legato affettivamente a questo Palazzo di Gubbio, meno fastoso di quello di Urbino, ma più carico di ricordi e nostalgie, dove probabilmente si ritirava nei momenti più difficili perché più isolato, riservato, intimo; un luogo della memoria,
Lo stato attuale dell’edificio non consente uno studio completo della destinazione delle sale, delle decorazioni, delle allegorie. Nel corso dell’800 il Palazzo fu adibito a filanda subendo numerose manomissioni, vari elementi architettonici: camini, portali, ante intarsiate, furono venduti all’asta. Il patrimonio decorativo originale, sparso in musei e collezioni e disperso per il mondo, può restituire l’immagine “dello admirando palazzo altero de Ogobio” come veniva definito l’edificio da un biografo di Federico. La perdita più grave è stata quello dello Studiolo del Duca, uno dei capolavori assoluti dell’arte della tarsia lignea del Rinascimento, opera del fiorentino Giuliano da Maiano, eseguita tra il 1478 e il 1482. Lo Studiolo venne acquistato nel 1874 dal principe Lancellotti per la sua villa di Frascati e rivenduto, poi, nel 1934 al Metropolitan Museum dove si trova attualmente ed è stato esposto dopo un accurato restauro. Dal 2009, grazie alla maestria della bottega degli intagliatori Minelli, allo studio accurato del Dottor Ambrogi e al supporto economico della Fondazione Cassa di Risparmio, è stata realizzata una copia fedele dello Studiolo posizionata nella stanza che non risulta più spoglia, ma restituisce un'immagine della meraviglia delle tarsie e dei giochi prospettici realizzati nel Rinascimento.
Pianta del piano nobile che si apre sul lato sud- est del cortile: 1 cortile, A ascensore, I ingresso, 2 Anticamera, T scala a chiocciola, 3 Studiolo, 4 Biblioteca, 5-6 Saloni, 7-8 Pinacoteca, 9 Sala con soffitto a cassettoni, 10 Sala con armadi dipinti, S Scalone d'onore
Soffitto a cassettoni rimasto nel Palazzo di Gubbio
Un portone intagliato, l'architrave in pietra serena si trova al Victoria&Albert Museum di Londra
Il lato esterno del portone con rosette in rilievo
Due scuri con intarsiati degli angeli danzanti
Maestro intarsiatore eugubino attivo attorno al 1470. Stella a otto punte e veduta di città, particolare della porta intagliata e intarsiata che conduce alla biblioteca
Armadi dipinti
La Pinacoteca
L’accuratezza e la non casualità della sistemazione interna del palazzo si può comprendere analizzando i fregi delle porte interne eseguite con modanature in pietra serena semplici e severe. Le cornici delle porte sono completate con fusarole, ovuli e dentelli dipinti in oro e azzurro, di queste coloriture restano numerose tracce anche sulle finestre delle sale e sui camini. Gli stessi colori, oro e azzurro impreziosivano gli emblemi la cui disposizione non è casuale, ma piuttosto organizzata secondo un programma simbolico. Infatti se entriamo nel piano nobile, nell’angolo opposto del cortile rispetto allo scalone monumentale, notiamo che l’emblema dell’ordine della Giarrettiera designa spazi privati riservati al Duca, il cinturino è rappresentato sulla porta dello Studiolo, sull’ingresso dell’appartamento ducale. Il cinturino della Giarrettiera si trova anche sul camino di una camera contigua al cortile identificabile forse con una camera da pranzo, lo stesso simbolo è identificabile infine sulla porta d’accesso alla scala a lumaca. Questa scala a chiocciola assolveva a un ruolo eminentemente di servizio ed aveva un carattere privato. Intorno a tale scala infatti si articolavano gli spazi privati di Federico, ingresso, studio, camera da letto collocati su vari piani.
La distribuzione degli emblemi all’interno del Palazzo indicava anche il percorso ufficiale che era previsto dal cerimoniale di corte. La porta d’accesso al corridoio antistante lo Studiolo è l’unica molto grande, sul fregio vi è un’aquila incoronata ad ali spiegate che ghermisce un ramo, è dipinta in oro e occupa l’intera trabeazione. Questo ingresso è fronteggiato da due porte dove si notano l’ermellino e lo struzzo. Superata la porta si entra nel corridoio dello Studiolo, probabilmente adibito a biblioteca che immette direttamente nelle sale principali e la porta di comunicazione è fregiata anch’essa da un’aquila in atto di posarsi. Anche la diversa espressione delle aquile sembra precisare il progredire del percorso: la prima aquila segnala l’ingresso a corte, la seconda l’ammissione alla presenza del Duca. Si deve ritenere che l’itinerario cerimoniale prevedesse l’ingresso al Palazzo ducale dalla facciata principale, rivolta verso ovest e l’accesso alle sale dalla parte opposta del cortile, percorrendo lo spazio più rappresentativo della residenza ducale. Tale percorso però non è aperto al pubblico e purtroppo non se ne può cogliere la valenza simbolica e non si può comprendere appieno la strutturazione interna dell’edificio.
Si possono visitare due sale che corrispondono all’antica aula del preesistente Palazzo della Guardia con sei finestre aperte verso valle e con due camini in pietra serena con decorazioni policrome in oro e azzurro: i colori dello stemma di Federico. Nell’originaria ristrutturazione progettata per il Duca questi due ambienti erano un unico grande salone, successivamente diviso da una parete.
Il fregio su un camino con FED DUX e lo spazzolino
Fregio di un camino
ll corridoio della biblioteca
Statua di Francesco Maria della Rovere nel corridoio della biblioteca
La porta dello Studiolo
La scala a chiocciola "la lumaca" accanto allo Studiolo che conduce al primo piano
Il passetto, elegante ponticello con un bel soffitto a cassettoni a rombo che conduce ad un edificio di servizio adiacente
Ingresso a nord-ovest, al tempo di Federico era quello principale perché sulla direttrice della strada che proveniva da Scheggia