L’unità dello Studiolo, definita in maniera davvero impressionante dal disegno prospettico dei pannelli lignei, viene ulteriormente accentuata dall’iscrizione latina con eleganti lettere, scolpite in legno di tiglio, dorate ed evidenziate dallo sfondo blu del fregio che percorre tutti i lati della stanza. Il testo in pentametri ed esametri recita:
ASPICIS. ETERNOS. VENERANDAE. MATRIS. ALUMNOS. DOCTRINA. EXCELSOS. INGENIOQUE. VIROS. UT. NUDA. CERVICE. CADANT. ANTE. ORA. PARENTIS. SUPPLICITER. FLEXO. PROCUNBERE. GENU. IUSTITIAM. PIETAS. VINCIT. REVERENDA. NEC ULLUM. POENITET. ALTRICI. SUCCUBUISSE. SUAE.
(Guardate il modo in cui gli studenti eterni della venerabile madre, uomini eccelsi nel sapere e nell’ingegno, si prostrano in modo supplichevole, col capo nudo ed in ginocchio e nessuno si pente di essersi sottomesso alla madre adottiva). Questo testo probabilmente si riferiva ad una serie di dipinti raffiguranti le arti liberali che una volta si trovavano nello Studiolo proprio sopra l’iscrizione. Il tono esortatorio dell’iscrizione, rivolta probabilmente al figlio Guidobaldo, fa pensare che lo Studiolo si stato ideato per lui con l’intento di sottolineare l’importanza delle Arti liberali nella sua istruzione.