AGNESE (Gubbio1470-1523), figlia di Federico e di Battista Sforza, va in sposa a Fabrizio Colonna, signore di Paliano e Gran Conestabile di Napoli. Dall’unione nel 1490, nel castello di Marino, sui colli Albani, Vittoria che diverrà una delle poetesse più famose del ‘500.
All' iniziativa di Agnese Montefeltro si deve probabilmente attribuire la trasformazione della residenza colonnese da castrum a vero e proprio palazzo rinascimentale.
Sembra che Donato Bramante abbia contribuito all'architettura del palazzo di Marino, oltre a essere stato l'artefice dell'edificazione di un ninfeo nei boschi circostanti il palazzo Colonna di Genazzano. Se pure non vi sono, al momento, tracce esplicite di un rapporto diretto con Bramante, il testamento di Agnese ricorda, tra i servitori più stretti, un Antonio Bramante alias Roscio da Urbino, probabilmente parente. Non vi sono dubbi, invece, circa l'intervento a Marino di Antonio da Sangallo il Giovane, che del Bramante era stato allievo.
Lo sviluppo architettonico e artistico della corte di Marino, oggettivamente modesto eppure significativo nel contesto provinciale e dei castra appartenenti ai lignaggi baronali romani, va legato alla permanenza di Agnese nel piccolo centro laziale e al suo ruolo di attenta amministratrice delle terre e delle relazioni sociali e politiche dei Colonna, ruolo accresciuto dalla prolungata assenza del marito, che si divideva tra gli impegni sui campi di battaglia e la sua residenza napoletana. La corte di Agnese a Marino ospitò personaggi politici di grande spicco, come Elisabetta Gonzaga, Isabella d'Este e suo fratello Alfonso, Duca di Ferrara, in fuga da Roma dopo la rottura con Giulio II nel 1511. Vi soggiornarono anche Jerónimo Vich e Juan Manuel, ambasciatori rispettivamente di Ferdinando II d'Aragona e dell'imperatore Carlo V tra il 1507 e il 1522, e Hugo de Moncada, già viceré di Sicilia e generale dell'imperatore. Se la scelta di Marino da parte dei principali esponenti del partito imperiale in Italia è da ricondurre al ruolo che i Colonna svolsero durante le guerre d'Italia, è però ad Agnese che, in assenza del marito, si deve attribuire, almeno in parte, il governo di quelle relazioni.
Anche le corrispondenze e le opere di alcuni degli umanisti che si giovavano del mecenatismo dei Colonna indicano chiaramente che Marino cominciò in quegli anni a prendere la fisionomia di altre residenze colonnesi site tanto a Roma, presso il palazzo adiacente alla chiesa dei Ss. Apostoli, e a Napoli, nel palazzo di via Mezzocannone, quanto in centri minori come Genazzano e Subiaco. Tra i letterati umanisti vicini ad Agnese va ricordato almeno il viaggiatore Ludovico de Varthema che, appellandola «unica observatrice de cose notabili et amatrice de ogne virtù», le dedicò il suo Itinerario . È probabilmente già negli anni di residenza a Marino che la figlia di Agnese, Vittoria, avviò la sua formazione umanistica, poi ampliatasi a Napoli e a Ischia.