VIOLANTE, (Urbino, 18 maggio 1430 – Ferrara, 1493) era figlia del Conte Guidantonio da Montefeltro e di Caterina Colonna, quindi sorellastra di Federico, Nel 1434 Sigismondo Pandolfo Malatesta, Signore di Rimini, la chiede in sposa, quando aveva ancora 4 anni, per suo fratello Domenico Malatesta Novello, Signore di Cesena. Il matrimonio viene celebrato il 2 giugno del 1442 a Urbino; Novello ha 24 anni, Violante 12 e data la giovane età di lei i due sposi restano separati ciascuno nella sua città.
Nel 1444 il fratello Oddantonio da Montefeltro (1428 - 1444), alla morte del padre diventa Duca di Urbino, ma viene ucciso da una congiura. All'omicidio assistono Violante e le due sorelle: Agnesina, che andrà sposa ad Alessandro Gonzaga e Sveva, futura moglie di Alessandro Sforza. Nel terrore di quella notte Violante fa voto di castità perpetua.
Divenuto signore di Urbino il fratello Federico (1422 - 1482), il 13 luglio del 1445 Violante rinuncia a tutti i diritti ereditari in favore del nuovo Duca e chiede in cambio la somma di 7.000 ducati d'oro.
Sospettata di aver avuto contatti con un gruppo che aveva congiurato contro Federico, nel 1446 Violante viene separata dalle sorelle e si rifugia a Roma presso lo zio paterno, il cardinale Prospero Colonna. Nell'ambiente romano entra in contatto con illustri umanisti, tra i quali Flavio Biondo di Forlì. Non abbiamo notizie precise dei suoi studi, ma sappiamo dalle cronache successive che Violante conosceva Seneca e Virgilio, i testi sacri e gli scritti dei maggiori Padri della Chiesa, sapeva correttamente scrivere in elegante corsiva umanistica, con sintassi scorrevole, sapeva passare dal volgare al latino.
Il destino di Violante venne deciso in base ad opportunità politiche, infatti il suo matrimonio fu celebrato come pegno di pace tra le due famiglie rivali, ma da questo punto di vista risultò inutile, i Montefeltro e i Malatesta continuarono ad odiarsi, i due sposi però si amarono, ma non furono fortunati. Non ebbero figli, il marito non si oppone al voto di castità della moglie anche per i propri problemi di salute. Violante viene descritta come donna molto bella, di onesti ed egregi costumi, di grande religiosità e virtù, semplice e modesta anche nel vestire, ma piacevole nei rapporti con le persone. Tante sono le lodi di questa nobildonna, numerosi i documenti e le lettere scritte di suo pugno, ma non è arrivato fino a noi nessun ritratto, forse a causa della modestia di Violante.
Novello era un gentiluomo mite che detestava la guerra, ben diverso da suo fratello che lo trascinò nella sua rovina. Novello perse tutto e morì giovane a 47 anni e senza eredi tanto che Cesena ritornò sotto il governo diretto della Chiesa. La moglie, ormai povera, si ritirò in convento a Ferrara dove assunse il nome di Suor Serafina, lo stesso scelto da sua sorella Sveva.
Violante è una bella, nobile figura del XV secolo che ancora oggi onora con il suo operato la città del Savio. Donna virtuosa, di nobili costumi, semplice, modesta, di grande religiosità; sempre impegnata a intrattenere buoni rapporti con la sua amata città d’adozione. Pur impegnata a dirimere le divergenze fra i suoi sudditi e a offrire con la sua presenza protezione e assistenza al suo popolo – a più riprese – si è tenuta in contatto con gli umanisti più illustri del suo tempo. Grazie alla sue molteplici virtù cristiane e alla sua formazione umanistica, si è adoperata perché i frati francescani dell’Osservanza potessero avere un loro convento.
Ha partecipato alla realizzazione del nuovo ospedale del Crocifisso. Insieme al suo sposo, ha contribuito alla costruzione della Biblioteca malatestiana, fondata a metà del XV secolo grazie agli sforzi congiunti del Signore della città, Domenico Malatesta, e dei frati francescani del locale convento, che ospitarono nei propri edifici la raccolta di libri: questa biblioteca monastica si differenziò dalle altre per essere stata impostata come istituzione civica, affidata cioè alle cure degli organismi comunali. Nonostante gli avvicendamenti politici, le crisi economiche e l'arrivo delle truppe napoleoniche che adibirono il convento di San Francesco a caserma, la Biblioteca fu preservata. Oggi a seicento anni di distanza è l'unica biblioteca monastica rinascimentale rimasta perfettamente intatta nella struttura, negli arredi e nel corpus librario.
Una grande opera – prima in Italia – inserita dall’Unesco nel Registro delle Memorie del Mondo, elevando in tal modo un inno alla cultura umanistica e rinascimentale.
Federico non ebbe mai buoni rapporti con Violante che però lo assisté sul letto di morte a Ferrara, quando il Duca era stato colpito da febbri malariche che aveva contratto durante le operazioni militari della guerra che opponeva Venezia e Ferrara per il possesso del Polesine. Fu lei ad avvisare, con una lettera Guidobaldo che aveva solo 10 anni, della morte del padre. Le parole di Violante, che definisce Federico, "dulcissimo fratello", sembrano rilevare che sul letto di morte i due fratellastri si siano riappacificati.
Cristofano dell'Altissimo, Novello Malatesta, Galleria degli Uffizi, Firenze
Pisanello, 1445, medaglia di Novello Malatesta, Kunsthistoriches Museum, Vienna
Cesena, Biblioteca Malatestiana, considerata una delle più belle del mondo
Chiosco della Biblioteca
Ingresso della sala Nuti, sormontata dall'elefante, simbolo dei Malatesta con il motto "Elephas Indus culices non timet" ("L'elefante indiano non teme le zanzare")
Dipinto dell'800 che raffigura Violante da Montefeltro e il marito Novello Malatesta che inaugurano la Biblioteca
Un esempio delle bellissime miniature dei codici presenti nella Biblioteca
Sala di lettura Nuti (architetto allievo di Leon Battista Alberti). La Biblioteca si è guadagnata la Mèmorie du monde dell'Unesco nel 2005, unica biblioteca al mondo ad appartenervi. La Malatesiana conserva quasi 380 000 volumi, comprese migliaia di opere manoscritte di grande valore, quotidiani, riviste, fotografie, lettere e articoli di numismatica.
Violante, rimasta vedova a 35 anni, si ritira in monastero a Ferrara dove diventa Badessa con il nome di Suor Serafina. Prima di lasciare Cesena donerà i suoi beni parte alla chiesa e parte alla città come sua Signora. Per il ricordo che aveva lasciato di sé , i cesenati si impegnarono a versare una cifra annua di 25 lire per provvedere all'olio per il monastero di Ferrara dove Violante guidava ben 142 suore, Violante muore a 63 anni nel 1493 in odore di santità.