[Riprendo da qui] Nel 2019 un gruppo di 27 studenti di diritto dell’Università del Sud Pacifico, facenti parte dell’organizzazione Pacific Island Students Fighting Climate Change, hanno proposto di portare la questione della crisi climatica di fronte alla ICJ Corte Internazionale di Giustizia, nota anche con il nome di Tribunale internazionale dell'Aia, principale organo giudiziario delle Nazioni Unite, per chiederle di chiarire le obbligazioni e le responsabilità degli Stati ai sensi del diritto internazionale nel salvaguardare i diritti delle generazioni attuali e future contro gli effetti dannosi dei cambiamenti climatici. Questa iniziativa ha dato il via a un movimento globale guidato dai giovani, il World’s Youth for Climate Justice, ed è stata raccolta nel 2021 dal Governo di Vanuatu, piccola nazione insulare del Pacifico gravemente minacciata dall’innalzamento del livello del mare, che insieme ad altri Stati aderenti e alle agenzie ONU, ha elaborato la proposta di risoluzione A/77/L.58 adottata all’unanimità dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 29 marzo 2023 . Con tale proposta è stato richiesto alla ICJ un parere consultivo sulle obbligazioni degli Stati in relazione al cambiamento climatico. Il 29 marzo 2023 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione A/77/L.58 per la richiesta di un parere consultivo alla ICJ sugli obblighi e le responsabilità degli Stati nel contesto della crisi climatica. La richiesta di parere consultivo si articola in due quesiti giuridici di ampio respiro ma precisi nel contenuto, che possiamo riassumere così:
quali sono gli obblighi degli Stati ai sensi del diritto internazionale in materia di lotta ai cambiamenti climatici;
quali sono le conseguenze legali nel caso di violazione di tali obblighi con riferimento specifico ai danni subiti dagli Stati in via di sviluppo, in particolare gli stati insulari, e dalle persone – sia quelle presenti, sia quelle delle future generazioni.
Nel formulare tali quesiti l’Assemblea Generale dell’ONU ha precisato che “i cambiamenti climatici sono una sfida senza precedenti di proporzioni esistenziali” e che “il benessere delle generazioni presenti e future dell’umanità dipende dalla nostra risposta immediata e urgente ad essi”. Inoltre, ha riconosciuto l’ampio consenso scientifico, in particolare dell’IPCC, sulla gravità degli effetti avversi dei cambiamenti climatici sull’ambiente e sulle persone.