Misura, Limite & Crescita
Non più a rigida misura d’uomo astratto e idealizzato, ma a misura ideale di tutte le donne e gli uomini reali, quindi anche dei più fragili e di coloro che verranno in futuro. E soprattutto a misura del pianeta che ci ospita. Misurando la realtà dei fatti scientificamente e analiticamente, in maniera oggettiva e senza preconcetti. E facendoci guidare dalla scienza e dall’esperienza di tutti gli organismi viventi. E quindi accettando i limiti e confini of our ‘only one Earth’. Nel 1972 il Rapporto sui limiti dello sviluppo ha posto fine al mito del progresso illimitato e della crescita infinita, che nessun organismo o tessuto naturale si può permettere, se non i virus e le cellule tumorali, che comunque comportano l’annientamento dell’ospite: nessuna crescita è sostenibile in un ambito finito, solo l’equilibrio e la redistribuzione collettiva di vantaggi e svantaggi.
Dobbiamo passare quindi dalla Growth Economy ad un’economia del benessere e dell’equilibrio sociale e ambientale (Wellbeing Economy), definendo modelli al servizio delle persone e del pianeta anziché considerarli uno strumento di profitto, come ad esempio la Donut economy proposta da Kate Raworth.
Come dice lo scrittore Amitav Ghosh “è evidente che la costrizione è ciò di cui abbiamo bisogno nella nostra era. Dobbiamo tenere sotto controllo i nostri desideri illimitati e l’idea che libertà significhi libertà di consumare. Rima e metrica sono due elementi essenziali che pur limitando nell’uso del linguaggio si prestano all’analisi della realtà. E il messaggio di Jungle Nama è quello del bisogno che abbiamo noi umani di trovare dei vincoli per creare un equilibrio nel mondo che ci circonda. Se l’avidità è consumare le risorse planetarie senza limite e scambio o risarcimento, il suo opposto è gestirle come beni comuni e renderle rigenerabili [Pucci, G., (2021), La rigenerazione del bene comune, LEF].
Equità ed equilibrio ecologico, o equità sociale ed ecologica: queste sono le sfide che fronteggiamo; se la tecnologia è parte del problema è anche parte della soluzione. Molto spesso abbiamo frainteso e abusato delle loro possibilità d'uso, ma la tecnologia (pensiamo oggi all'AI) ci mette a disposizione strumenti, esperienze e misure raffinate su cui costruire soluzioni, tra cui:
Valutazioni e modelli aziendali come i rapporti ESG, le B corporation (basate sul TBL Triple Bottom Line), le Benefit corporation, la Corporate Social Responsibility (CSR) o l'Impact index; le Community Interest Companies (CIC) create a beneficio della comunità piuttosto che degli azionisti; i benchmark di sostenibilità come i Dow Jones Sustainability Indexes (DJSI) e la Global Reporting Initiative (GRI).
La CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) è una normativa dell'Unione Europea (UE), in vigore dal 5 gennaio 2023, che impone alle imprese dell'UE - comprese le filiali UE qualificate di società non UE - di riferire sull'impatto ambientale e sociale delle loro attività e sull'impatto aziendale dei loro sforzi e delle loro iniziative ambientali, sociali e di governance (ESG).
Per i prodotti da costruzione: la LCSA (Life Cycle Sustainable Assessment). Stabilita nel 2011 dall'UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente), la valutazione dell'energia incorporata, la certificazione di prodotto EPD, ecc. Sistemi di certificazione della sostenibilità degli edifici: il BREEAM inglese, l'HQE francese, il DGNB e Passivhaus tedesco, il LEED statunitense, il CASBEE giapponese, il Casaclima-Klimahaus e ITACA italiano, ecc.