I versi della Canzone seguono lo schema rimico (una via di mezzo tra rima incrociata e incatenata?) che ho evidenziato nelle pagine precedenti:

che si ripete identico anche nella seconda parte, quella del Malgoverno o Ben Proprio.

Corrisponde quasi esattamente, ma con un minor numero di stanze, alla canzone dantesca Così nel mio parlar voglio esser aspro, emblematica canzone delle rime petrose (1296-97), il cui schema ABBC ABBC C DDEE è ripetuto per sei stanze seguite dall'unico congedo FGGHH (laddove però Dante alterna endecasillabili e settenari, per cui lo schema è semmai ABbC ABbC C DdEE).

Se fosse possibile considerare le prime due quartine come un'unica ottava ABBCABBC, saremmo di fronte ad una iniziale sperimentazione dell'ottava rima, come nel caso dei coevi versi endecasillabi abbinati al Trionfo della morte di Buffalmacco (1336-41), affresco cui verosimilmente Lorenzetti si è inspirato per realizzare intorno al 1940 l'Allegoria della Morte e della Salvezza o della Redenzione (vedi qui]

[Riprendo da qui]" Anche se l’ignoto versificatore pisano [quello del Trionfo della Morte] non si limita all’impiego della forma canonica, che prevede un’alternanza rimica del tipo ABABABCC, ma si avventura anche in altre soluzioni, adottando forme del tipo AABBCCDD e ABABCDCD, non si può negare che questa testimonianza orienti il dibattito verso una rivalutazione dell’ipotesi legata all’origine popolare del metro, come sostiene Lucia Battaglia Ricci. I versi del Camposanto sono verosimilmente databili agli anni Trenta e risulterebbero pertanto cronologicamente anteriori al Filostrato di Boccaccio. Sull’origine di questa forma strofica si è a lungo dibattuto. In particolare, si sono fronteggiate le posizioni di quanti propendono per una paternità boccacciana del metro, tra i quali Dionisotti, Roncaglia, Picone, Gorni e De Robertis, e quanti vedono invece in Boccaccio solo un geniale interprete, capace di conferire dignità letteraria a una forma ereditata dalla tradizione canterina, come Balduino. L’incertezza sulla datazione del Filostrato e l’ignoranza circa la data di composizione del più antico cantare in ottave finora conosciuto, il Cantare di Fiorio e Biancifiore, giuntoci in una trascrizione del 1343, hanno ulteriormente animato la querelle."

In questo caso la genesi dell'ottava rima, finora attribuita al solo Boccaccio, avrebbe origine in quella tardomedievale fucina di grandi innovazioni culturali che fu il triangolo toscano con ai vertici  Pisa, Firenze e Siena.