[Riprendo da wikipedia] Un nemico del popolo (titolo originale En folkefiende) è un dramma in cinque atti di Henrik Ibsen, scritto nel 1882 e andato in scena per la prima volta il 13 gennaio 1883 al Christiania Theater di Kristiania (l'attuale Oslo), regia di Johannes Brun. La prima rappresentazione italiana di Un nemico del popolo è stata il 21 marzo 1894 al Teatro Nuovo di Verona dalla Compagnia Zacconi-Pilotto. L'adattamento An Enemy of the People realizzato da di Arthur Miller, regia di Robert Lewis, è stato portato in scena il 28 dicembre 1950 al Broadhurst Theatre di New York, per successive 36 repliche. Da qui è stato tratto il film del 1978 diretto da George Schaefer che ha come attore protagonista Steve McQueen. Il 24 maggio 1967 la Rai trasmise la versione girata da Ottavio Spadaro, che vedeva anche la prova attoriale di Giusva Fioravanti [lui sì davvero un nemico del popolo!]; il 2 febbraio 1973 andò in onda la versione girata da Sandro Sequi.
Una premessa: Alla fine dell'Ottocento le città termali si trasformano in veri ed esclusivi centri di villeggiatura per aristocratici e borghesi. Nasce il turismo moderno, con nobili, politici, artisti e imprenditori che frequentano con le famiglie le terme alla moda, che così repentinamente sviluppano un una ricca economia improntata alla ricettività: le terme, i bar, i ristoranti, gli alberghi. una ricchezza condivisa e da non mettere assolutamente in difficoltà.
Trama: Il dottor Stockmann scopre che le acque della stazione termale della sua città sono contaminate. Vuole quindi avvisare la popolazione che per rimediare al danno saranno necessari costosi interventi di manutenzione e la chiusura temporanea dello stabilimento termale. Il sindaco della cittadina, che è anche il fratello del dottore, vuole invece mettere a tacere queste voci. Il dottore prosegue nella sua opera di comunicazione, convinto che la cittadinanza alla fine gliene sarà grata, ma scopre man mano che al contrario tutti osteggiano la sua decisione di voler rendere pubblica l’informazione che le acque sono contaminate. Perde il lavoro, la sua casa viene assediata, la famiglia offesa e viene additato da molti come un "nemico del popolo". Stockmann nonostante tutto, invece di fuggire dalla città, decide di combattere per la verità, indipendentemente dal prezzo, dichiarando che "l'uomo più forte del mondo è anche quello più solo".
[Riprendo da Emma Goldman, The Modern Drama. A powerful dissemination of radical thought, 1914]
In questo dramma Ibsen compie gli ultimi riti funerari su un sistema sociale in decadenza e prossimo a morire. Da queste ceneri nasce l’individuo rigenerato, il ribelle coraggioso e audace. Il dottor Stockman, un idealista ricco di empatia e di spirito di solidarietà sociale, è chiamato nella sua città natale come responsabile medico delle Terme. Ben presto scopre che queste sono state costruite su terreni paludosi e che, invece di rigenerare il corpo, le persone che vi affluiscono, incamerano piano piano nel loro corpo materie tossiche.
Uomo onesto, dalle forti convinzioni, il dottore ritiene suo dovere far sì che quanto da lui scoperto sia reso noto a tutti. Però, ben presto scopre che i percettori di dividendi e profitti non sono affatto interessati né alla salute delle persone né al rispetto dei principi. Anche i riformatori presenti in città, rappresentati dai giornalisti della Voce del Popolo, sempre pronti a blaterare di devozione verso popolo, ritirano il loro sostegno a questo “sconsiderato” idealista, quando capiscono che la scoperta del dottore potrebbe gettare cattiva luce sulla loro cittadina e danneggiare le loro tasche.
Ma il dottor Stockmann ha fiducia nei suoi concittadini. Almeno loro lo ascolteranno. Però, anche qui, ben presto, egli si ritrova solo. Non riesce neanche a trovare un locale dove far conoscere la sua grande verità. E quando, alla fine, lo trova, è sommerso da insulti e derisioni, come Nemico del Popolo. Il dottore, così fiducioso che avrebbe trovato negli abitanti della sua città l’aiuto per eliminare il male, è presto relegato in una posizione solitaria. L’annuncio della sua scoperta porterebbe ad una perdita di denaro per la città, e questo motivo spinge i funzionari municipali, i bravi cittadini e le persone dall’animo riformatore, a soffocare la voce della verità. Egli si trova di fronte una compatta maggioranza, abbastanza priva di scrupoli al punto da voler costruire la prosperità della città su un pantano di bugie e di inganni. Il dottore è accusato di voler rovinare la comunità. Ma per lui “non ha alcuna importanza che una società fondata sull'inganno vada in rovina. Anzi, io dico che bisogna distruggerla, abbatterla dalle fondamenta! Tutti coloro che vivono e prosperano di questi inganni dovrebbero essere tolti di mezzo come si fa con gli insetti nocivi! Siete voi che alla fine avvelenerete tutto il paese. È per colpa vostra ch'esso meriterà ben presto di scomparire!”
E' evidente la contrapposizione tra etica ed economica: «Che fare? Chiudere le terme in attesa di una bonifica – con il conseguente danno economico – o persistere nel promuoverle, assicurando lo sviluppo di tutta la città?» Due visioni: quella del Dr. Tomas Stockmann, fautore della chiusura delle terme, e di suo fratello, il sindaco Peter Stockmann – racconta Massimo Popolizio qui e qui – Non si tratta di un confronto di due posizioni, quanto piuttosto dello scontro tra due punti di vista. “Saremo tutti d’accordo nell’affermare che sulla faccia della terra gli imbecilli costituiscono la maggioranza. Allora perché dovremmo farci comandare dalla maggioranza?”, così provoca il Dr. Stockmann, per Ibsen: le regole della vita di una democrazia, con i suoi paradossi, mi sembrano di grande interesse per questi tempi. Quando questa esigenza incontra un testo del passato, forte e attuale come Un nemico del popolo di Ibsen, la sfida della messa in scena diventa attiva, alla ricerca di un’efficacia nel raccontare, e ricettiva, per ascoltare e apprendere ciò che un’opera così densa ancora oggi ci svela sul potere, la corruzione, il bene comune e l’interesse personale.
"Fino a qualche giorno fa, se qualcuno avesse osato, se avesse soltanto provato a tapparmi la bocca, come adesso, vi avrei mostrato come sono capace di difendere i miei diritti, come un leone, i miei sacri, inviolabili diritti di essere umano. Ma oggi questo non m'importa più perché ci sono altri problemi più importanti di cui voglio parlarvi. In questi giorni ho riflettuto, ho pensato, mi sono tormentato e scervellato, tanto che a volte mi pareva che la testa mi scoppiasse...
Ed ecco, d'un tratto ho visto chiaro, tutto mi è apparso evidente. Ed è per questo che sono qui stasera a parlarvi. Voglio rivelarvi ciò che ho scoperto, cari concittadini, cose ben più importanti del semplice inquinamento delle nostre acque e del fatto che le nostre Terme utilizzano acqua malsana: quello che ho scoperto è che le fonti della nostra vita morale sono inquinate e che tutta la nostra vita sociale è costruita su una fogna fatta di menzogne."
Il personaggio del Dr. Stockmann, come la Dottoranda Dibiasky di Don't look up, a sua volta caricatura di Greta Thunberg, è una moderna Cassandra, tragica depositaria di una verità a lei evidente (il cavallo è una trappola che nasconde all'interno i nemici, "il re è nudo", "don't listen to me, listen to the scientists") e per tutti potenzialmente salvifica, che però nessuno vuole accettare. Si può paragonare alla figura di Prometeo che abbiamo visto nella pagina precedente, entrambi scopritori di un sapere sconvolgente (in un caso accolto e purtroppo utilizzato per distruggere due città, nell'altro purtroppo rifiutato dalla polis), entrambi travolti dalle certezze delle proprie azioni, e condannati all'emarginazione ed alla solitudine da un destino ineluttabile e disgraziato. La differenza sostanziale sta nella qualità del sapere: quella di Stockmann e delle delle passate e future Cassandre è la voce critica delle «sacerdotesse del “no”, del “non si può”, del “non si deve”» che danno fastidio alle maggioranze e ai governi, come scrive in Cassandra è ancora muta Tomaso Montanari: «La prima funzione del pensiero critico […] è proprio quella di mostrare che c’è sempre un’alternativa: sempre. Un filologo, un giurista, uno storico, un fisico sanno partecipare al discorso pubblico demistificando la retorica dell’ultima spiaggia e dell’uomo della provvidenza. Perché lo fanno usando argomenti comprensibili e razionali, dimostrabili e verificabili. Tutte cose pericolose per chi basa l’acquisizione del consenso non sul cervello, ma sulla pancia degli ascoltatori-elettori.»
Qui riporto la voce di Wikipedia relativa al Teatro contro il cambiamento climatico. Altri esempi si trovano qui, qui qui e qui.
Nell'ambito del bene comune sono interessanti le voci riportate qui, qui, qui e qui.