[Riprendo da Wikipedia] La specie umana manifesta il desiderio di capire e influenzare il mondo circostante, cercando di comprendere, spiegare e manipolare i fenomeni naturali attraverso la mitologia, la religione, la filosofia, la scienza. Questa curiosità naturale ha portato allo sviluppo di strumenti tecnologici e abilità avanzate; H. sapiens è l'unica specie ancora vivente che comunica attraverso la scrittura simbolica, utilizza il fuoco, cuoce i propri cibi, si veste e usa numerose tecnologie. Gli esseri umani possiedono anche un marcato apprezzamento per la bellezza e l'estetica che, combinato col desiderio di auto-espressione, ha condotto a creative innovazioni culturali quali le arti, comprensive di tutte le discipline musicali, figurative e letterarie.

[Riprendo da THEODOSIUS DOBZHANSKY, Mankind Evolving. The Evolution of the Human Species] L’uomo è oggi in grado di trasformare e adattare il suo ambiente ai suoi geni; è capace di vivere in due “mondi” contemporaneamente, nel mondo biologico e nel mondo culturale, due ambiti strettamente interdipendenti dove la cultura può durare fin tanto che l’umanità possiede “l’attrezzatura genetica” che la favorisce e fino a quando ci saranno geni che “creano l’incastonatura dei caratteri culturali”, viceversa, l’uomo in quanto entità biologica non potrebbe sopravvivere senza il vantaggio della cultura. Uno dei prodotti più tardi dell’evoluzione umana, se non l’ultimo, ma il più profondo a affascinante, è rappresentato dall’oggettivazione o dalla coscienza di sé. Con essa l’uomo diviene conscio della suo essere, del suo ambiente, della sua persona. La coscienza di sé rappresenta però quella che Dobzhansky definisce la “caduta dell’uomo”. Esso si eleva allo stato di “signore del creato”, con le proprie libertà e responsabilità; egli ha dunque acquisito la conoscenza del bene e del male, acquistando modelli di comportamento etici, favoriti dalla stessa selezione naturale.


L'uomo è l'unico animale al tempo stesso tecnologico, politico, etico e artistico.