Il termine "conversio" in latino indicava il movimento di un corpo che cambia direzione, o il passaggio da un luogo all'altro. Conversione significa catarsi, mutamento di percorso, passaggio da uno stato o condizione ad un altro. Se l’evoluzione è un cambiamento lento e progressivo, qui siamo di fronte ad un radicale cambio di rotta, una totale trasformazione che permette di affrontare su nuove basi il presente ed il futuro.

Conversione quindi come soluzione innovativa di un problema preesistente, raggiungimento di un nuovo, duraturo e agognato equilibrio che permette di ritrovare efficienza ed efficacia, oltre che immediato soddisfacimento e futura sostenibilità. Mi fa pensare ad un meccanismo da sempre imperfetto e finalmente ricalibrato, un materiale che cambia stato per adeguarsi a mutate condizioni esterne, una porzione di territorio decaduto e riattivata per una nuova funzione più redditizia o socialmente utile, una ricchezza scambiata in valuta locale o un file riformattato per maggiore facilità d‘uso (ovvero per evitare anticipatamente una eventuale discordia tra il testo e la stampante o tra le formule della tabella e l’applicazione o sistema operativo). 

Conversione è anche il termine per descrivere la soluzione di una profonda crisi in cui si pensa di essere senza via d'uscita, che poi diventa tunnel con una fioca luce lontana, che se seguita permette di raggiungere la serenità della rotta giusta (giusta perché fertile e florida, se é vero che letizia e letame hanno la stessa radice). Che forse non è il punto d’arrivo ma l’inizio di infinite partenze, ripartenze, evoluzioni e cambiamenti importanti). Per Francesco (o forse no, ma per suo padre sì) deve essere stato un terremoto; un improvviso scuotimento tellurico che libera l’energia accumulata nel tempo e permette un nuovo equilibrio, affatto statico anzi dinamico, determinato da una maturazione ed una conseguente scelta che impone futura coerenza. In questo senso la conversione è quindi una scelta di dignità. Ad esempio, la transizione ecologica diviene conversione (la conversione ecologica coniata nel 1994 da Langer) se si basa su una scelta di dignità non tanto e non solo verso se stessi o verso la natura, ma prima di tutto verso i prossimi esseri umani (Jonas ma prima di lui Bonhoeffer: "Per chi è responsabile la domanda ultima non è: come me la cavo eroicamente, ma: come dovrà continuare a vivere una generazione futura. Solo da questa domanda possono nascere soluzioni feconde").