Acqua. Energia. Cibo. Tre componenti vitali per lo sviluppo sostenibile. L’interazione di questi fattori è generalmente indicata come Nesso Acqua-Energia-Cibo (Water-Energy-Food o WEF Nexus). Il cambiamento demografico, l’urbanizzazione, la dieta e la crescita economica trainano la domanda in ciascun segmento e generano sfide sempre più complesse in ogni angolo del mondo. La cattiva gestione di una delle componenti del WEF-Nexus ha impatto anche sugli altri due.
Ad esempio l’incremento demografico richiede sempre più produzione di cibo (e quindi una adeguata destinazione di acqua e terreni), la crescita economica del terzo mondo incrementa i consumi di proteine animali (la cui produzione richiede ben più acqua e superficie di quella cerealicola) mentre la richiesta di energia e l’abbandono delle fonti fossili sta convertendo la produzione cerealicola USA in biocarburanti.
Nel frattempo il global warming diminuisce anno dopo anno la superficie terrestre ospitale per le attività umane, rendendo la coperta sempre più corta.
[Riprendo da Come nutrire nove miliardi di abitanti? di Lester R. Brown]
L’Earth Policy Institute ha identificato 18 paesi dove l’over pumping, lo sfruttamento che eccede la capacità naturale di ricarica della falda, sta riducendo gli acquiferi. Tali Stati ricoprono complessivamente più della metà della popolazione mondiale e includono 3 grandi produttori di grano: Cina, India e USA. Questo sovra-sfruttamento, con il conseguente abbassamento delle falde acquifere, sta creando delle «bolle economiche alimentari» basate sull’utilizzo dell’acqua, in quanto solo grazie a questo eccessivo pompaggio numerosi Stati sono riusciti a espandere la propria produzione agricola. Ogni anno, gli agricoltori del mondo devono nutrire 80 milioni di individui in più, 290 mila ogni giorno.
Questa pressione demografica ha un’incidenza non solo sulla disponibilità di terre e risorse idriche, in costante riduzione, ma anche sulla tendenza degli agricoltori a continuare a produrre di più, con conseguente sovrasfruttamento delle risorse disponibili. Un secondo fattore riguarda gli effetti di questa crescita: 3 miliardi di persone lottano per scalare la catena alimentare consumando maggiori quantità di proteine animali – carne, uova e latticini – che derivano dall’impiego di mangimi a base di cereali. Così la domanda di cereali continua a crescere. Con circa il 35% del raccolto mondiale di cereali (760 milioni di tonnellate) utilizzato per la produzione di proteine animali, anche una modesta riduzione del consumo di carne può consentire di risparmiare grandi quantità di grano. Infine, gli Stati Uniti, che una volta erano in grado di agire come una sorta di «cuscinetto» globale contro gli eventuali cattivi raccolti, ora stanno convertendo grandi quantitativi di cereali in carburante per auto. Nel 2010 il raccolto è stato di 400 milioni di tonnellate, di cui 124 milioni sono andati alle distillerie di etanolo. Un decennio fa, la crescita del consumo era di 20 milioni di tonnellate all’anno. Più recentemente è aumentata di 40 milioni di tonnellate ogni anno. Il problema è che la velocità con cui gli Stati Uniti stanno convertendo i cereali in biofuel è cresciuta ancora di più.