Luca
La notte era finalmente finita. Aveva un'ansia dentro che lo mordeva, erano troppe le cose da sistemare prima delle 10 e 30.
Riordinò tutto, secondo il suo grado di ordine che non era mai abbastanza per Giulia.
È strano, - si disse Luca - come ogni occhio sviluppi una sfumatura di tolleranza al disordine!
Più era stratificata la confusione delle carte sulla scrivania e più lui si sentiva a suo agio nel ripescare quella tale carta o quel talaltro fascicolo; mentre, per lei, il suo era solo un casino immondo. Così lo chiamava e ne avevano fatte discussioni, quando presa dalla frenesia della polvere gli spostava tutto, non facendogli ritrovare più nulla come prima.
A guardar bene la causa delle battaglie è sempre un fatto d'ordine.
Ogni occhio sviluppa una sua geografia degli spazi e non è disposto a mutare le collocazioni. Invece ciò che non si capisce è che ogni ordine è, in sé, un disordine, che ha trovato una mediazione che soddisfa l'occhio.
Ecco, - si disse Luca - è un fatto di bellezza! Ogni ordine è un grado di bellezza differente! - Quello che era bello per Giulia, a lui non era un granché e viceversa.
Ne avevano fatte di liti agli inizi con le aree di silenzio tra di loro. Poi era scattata un molla dentro e insieme avevano acquisito che nessuno era disposto a cedere il passo. Come due pugili, che si guardano negli occhi, avevano capito l'imbecillità del loro ferirsi per una carta sul tavolo da pranzo e un posacenere sul comodino.
Si erano divisi gli spazi come nel congresso di Vienna e avevano dato vita alla loro piccola restaurazione; l'altro si sarebbe tenuto lontano dal casino non suo.
A ognuno il suo spazio. Ma in casa, in quei giorni così da solo, Luca si era sentito vuotamente libero e aveva iniziato a ordinare tutto, come lei voleva.
Certo, - si disse - la vita è curiosa, scopriamo la stupidità delle nostre prese di posizioni, quando l'altro se ne va e solo allora ammettiamo che il suo modo è più funzionale!
Guardò il grande fascio di rose, naturalmente rosse, al centro del tavolo da pranzo, sarebbe stato il suo: - Bentornata!
Prese la giacca, la infilò e usci in fretta, doveva passare dal fruttivendolo in via Matteotti, a Giulia piaceva l'ananas e, con quel caldo, sarebbe stata una bella sorpresa per l'ora di pranzo.
Giunse in ospedale in perfetto orario, andò direttamente alla stanza 12, ma era come fredda, così tutta avvolta nel disinfettante. Chiese ad un'inserviente in corridoio e quella con una voce distratta: - la paziente del 12 è giù in obitorio.
In quel attimo accadde tutto. Una crac lieve aprì una crepa nella parete del suo cuore e in modo inaspettato si allargò fino a sbriciolare tutto il castello dei significati di una vita.
Con la coscienza così decomposta si avviò verso quel incontro con il lato buio della vita.
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