Rachele
Si sistemò con un velo di timore sul lettino, mentre il medico preparava l'occorrente.
Non era la prima volta che si sottoponeva a un trattamento per le rughe d'espressione, come le chiamava, negando l'evidenza dei suoi 47 anni.
Rachele aveva fatto un bel po' di terapie in passato su quel collo e anche ai seni per conservarli sodi al tatto del Roberto di turno.
Chiuse gli occhi, mentre il chirurgo iniziava con le dolci pulsioni energetiche che in profondità, nella pelle, favorivano il rinnovamento dei vecchi tessuti.
Operando sulle radiofrequenze, - egli le aveva spiegato il giorno prima - si riscalda il collagene per farlo ritirare, praticamente senza dolore, migliorando notevolmente il tono dei muscoli e l'espressione.
Rinnovamento, ecco cosa ci voleva, una piccola messa a punto per alleggerire la sua coscienza di tutta quanta la diffidenza che le toglieva il sonno e l'elasticità del copro e della mente.
Era un effetto a tondo: una diffidenza e un'ora di sonno, una strategia di rivincita e una goccia di gioia, una piccola vendetta e una lacerazione nella piega del sorriso.
Del resto come essere tranquilla, - rifletteva Rachele - con quella tigre malevola di Regina tra i piedi, sempre lì ad osservarla con occhio bieco!
Senza scordare poi quell'imbecille di Cipriano, manager del cavolo! Un maschilista presuntuoso che allungava anche le mani, con la scusa d'esternare la soddisfazione del successo aziendale, il cui merito era, naturalmente, tutto frutto della sua lungimiranza.
Del resto come non si poteva, non invecchiare, in quel intrigo di facce lavate, pronte lì, in silenziose macchinazioni, tra i grovigli di lacunose risposte e di manipolabili aspettative.
Sa, signora, - quel noioso stava blaterando, per mettere un paravento alla sua grassa parcella - è importante attivare il collagene, per permettere d'attenuare le pieghe del viso che sono responsabili delle rughe d'espressione che appesantiscono in una smorfia rigida. Nel suo lavoro, poi, l'immagine è fondamentale per il successo!
Decise di non ascoltarlo più.
Ci mancava ora, anche la lezione sulle pubbliche relazioni, di questo igienista del benessere! - pensò, mentre di rimando annuiva con un lieve movimento.
Era proprio stanca di tutte le facciata di convenienza.
Siamo dei buffoni di corte! - Avrebbe detto Pirandello nell'Enrico IV - Pronti a mostrare il salotto bello, mentre in cucina topi e scarafaggi la fanno da padrone!
Le tornò in mente la relazione di Agnese alla conferenza di Milano sul mobbing in azienda, in cui aveva definito Belluca il primo caso letterario di mobbizzato. Certo, aveva letto la novella del folle impiegato che, nella notte, al fischio del treno aveva scoperto la sua condizione di schiavetto del sistema: A lei, però, non s'addiceva il termine di schiava, se mai, di tiranna!
Quando senza ragione faceva trottare Regina di qua e di là, solo per il gusto d'intravedere quel guizzo d'occhio, subito represso: - Era fortemente invidiosa della sua giovinezza spudorata, come Gertrude con Lucia!
Le venne quasi da sorridere, ma si trattenne per non rischiare di rovinare l'azione di quel uomo logorante che parlava e parlava. Anche lei, a guardar bene, aveva un conte Attilio, pronto a togliere di torno, quella vanitosa.
Si chiama stage - si disse - la nuova scure per fare piazza pulita di tutti gli idealisti di laurea fresca, fresca! Idioti! Per la smania di essere assunti a tempo indefinito, si prestano a tutte le umiliazioni! Ecco, sono “un giustiziere nella notte”, faccio sentire il giogo del padrone a tutti quei polli da cortile!
Il medico era passato al seno e di colpo si fermò. La guardò con l'attenzione non del venditore di bellezza, ma del chirurgo che sta per incidere la cute.
E con un tono di allerta le chiese: - Signora è da molto che non fa un'indagine preventiva alla mammella?
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