Elena

Bevve il suo primo caffè. Come è strano, le azioni pur essendo sempre nuove se le guardi da vicino, si somigliano: quanti caffè in una vita e quanti i risvegli!

Elena osservò il fondo della tazzina, c'era un po' di residuo di zucchero mischiato a piccolissime sfere di posa.

Forse sarebbe ora di cambiare la miscela, - pensò - un macinato troppo fine dà un retrogusto di amaro. Oh no! L'amaro è nella mia bocca!

Era caduta nella brace, si era ripromessa di non legarsi più, invece era come un'adolescente innamorata, in attesa del nuovo incontro. Certo Stefano era un uomo così diverso da Luigi, aveva subito colto in lui un'affinità nell'amore per la poesia.

Aveva sperato, nel passato, di poter condividere la sua passione per l'arte con Luigi, ma tutto lo infastidiva.

Nell'ultimo periodo del suo matrimonio si era resa conto dei suoi spasmi nevrotici d'insofferenza. Non è facile a 50 anni scoprire di essere un fardello pesante che poco si adatta alle pretese di giovinezza di un maschio in piena crisi d'identità.

Decisamente gli uomini sono un livello più involuto d'umanità - pensava, osservando quella tazzina, - forse perché la donna è come l'acqua, sa prendere la forma della bottiglia e finisce col credesi un tutt'uno con essa, mentre la bottiglia si distingue.

Ecco il suo sbaglio, si era sentita un tutt'uno con Luigi. Se solo fosse stata più attenta, avrebbe letto molto tempo prima in una smorfia o in una mancata carezza i suoi tradimenti, anche con Teresanna, la sua più cara amica.


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