🐦 ~Wong kar-wai La mano
É uno tra i piu` bei film che abbia mai visto. Un cortometraggio di una mezz'ora.
Non parla solo d'amore. É una riflessione sulla vita e sull'essere umano.
Il regista, in questa realizzazione, un maestro del grande cinema.
La fine. Le ultime parole :
Che
ti
succede ?
A raccontare la trama si rischia di svilire il film. Allora incominciamo con :
Chi è un sarto ?
E cosa vuol dire cucire vestiti per signore ?
Un sarto ha a che fare con un corpo prima di tutto. Poi con ago e filo per metterlo in mostra, coprendolo. Si tratta qui , di vestire corpi di donna. Allora il tessuto deve aderire alla bellezza e fondere tutt'uno con le forme. Per questo, c'è il lavoro paziente del sarto, che cuce, taglia, imbastisce su un corpo rimasto impresso nella mente. Su un corpo sfiorato appena da mani sempre impegnate a tenere un metro. Il metro da sarto. Il sarto deve conoscere i corpi non per spogliarli ma per coprirli per proteggerli e renderli ancor piu' attraenti.
Il sarto non è un uomo come tutti gli altri e poi sa prendere le misure. In amore bisognerebbe dare il meglio di sé, chi sa prendere le misure è in grado di capire che il meglio di sé si puo' donare anche con una mano.
- Ti ricordi la prima volta che ci siamo incontrati ?
- Ti sarai arrabbiato per quello che t'ho fatto .... chiede ancora lei, dichiarando il suo amore.
Lui e' un apprendista e lavora in una sartoria per signore. Non conosce niente né di signore né di ragazze. E' giovane e molto sensibile ma troppa sensibilità, disturba la maggior parte delle donne. Ce n'è una invece, che l'apprezza. L'apprendista ha talento ma davanti un corpo di donna trema.
Inizia cosi' il film, da lontano, da quello che si tiene in mano per lavoro, come un metro da sarto e un ago.
Poi c'è lei. E lei, è un'altra storia ? Lei, si concede a pagamento, questo è il suo lavoro, ed è facile immaginare quale metro o quale ago tenga spesso in mano. Non è certamente lui, il ragazzo, a fare il cliente, è la signora. La signora è cliente della sartoria
Per conoscere bene il proprio mestiere bisogna imparare ; chi lo conosce già, insegna . Lei gli insegna a non tremare toccando un corpo, lui, trovando amore in quel tremore gli insegna cos'è veramente un corpo amato. Questo è l'inizio.
La fine è ancora un corpo. Di sasso pero', pietrificato. Occhi che fissano il vuoto. (to' questo l'ho inventato io perché la scena non inquadra il viso) Parole che non possono dire che menzogne. Parole che ad ascoltarle non sono altro che ancora vuoto. La vita se ne infischia. Avanti, c'è un'altra cliente che aspetta.
Questa è la fine.
Nel framezzo la densità dei metalli fusi, quello che c'è al centro della terra.
Un fluido denso di elementi combinati, prende la forma, lentamente,dell'oggetto che lo contiene. L'oggetto sono le scene del film, bellissime e strazianti. Eros è uno degli elementi. Il principale solo perché innesca le reazioni per cui s'individuano tutti gli altri. E dalla combinazione di tutti , Eros compreso, si compie infine, per alchimia del regista ...... l'opera d'arte.
La scena piu' erotica. Eros sacro : un ragazzo chino sul tavolo da lavoro.
Nella luce smorzata, la testa china sul tavolo e sul vestito di lei, appoggiato sopra. Le mani attraversano le cuciture da disfare e da ricucire.
Lavora sulla stoffa . Gli si disegnano davanti agli occhi, le forme del corpo attraverso il vestito , e allora le guarda. E la mente ricrea l'immagine della sua amata . E allora posa ago e filo. E tocca il vestito e la mente ricrea la sensazione di aver sfiorato quella donna , e allora desidera, e quel tocco diventa carezza. E allora accarezza il vestito e la mente si riempe d'ardore e le mani di fervore.
C'è un ragazzo chino su un tavolo da lavoro preso da fremiti, è uscito dalla realtà della stanza e ora si trova in un altro mondo.
C'è un giovane sarto chino davanti all'altare, le mani stringono pezzi di stoffa e sta pregando. E il vestito è vuoto.
La mano si trova in" Eros - tre maestri al cinema raccontano l'erotismo".
Un progetto di Antonioni.
La mano è l'ultimo della serie, il terzo. L'unico modo per dare un po' di spazio anche agli altri due, era quello di metterlo alla fine.
~ Ci0' che non è non sarà mai qualcosa che è. L'essere è ; il non essere non è ~
Perché il non essere non lo puoi pensare né lo puoi esprimere ~ Parmenide