Misia Sert


Misia Sert, nata Marie Sophie Olga Zénaïde Godebska il 30 marzo 1872 a Saint-Pétersbourg e morta a Parigi il 15 ottobre 1950. Nazionalità : Francese

Misia, il fascino slavo un po’ imbronciato e un po’ monello.

Adesso punta il suo ombrellino per terra, batte leggermente i piedi e dice : - Fermate il mondo voglio scendere ! No, non è ancora tempo, il mondo con lei inizia appena a girare all’ impazzata come i cuori che l’hanno incontrata, l’hanno ammirata ...

E lei si lasciava ammirare, si lasciava ritrarre, si abbandonava alla vita mondana.

Incantatrice e a sua volta incantata, ha orchestrato i gusti di tutta un’ epoca. Erano i primi anni del Novecento e Parigi un fermento di artisti.

Facevano a gara per averla come modella. Renoir non si limitava a dipingerla con il pennello acceso da quel “petto opulento”, così usava dire , ma le inviava anche lettere infuocate d’amore e desiderio... Toulouse Lautrec, cosa non avrebbe fatto per ritrarla nuda, solo Bonnard riuscì a toglierle i veli. Lei , in cambiò, gli rubò l’anima. E’ stata Musa ispiratrice non solo di pittori ma anche di scrittori e musicisti. Proust s’ispira a lei per alcuni personaggi della “ A` la Recherche..”, Mallarmé suo grande ammiratore non finisce di dedicarle poesie per non parlare delle melodie che le composero Ravel o Stravinskj.

Ricevere un invito alle sue serate in Rue de Rivoli significava sorseggiare lo champagne assieme a Picasso, gustare un’ostrica dirimpetto a Oscar Wilde, scherzare con Cocteau...giusto per citare alcuni degli illustri ospiti. Donna chiacchierata e invidiata faceva la gioia e la fortuna dei rotocalchi.

E’ il 1917 quando Misia incontra Gabrielle, le basta un colpo d’occhio per capire che non aveva a che fare con una semplice sarta mingherlina. Vuole indossare i suoi vestiti e la introduce nella Parigi delle cinque stelle. D’ora in poi quella piccola modista di provincia si chiamerà Coco Chanel.

Iniziano a frequentarsi assiduamente tanto che si sussurra una relazione intima. Malgrado turbolenze e rivalità Coco dirà di lei :

“ E’ l’unica donna di genio che abbia conosciuto “.

E la genialità di Misia consisteva proprio nel riconoscere istintivamente la genialità di chi incontrava. Era capricciosa di novità e di avanguardia.

Ha creato eventi e scandali per le sue scelte estetiche come per le sue relazioni. Nel suo curriculum sentimentale, omessi gli amanti, ci sono tre mariti , di cui uno ricchissimo. Si darà da fare Misia, per aiutarlo a spendere generosamente la sua fortuna. Le più cospicue transazioni bancarie avvenivano dal conto corrente del marito a quello del direttore del balletto russo Diaghilev.

Finanziò così spettacoli epocali che nessuno avrebbe mai osato finanziare. Con l’ultimo consorte, il pittore José- Maria Sert fece scalpore per altri motivi. Non che le relazioni triangolari non esistessero a quei tempi, ma lei ci accese sopra i fari. Non intendeva occultare nulla . La famiglia si componeva della Musa del pittore e dell’amante. Tre. Il numero non fu tanto perfetto come si pretende, almeno non in quell’occasione e Misia non sopportò il confronto con la giovane rivale per di più principessa. Da quella relazione ne uscì disastrata e non riuscì a risollevarsi. Vittima di un fortissimo esaurimento, s’ammala e perde quasi la vista.

Fermate il mondo voglio scendere ! Per la ragazza oramai non più tanto ragazza è ora di scendere dal mondo, solo che il mondo non si ferma e allora lei precipita. Attraverso la morfina e la depressione . Di tutti i cuori che hanno battuto all’ impazzata per lei, ne è rimasto solo uno. Ma non quello di un uomo, quello di una ex piccola modista di provincia.

Impossibile dimenticare che se il nome Chanel brillava era stato grazie a Misia, una stella che si stava spegnendo.

Coco, le rimase vicino fino all’ultimo scintillìo .

E’ il 1950, quando questa stella polacca e ebrea, nata Godebska nel 1872, si spegne.

Fermate il mondo, voglio scendere ! Troppo tardi, ci hanno pensato Vuillard, Valloton, Toulose-Lautrec, Renoir, Bonnard, a portarla a spasso ancora e poi ancora, attraverso i musei del mondo. Anche se la Belle-Époque è oramai lontana e Parigi non è piu' la capitale del mondo.