🐦 ~ Maestri orologiai e precursori dei nostri androidi

< Interrogarsi sulla propria identità, non è andare alla ricerca delle proprie radici,

è domandarsi :

chi altro posso essere ? >

( Anonimo VI s. a .C.)

Leonardo da Vinci è stato il primo a generare un androide capace di coordinare movimenti di braccia e gambe e oltre a un po' di ginnastica gli attribuisce anche qualche smorfia facendogli muovere le mandibole. Dopo piu' di 500 anni sono le mandibole dello stesso genio italiano a muoversi, per ridere scherzare, parlare. In breve , per interagire con i visitatori che nel settembre 2015, si recano al Museo nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano.

Da Vinci sta là con la sua barba bianca e lunga e il suo parlare rinascimentale, pronto ad accogliere il pubblico del ventunesimo secolo , sotto la stretta sorveglianza pero' , dell' équipe giapponese dell'università di Osaka .

⬅ I fantasmi esistono per davvero come copie perfette degli esseri viventi, solo che oggi si chiamano robot, anzi siccome hanno le sembianze umane preferiscono farsi chiamare androidi.

Gli androidi della nostra generazione nascondono, dietro le loro sembianze, sofisticati robot che non sono solo capaci di muoversi ma hanno una percezione del mondo esteriore. Muniti di sensori che raccolgono informazioni sull'ambiente circostante, reagiscono tramite gli organi motori. Sono programmati a dare una risposta a un imput, a uno stimolo esterno ed è questa la principale differenza che li distingue dai loro antenati < automi> che invece agiscono in maniera determinata e completamente all'oscuro di tutto cio' che li circonda.

L'androide automa, l'avo dei nostri androidi robot, è all'apice del suo splendore nel 1700.

Gli artefici erano maestri orologiai, leaders della tecnologia dell'epoca, esattamente come oggi lo sono gli ingegneri informatici.

Nell'orologio si custodiva un meccanismo.

E <meccanismo> era la parola chiave di un nuovo modo d'intendere il mondo e l'uomo.

L'Homme machine di La Mettrie :

<L'uomo è una macchina e in tutto l'universo c'è un'unica sostanza variamente modificata >

L'homme est une machine,et il n'y a dans l'Univers qu'une seule substance diversement modifiée

< Il corpo umano non è altro che un orologio >

Le corps humain n'est qu'une horloge

Cosi' scriveva Julien Offray de la Mettrie (1709 -1751) nella sua breve opera : < L'homme - machine > del 1748. Medico e filosofo della teoria meccanica, ha sicuramente ispirato alcuni orologiai geniali dell'epoca che, nel bel mezzo della loro carriera, decidono d'accogliere la sfida. Iniziano allora a realizzare animali uomini e donne mossi da quel <soffio> che di divino ha solo il meccanismo e l'ingegno dei loro creatori.

E soffia sull'Europa del 700' il vento della scienza , spazza le antiche credenze e visioni del mondo medioevale, l'ordine gerarchico dettato da Dio vacilla.

Avevano iniziato con gli ingranaggi di orologi e hanno finito per inaugurare una nuova epoca .

🏰 Francia : Jacques de Vaucanson (Grenoble 17o9 - Paris 1782)

Il papero e i due androidi musicisti ( Le canard 1744 , le joueur de flûte traversière, 1733-35 /1737-38* le joeur de galoubet et de tambourin)













Riproduzione del papero di Vaucanson

Tutto merito di quell'enorme e antica pendola che il piccolo Vaucanson era costretto a guardare ogni domenica a casa delle vecchie signore, amiche di sua madre.

Nella stanza dove veniva "parcheggiato" - per non dar fastidio - non c'era praticamente altro. La pendola diventa allora il suo cruccio, vuole capire da dove viene quel movimento che fa spostare le lancette e di domenica in domenica finisce per scoprire l'arcano.

Costruirà lui stesso il suo primo orologio con un taglierino e qualche pezzo di legno. Da quel momento tutto il quartiere si rivolgerà a lui in caso di guasto a un orologio.

Inizia cosi' la carriera di Vaucanson che abbandona la vocazione religiosa - sconcertato dalla diffidenza degli ordini religiosi verso la scienza e le tecniche - per seguire gli studi a Parigi (1728-1731) di meccanica, fisica, musica e anatomia.

L'anatomia lo appassiona.

Questa volta non si tratterà piu' di ticchettio ma di respiro. Ed è proprio concentrandosi sull'apparato respiratorio che confeziona i suoi due primi automi, entrambi musicisti. Uno suona il flauto l'altro flauto e tamburi. Di legno, di grandezza umana 1 m e 50 circa, custodiscono sotto un basamento, il marchingegno che li trasforma da semplici statuine in veri e propri musicisti. Dalla bocca di questi esce l'aria necessaria a far suonare il flauto. Nessun dispositivo sonoro, la musica è frutto delle loro doti o meglio delle doti di Vaucanson nemmeno trentenne.

Ma il pezzo forte arriverà qualche anno piu' tardi.

Nel 1744 viene esposto al Palais Royal - anche se la corte di Luigi xv vive a Versailles - l'ultima diavoleria di Vaucanson : IL PAPERO.

Stavolta si tratta di far funzionare l'apparato digerente e non solo...

Il papero piu' famoso del secolo dei Lumières

In rame dorato, il papero era spiumato perché tutti potessero vedere cosa succedeva al suo interno. Il papero quaquettava muoveva le ali - perfettamente ricostruite ossicino per ossicino - beveva l'acqua, beccottava i semini, li digeriva e poi naturalmente a digestione compiuta caccarellava in un cestino apposito, come tutti i paperi ben educati. E' stato il papero piu' famoso del secolo. Non rimane traccia di lui, non è finito in pentola ma arrostito nell'incendio del museo di Nijni Novgorod in Russia nel 1879 probabilmente insieme ad uno degli androidi. Si puo' ammirare una ricostruzione sommaria realizzata ai nostri giorni da Frédéric Vidoni.

Grenoble aveva fino a poco tempo fa il suo museo degli automi in onore a Vaucanson, ora il tutto è stato spostato a Lione la capitale della seta nel 700. Vaucansan infatti nominato ispettore della manifattura della seta sotto Luigi XV (1741), metterà il suo ingegno a disposizione di questa industria. Realizza il primo telaio automatico, che avrebbe preannunciato, il famoso telaio Jacquart.

Degli androidi e del papero di Vaucansan non restano che disegni, testimonianze scritte e foto.

*Le date sono incerte fonte : Vikipédiafr


Svizzera : l'avventura di Pierre Jaquet - Droz (1721-1790), suo figlio Henri-Louis (1752-1791) e il loro amico e prezioso collaboratore Jean-Frédéric Leschot (1746-1824)

India, Cina, Giappone e certamente Europa le loro creazioni fanno il giro del mondo.

Il punto di partenza : La Chaux-de-Fonds nel Jura svizzero.

Dai Jaquet - Droz si fa l'orologiaio per tradizione, vivono in una cascina, che tutti conoscevano come la casa < sur le pont> e che diventerà un luogo di pellegrinaggio, non certo per chiedere una grazia ma per assistere a una serie di miracoli. Miracoli o diavolerie ?

Le pendole e gli orologi di lusso dell'atelier, dotati di automi che battono il tempo a suon di piffero o di cinguettio, riscuotevano già a partire del 1750 grande successo presso le corti d'Europa.

Alla corte di Spagna il re vuole conversare con l'automa

Pierre Droz, in tourné alla corte di Spagna di Ferdinando VI incanta il re con la sua nuova invenzione. Un orologio dotato di automi tra cui un uomo di colore, un pastorello e un cagnolino. Scoccata l'ora, il pastore intonava una melodia al flauto mentre il cane guattiva allegramente rincorrendolo. Si racconta che il maestro orologiaio invita il re a prendere una mela dal cesto del pastorello per testare la fedeltà del cane. Colta la mela, il cane si mette ad abbaiare cosi' prontamente da destare la reazione del cane del re. Il pubblico presente si dissolve in un fuggi fuggi generale credendo d'aver assistito a un atto di stregoneria. Il re Ferdinando continua la sua ispezione ancor piu' incuriosito e domanda l'ora all'uomo di colore. Nessuna risposta. Pierre Droz interviene : "Sire, perdonatelo, lo straniero non ha ancora imparato lo spagnolo".

Alcuni anni piu' tardi, l'esperienza di Henri-Louis alla corte spagnola di Carlo III, fratellastro di Ferdinando VI, ha un epilogo molto meno divertente. Il < live tour > nelle corti europee mette in mostra i tre androidi, le fenomenali creature del trio d'inventori : Lo scrittore, la musicista il disegnatore e una scenetta < La grolle mécanique> descritta nel 1859 da un ottico piacentino.

Per le strade di Madrid si grida allo stregone.

Il tribunale spagnolo dell'inquisizione sospetta il povero Droz figlio, di diavoleria e rinchiude lui e i suoi androidi in prigione. Certo che riesce a scamparla, ma abbandona i suoi beniamini !

Jaquet -Droz ai giorni nostri :

Gli orologi automa di Jaquet - Droz : collezione jaquet-droz IL NIDO = the bird repeater farfalla = loving butterfly 8 petali = Lady 8 flowers

🏰 Germania : David Roentgen e Pierre Kitzing

(Neuwied 21 dic. 1745 - Mannheim genn.1816)

L'androide di Maria Antonietta

Alla corte di Louis XVI, alcuni tra i mobili piu' raffinati, provenivano da un laboratorio artigianale di Neuwied, un paesino non lontano da Coblenza.

Il maestro ebanista, David Roentgen aveva tutti clienti molto prestigiosi, come l'imperatrice Caterina II di Russia.

Il maestro Roentgen si avvaleva di un aiuto prezioso, un orologiaio del posto. L'orologiaio Pierre Kitzing, un asso della meccanica.

Insieme - uno si occupa del mobile, l'altro dell'ingegno - progettano e realizzano un'androide femminile.

Un automa cosi' somigliante alla regina Maria Antonietta, che alla tradizione francese piace credere sia la < replica > di questa sovrana.

Sta' seduta sul suo sgabello - sotto il quale sono dissimulati i complicati meccanismi - le mani tengono dei martellini per suonare uno strumento a corda in voga all'epoca, un salterio del tipo francese conosciuto come

< tympanon>.

L'automa musicista poteva suonare 8 melodie differenti, tamburellando sulle 46 corde dello strumento.

Terminato nel 1784, il duetto geniale, lo invia alla corte di Francia . Maria Antonietta entusiasta dopo averlo celebrato con i dovuti onori a Versailles decide di donarlo nel 1785 all'accademia reale delle Scienze, istituzione che esiste ancora oggi, ma non è piu' "royal". ( Académie des Sciences).

Pochi anni dopo Maria Antonietta perde la testa nella furia della Rivoluzione Francese, quella della replicante invece è stata risparmiata. Ne esce comunque ridotta piuttosto male.

Il famoso illusionista J.E. Robert Houdini, se ne occupa, la rimette in sesto nel 1864 e si provvede a confezionarle un vestito nuovo, che possiamo ammirare assieme all'androide di Maria Antonietta al museo des arts et métiers di Parigi.

v. scienceschateauversailles.fr


La collezione di automi di Max Tassel

ll primo automa starebbe benissimo nelle stanze delle scimmie La grande et la petite Singerie del castello di Chantilly. Alcuni possono annoiare o innervosire dipende un po' dai gusti . Gli orologi da tavola sono meravigliosi, il giro di carrozza ( 2:59), l'albero degli uccellini (7:55) E che dire della <Gioconda nera>, ( (3:08) versione maschile, che segue con lo sguardo e le facce i passanti. L'eleganza del leone d'oro ( 9:10), l'allegria della gabbia degli uccellini ( 18:37) e le scenette libertine di un musicista che indica il ritmo alla collega violinista a suon di reni (10:41) o di un quadro che apre il sipario su un' allegra orgia < en plein air > (17:08)

kugel et ses automates : kugel et ses automates