🐦 ~ Il primo libro simultaneo : la prosa della Transiberiana

Intorno al 1913 era facile incontrare Blaise Cendrars nel quartiere di Saint - Germain a Parigi. E piu' precisamente in via dei Grands Agustins. Al n. 3 infatti c'era l'atelier di una coppia di suoi amici pittori : Sonia e Robert Delaunay. Ed è con loro che stava per realizzarsi il nuovo progetto artistico.

La Prosa della Transiberiana e della piccola Giovanna di Francia appena terminata, era li' sparpagliata sotto i loro occhi. Piu' di quattrocento versi ripercorrevano il lungo tragitto della linea ferrovia inaugurata nel 1903 . Attraversava la Russia per sfociare , proprio come un grande fiume nel Mar del Giappone. Il viaggio del poema si fermava un po' prima, a Kharbin, in Manciuria e con una sferzata di penna ritornava improvvisamente a Parigi , " città della Torre unica della Grande Forca e della Ruota ".

I Delaunay erano entusiasti del poema esattamente come Cendrars si entusiasmava davanti alla loro pittura. Avrebbero creato insieme qualcosa di unico nel campo dell'editoria e della creazione artistica ..

....un oggetto d'arte che si chiama libro.Dello stesso formato ( 180 x 100 ) con pagine che s'aprono a fisarmonica per una lunghezza di due metri, puo' essere appeso come un manifesto. Difatti la prosa era illustrata.

La pittura di Sonia Delaunay non lascia spazio al disegno. La materia prima è il colore . Saranno i contrasti, le tonalità dei colori ad illustrare il ritmo della prosa di Cendrars. Anzi i ritmi, quello dettato dai sobbalzi della locomativa sulle rotaie e quello dei battiti del cuore del poeta. Non per niente Cendrars l'ha dedicata ai musicisti. E al posto delle note si trovano colori e parole , di modo che, il lettore di primo acchito ,puo' leggere l'insieme del poema come un direttore d'orchestra legge le note sul suo spartito - Apollinaire spiegava cosi' la simultaneità dei due " testi " .

Per i caratteri alfabetici furono utilizzati 12 tipi di caratteri tipografici in 4 diversi colori : blu,verde rosso e arancione.

Se ne stamparono nel 1913 solo 60 esemplari, su pergamena, carta giapponese ( color avorio ) e " simili " (cioè imitazione dei due sopra.)

Quanto valga oggi uno di questi originali non ne ho la piu' pallida idea ma nel 2002 le stime variavano dai 45 mila ai 65 mila euro. ( asta da Christie's)

< Dormo in un plaid Variopinto Come la mia vita E la mia vita non mi tiene piu' caldo di questo scialle Scozzese

E l'Europa tutt'intera intravista tagliata dal vento di un treno a tutto vapore Non è piu' ricca della mia vita La mia povera vita Questo scialle Sfilacciato su bauli pieni d'oro sui quali viaggio *Sogno *Fumo E la sola fiamma dell'Universo E' un povero pensiero >

(La prosa della Transiberiana)

I pennelli amici di Cendrars 🎨

Ne ha avuti molti di amici pittori , il poeta. Ma quello di tutta una vita è stato Férnand Légér. Presente nel romanzo " Un homme foudroyé ", Légér , al momento della sua morte, ispirerà un bellissimo testo " Ho visto morire Fernand Légér" che Cendrars scriverà in suo ricordo.

Con Chagall invece ha avuto una breve ma intensa amicizia, finita bruscamente dal sospetto che lo scrittore avesse venduto i quadri di Chagall a sua insaputa, durante un rientro in Russia. Ne restano dei versi dedicati al pittore in molte poesie dei primi anni venti, come questo :

" D'un tratto dipinge /Prende una chiesa e dipinge con una chiesa / Prende una mucca e dipinge con una mucca ..."

E' stata una ricchissima cilena Eugenia Errazuriz - che aiuto' molto Blaise - a presentargli Picasso, ma con Picasso era praticamente impossibile intrattenere qualsiasi tipo di relazione...

< Parigi è scomparsa con la sua enorme fiammata Restano solo ceneri a non finire La pioggia cade La torba si gonfia La Siberia gira Le pesanti coltri di neve salgono E il tremore della follia trema come l'ultimo desiderio nell'aria livida Il treno palpita nel cuore di orizzonti di piombo E il tuo dolore sogghigna >

( La Prosa della Transiberiana )


Blaise Cendrars poeta

L'inizio della prosa della transiberiana : ( la traduzione è mia 😏)

< In quel tempo ero nella mia adolescenza / Avevo appena sedici anni e non mi ricordavo già piu' della mia infanzia / Ero a 16.ooo leghe dalla mia provenienza */ Ero a Mosca, nella città dai mille e tre campanili e dalle sette stazioni / E non ne avevo abbastanza delle sette stazioni e delle mille e tre torri / Poiché la mia adolescenza era cosi' ardente e folle / Che il mio cuore , bruciava di volta in volta , come il tempio di Efeso o come la Piazza Rossa di Mosca / Quando il sole affonda. / E i miei occhi illuminavano antiche vie ./ Ed ero già cosi' misero poeta / Che non sapevo andare fino in fondo.

Il Cremlino era come un'immensa torta tartara / Tostata d'oro, /Con le grandi mandorle delle cattedrali tutte bianche / E l'oro di miele delle campane.... / Un vecchio Monaco mi leggeva la leggenda di Novgorode / Avevo sete / E decifravo caratteri cuneiformi / Poi d'un tratto, i piccioni del Santo - Spirito s'alzavano in volo sulla piazza / E le mie mani anche, s'alzavano in volo con battiti d'albatros / E queste erano le ultime reminiscenze dell'ultimo giorno / Del tutt'ultimo viaggio / E del mare

Eppure ero ben misero poeta. / Non sapevo andare fino in fondo.

Avevo fame/ e ogni giorno e ogni donna nei caffé/ e ogni bicchiere/ avrei voluto bere e spaccare/ e tutte le vetrine e tutte le strade / E tutte le case e tutte le vie / e tutte le ruote delle vetture che giravano in turbinio/ sulle sconnesse strade / avrei voluto ficcarle in una fornace di spade / Avrei voluto spezzare ogni osso / e strappare tutte le lingue / e liquefare tutti quei grandi corpi strani e nudi sotto vestiti che mi danno l'affanno.... Presentivo la venuta del grande Cristo rosso della rivoluzione russa..... E il sole era una brutta piaga / che s'apriva come un braciere.

In quel tempo ero nella mia adolescenza/ avevo appena sedici anni e non mi ricordavo già piu' della mia provenienza / Ero a Mosca , dove volevo nutrirmi di fiamme / E non ne avevo abbastanza delle torri e delle stazioni che costellavano i miei occhi. / In Siberia tuonava il cannone, era la guerra / La fame il freddo la peste il colera / E le acque melmose dell'Amore trascinavano milioni di carogne / In tutte le stazioni vedevo partire tutti gli utimi treni / Nessuno poteva piu' partire perché non vendevano* piu' biglietti / E i soldati che se ne andavano avrebbero ben voluto rimanere..... / Un vecchio Monaco mi cantava la leggenda di Novgorode.

Io, il misero poeta che non voleva andare da nessuna parte, potevo andare ovunque.

[...]




Bernardo Bertolucci nel Conformista 1970 (tratto dall'omonimo romanzo di Alberto Moravia) fa recitare alcuni versi della Transiberiana di Cendrars a Marcello Clerici interpretato da J.L. Trintignan. La scena si svolge ovviamente in treno durante " il viaggio di nozze" verso Parigi