Ho trovato a volte duro il mio mestiere, perché costretto a frequentare la società intellettuale, che si fa onore della slealtà, che confonde riflesso e riflessione pensando a colpi di slogan e tenta di far passare la cattiveria per pura intelligenza.
Il titolo Gente del libro mi piaceva. Per questo l'avevo comprato. Da solo si apre su una pagina. Camus : c’era scritto in alto e subito sotto : uno scrittore. E’ Camus che parla di sé, lui che aveva detto : “ mirabile cosa non dover parlare di sé ” .
Ricordo d' infanzia.
Ecco la scrittura di Camus essenziale di poesia lucida e disarmante. Davanti un testo simile ci si arrende. Viene spontaneo cercare il nome del traduttore che è riuscito a restituire così intimamente Camus. Viene in mente la parola aderenza . Come guardare nello spogliatoio l’amica che si prova il vestito e dirle “ It suits you !”. Marcello Fois è stampato sulla copertina. (Fois è un francesista si pensa.)
Non ci vuole molto, proseguendo la lettura , per rendersi conto che Camus non poteva stare li’ a raccontare i minuti che hanno preceduto il suo schianto in macchina . E allora batte forte il cuore si cercano indizi sul testo - ora che appare chiaro che non si tratta di un inedito. Si corre alla fine del libro, fino a trovare “ Note in forma di avvertimento dell’autore” .
Tutto si spiega. Per un attimo ci si sente terribilmente imbrogliati. L’avvertimento dell’autore fa :“ Spero di non aver offeso Albert Camus e la sensibilità di coloro che l’hanno amato come uomo, e lo amano, io fra questi, come scrittore .” Firmato : Marcello Fois. Che lo abbia amato s’è notato. Lui , il traduttore, lo scrittore l’autore - Camus
M’ha fatto rivivere un Camus più vero che mai un Camus che avrei ripreso a leggere. In letteratura capita che si perdoni di buon grado chi ci “imbroglia”. Bellissimo omaggio a Camus . Grazie Fois.