🐦 ~ I giardini di Tarbes

“ La letteratura e in particolare la poesia è il luogo di una meraviglia .” Jean Paulhan (1884-1968)

Tarbes è una cittadina ai piedi dei Pirenei.

Dal clima mite, si passeggia all’ ombra delle palme e ci si svaga nei numerosi giardini. Il più famoso si chiama Massey, dal nome del suo costruttore Placide Massey, rinomato paesaggista e botanico del 1800. Il parco di Massey è un’istituzione. Non solo perché ospita un museo, un chiostro, una serra a cactus e circa 50.000 tipi di piante e fiori ma perché è un simbolo letterario reso celebre da Jean Paulhan.

All’ entrata dei giardini di Tarbes - racconta Paulhan nel suo libro " I fiori di Tarbes " - c’è un pannello che dice :

" VIETATO ENTRARE CON MAZZI DI FIORI ALLA MANO " Perché ?

Perché all’ uscita ci sono due guardie. Nel vedere i fiori potrebbero credere tu li abbia raccolti nel giardino. Nella letteratura si entra cosi' come si entra nei giardini di Tarbes :

a mani vuote.


Paulhan affascinato dai fiori quanto dalla creazione letteraria e dal linguaggio, ha cercato, ininterrottamente , di trovare una definizione a quel momento di rivelazione e ispirazione, che sembra appartenere a un altro ordine da quello terreno. I fiori di Tarbes non è un trattato di retorica estetica, un manuale ad uso della critica letteraria. E’ un’ostinata ricerca, durata una vita.

“La creazione letteraria sfugge talmente ai nostri metodi positivi d’osservazione della mente, che la si accetta quasi ignorando la sua natura”.

E lui, non poteva ignorarla.

L’ha chiamata una sorta di quarta dimensione della mente. Ha scandagliato fondali per riuscire a descriverla. Per poi concludere con : “ Alla fine, facciamo che non abbia detto niente ” .

Ne è uscito sconfitto ? Dopo tutto quel parlare, il silenzio ?

“ Puo’ essere, dopo tutto – non ne so niente – che occorra rinunciare al linguaggio ”.

Lui di sicuro non ci voleva rinunciare.

Paulhan da giovane aveva fatto il cercatore d’oro in Madagascar.

Ma la sua pepita l'aveva trovata a Tarbes.