🐦 ~ Majakovskij amava me Veronika Vitoldovna Polonskaja
Non è la sua cagnolina bull-dog, Bul'ka, che ha conosciuto la Polonskaja. E' il suo cane Skotic
Ricami e paillettes per confezionare una testimonianza
Ha il pretesto di essere una testimonianza, questo testo di Veronika Polonskaja, scritto nel dicembre del 1938. Ri-leggendo la prefazione di S. Strizneva si fa piu' di una smorfia. Se "incanta", prima di iniziare la lettura del resoconto - chiamiamolo cosi', - una volta terminata, non si ha voglia di sentir parlare di sincerità e onestà. Certo nessuno è piu' sincero di chi per difendersi, mente a se stesso. La signora Polonskaja doveva prima di tutto difendersi dal fatto di essere stata cosi' poco e male amata. Otto anni di distacco - dal momento dei fatti alla loro redazione - da' il tempo di rivedere la vicenda, riposizionarla in tutte le maniere e forse mentire a se stessi è l'unica arma per combattere una delle piu' grandi umiliazioni che puo' infliggere la vita.
Nell'ultima pagina Veronika Polonskaja (o Polonskaya) ribadisce il suo amore per il poeta Majakovskij ma è solo per aggiungere prontamente < E lui amava me >.
A scriverlo in una testimonianza ci si convince meglio. E non si puo' rinunciare alle proprie convinzioni. E poi chi conosce il segreto dei nostri cuori ? Polonskaja, ferita nella sua intimità, si prende una piccola rivalsa.
Sarebbe stato meglio ammettere : < ho amato > o allora : < ha amato > con un punto finale. Su quel punto ci passano molti volti e il discorso amoroso continua senza fine nella sua spietata solitudine. Ed è' l'unica testimonianza che interessa perché quella piu' onesta.
Il lettore resta con l'amaro tra i denti. Ha l'impressione d'aver assaggiato un kaki non ancora maturo e con la bocca ancora impastata guarda l'immagine di Majakovskij con in braccio il cane. Un momento felice.
Finalmente è arrivato il momento di prendersi qualche rivincita
C'è una grande protagonista in " Il mio Majakovskij " ed è la Polonskaja stessa.
S'era ritrovata all'improvviso coinvolta in una tragedia - il suicidio del poeta subito dopo un loro litigio - senza mai essere entrata davvero, nella vita di chi le aveva fatto subire il dramma.
Il solo modo , d'entrare a titolo pieno in quella vita, era di riappropriarsi del dramma in qualità di unico testimone. Quale occasione migliore ? La proposta della direttrice del museo Majakovskij, viene calorosamente accolta e cosi' la Polonskaja scrive la sua testimonianza.
La testimonianza piu' che ricordare il poeta lo fa dimenticare.
Il ritratto che ne esce è quello di un uomo paranoico, incapace di amare perché tiranno, violento e capriccioso. Non c'è da stupirsi se la grande madre Russia abbia esitato a pubblicarlo.
Patetici i tentativi della Polonskaja di far credere ai suoi lettori quanto fosse stretta nella morsa dei sensi di colpa.
Majakovskij aveva la pistola facile, per due volte aveva tentato il suicidio durante la sua relazione con Lilja Brik, non sbagliare il bersaglio, quest'ultima volta ,teneva piu' all'esercizio che a una questione di delusione o disappunto cocente.
Nessuno spazio alla presunzione d'aver procurato un dolore insopportabile. Attanagliata dai sensi di colpa avrebbe santificato il suo Majakovskij, anziché cimentarsi in " documentarista".
Il documento mirava un pubblico ben preciso. Tra cui si stagliava netta la figura di Lilja Brik oltre a quella molto probabile del marito Mikhail Yanshin.
Dopo la tragedia cos'è successo alla Polonskaja? Chi era ? E' diventata famosa ? Il suo matrimonio è rientrato nei ranghi dopo la bufera Majakosvji ?
Prima di spararsi il poeta lascia un messaggio.
Una lettera - testamento nella quale affida alla madre Russia di vegliare sulla sua famiglia che oltre a madre e sorelle comprendeva altre due donne.
Le affida il compito di fare - da morto - quello che non era riuscito a fare da vivo : prendersi cura delle sue donne (maritate) Lilja Brik e Veronica Polonskaja.
Il libro della Polonskaja viene pubblicato all'estero. Si aspetterà il 1985 per pubblicarlo in Russia.
Ha aspettato la Grande Madre
di diventare un po' meno madre ?