🐦 ~ Luis Buñuel : Dei miei sospiri estremi

< Credo che il cinema eserciti sugli spettatori un certo potere ipnotico. Basta guardare la gente che esce da una sala cinematografica, sempre in silenzio, a testa bassa e l'aria assente. [...]

L'ipnosi cinematografica, leggera e inconscia, è dovuta probabilmente al buio della sala, ma anche ai mutamenti di piani, di luci e ai movimenti della macchina da presa, che indeboliscono l'intelligenza critica dello spettatore, esercitando su di lui una specie d'incantamento, come uno stupro.> (p.79)

Ed. SE Saggi e documenti del 900.

Luis Buñuel - Dei miei sospiri estremi.

< Non sono un uomo di penna . Dopo lunghe conversazioni, Jean- Claude Carrière, fedele a tutto quello che gli ho detto, mi ha aiutato a scrivere questo libro - L. Buñuel >


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Opera di Viñes






< [...] il ritratto proposto è comunque il mio, con tutte le mie

affermazioni, esitazioni, ripetizioni, lacune, con le mie ve-

rità e le mie bugie, in una parola : la mia memoria. > (p.15)

Certo, racconta di tutti i suoi film. L'impatto che hanno avuto con il pubblico, fiaschi e successi, le difficoltà nel realizzarli, i colpi di fortuna e i rovesci. Ma è, prima di tutto, uno sguardo vivace e penetrante sulle cose della vita, prendendo spunto dalla sua.

Ci racconta il Buñuel spensierato, amante dei travestimenti, degli scherzi in compagnia. Del ballerino che strimpella il banjo, si divora le torte alla crema, detesta Guernica (e forse un po' anche Picasso) e Gala, conosciuta come moglie di Eluard e divenuta poi moglie del "non piu' tanto amico" Dali'. Incontriamo Lorca, e il gruppo al completo dei Surrealisti. Incrociamo multimilionari come Edward James, mecenati come i Noailles. Ci porta a spasso per la storia : nella guerra di Spagna e per i continenti : in Messico e negli Stati Uniti.

Ci ubriaca di Martini Dry nei suoi locali preferiti di Madrid e Parigi, New York .Ci dice quello che pensa e quello in cui crede, tace pero' sulla sua vita privata. Alla fine, di fronte a vite sorprendenti come questa, un po' d'invidia è lecita.

< Fra i sette peccati capitali , l'unico che detesto sul serio è l'invidia >

< Gli altri sono peccati personali che non offendono nessuno, tranne in certi casi la collera. L'invidia è il solo peccato che porti inevitabilmente a desiderare la morte di un'altra persona, la cui felicità ci fa male.>

Un esempio di fantasia : un multimilionario di Los Angeles riceve ogni giorno un giornale che gli porta un modesto postino. Una bella mattina il postino non si fa vedere. Il milionario chiede al maggiordomo la ragione di quell'assenza. Il postino, risponde il maggiordomo, ha vinto diecimila dollari alla lotteria non tornerà piu'. Allora il multimilionario incomincia a odiare il postino con tutte le sue forze, e puo' augurargli la morte. (p.242)

Garcia Lorca, l'Andaluso raffinato

< E' vero che sei un " maricon " ? >

< La sua morte fu un colpo terribile per tutti noi. Federico è il piu' importante di tutti gli esseri umani che ho conosciuto. non parlo del suo teatro né della sua poesia, parlo di lui. Il capolavoro, era lui. Non riesco a immaginare qualcuno simile a lui. Che si mettesse al pianoforte per imitare Chopin, che improvvisasse una pantomima, una breve scena teatrale, era irresistibile. Poteva leggere una cosa qualsiasi, e la bellezza usciva sempre dalle sue labbra. Aveva la passione, la Gioia, la gioventu'. Era una fiamma. [...] Con la forza della nostra amicizia, lui mi ha trasformato, mi ha fatto conoscere un altro mondo. Gli devo molto piu' di quello che potrei dire > (p.168)

Il ventaglio regalato da Loulou

Loulou era la moglie di un pittore : Hernando Viñes, grande amico di Buñuel. Era anche la figlia di Francis Jourdain. Rinomato designer, è stato il primo a progettare mobili per la produzione su vasta scala. Apprezzato pittore e scrittore , proveniva da una famiglia consolidata di letterati e artisti. Suo padre si chiamava Frantz Jourdain, il famoso architetto dei grandi magazzini " La Samaritana " di Parigi, la nonna invece, Laure Jourdain era una poetessa conosciuta soprattutto per i testi delle sue canzoni di gran voga nella seconda metà dell'ottocento.

Nel palazzo di questa famiglia si riunivano in salotto, si trattava di un vero e proprio salotto letterario, tutte le personalità artistiche di spicco del periodo. Buñel che come dice lui stesso voleva bene ma molto bene a Loulou, riceve in regalo qualcosa di cui andava molto fiero.... (sarebbe bello averne anche solo la foto ma per il momento non l'ho trovata😒)

< Loulou, mi ha regalato un oggetto straordinario che apparteneva a sua nonna. Si tratta di un ventaglio sul quale tutti i grandi scrittori di fine secolo, e anche qualche musicista (Massenet Gounod) hanno scritto due parole due note musicali, un paio di versi o semplicemente il proprio nome. Cosi' Mistral, Alphonse Daudet, Heredia, Banville, Mallarmé, Zola, Octave Mirbeau, Pierre Loti, Huysman e altri come lo scultore Rodin, si trovano riuniti fianco a fianco su questo ventaglio, oggetto futile, riassunto di un mondo.

Lo guardo piuttosto spesso, leggendovi per esempio ..[...] versi di Zola (sono rari ) :

Quello che voglio, il mio regno / E' alla porta un verde sentiero / Una pergola di rosa canina / Lunga tre fuscelli di stoppia >

Ce que je veux pour mon royaume/ C'est à ma porte un vert sentier, / Berceau formé d'un églantier / Et long comme trois brins de chaume. ❤ (p.91-92)

Gli amanti di Amaniel. Un misterioso suicidio avvenuto a Madrid intorno al 1920

< Quando venne eseguita l'autopsia la ragazza era vergine. Apparentemente non esistevano problemi né ostacoli all'unione di quei due ragazzi, " gli amanti di Amaniel ". Stavano per sposarsi. E allora perché quel doppio suicidio ? Non pretendo di chiarire il mistero ma di portarvi una piccola luce, si'. Forse un amore appassionato, sublime, che brucia come una fiamma profonda è incompatibile con la vita. E' troppo grande, troppo forte per la vita. Solo la morte puo' accoglierlo. > (p.156)

< "Che speranze riponi nell'amore ?". Da parte mia risposi : " Se amo, ogni speranza. Se non amo nessuna."

Oggi a quanto dicono amore e fede in Dio sono sulla stessa barca. L'amore - in certi ambienti perlomeno - tende a sparire. Lo si considera spesso come un fenomeno storico, un'illusione culturale. Lo si studia, analizza - e se possibile, lo si guarisce.

Protesto. Non siamo stati vittime di un'illusione. Anche se qualcuno stenta a crederci, abbiamo amato sul serio.> (p.160)

Il fantasma della libertà : della purezza e dell'immaginazione.

<Il caso è il grande arbitro del mondo. La necessità viene dopo. Non ha la stessa purezza. Se fra tutti i miei film quello che amo di piu' è "Il fantasma della libertà", forse è proprio perché affrontava questo tema intrattabile. [...] (p.183)

Accanto al caso suo fratello, il mistero.

< Ho scelto il mio posto è nel mistero. Devo solo rispettarlo.>

La smania di capire e di conseguenza sminuire, banalizzare - per tutta la vita mi hanno ossessionato con domande cretine : perché qua ? perché la' - è una delle nostre sciagure naturali. Se fossimo capaci di rimettere al caso il nostro destino e accettare tranquillamente il mistero della nostra vita, potremmo godere di una certa felicità, parente prossima dell'innocenza.

Da qualche parte tra il caso e il mistero s'insinua l'immaginazione, libertà totale dell'uomo [...] (p.186)

L'immaginazione è il nostro primo privilegio. Inspiegabile come il caso che l'ha provocata.

[...] La mia immaginazione continua a esistere e, nella sua inattaccabile innocenza, continuerà a sostenermi fino all'ultimo respiro. Orrore di capire. Felicità di accogliere l'imprevisto > (p. 187)

Luis Buñuel muore il 29 luglio 1983 a Mexico, aveva 83 anni.

Inizia la sua carriera cinematografica dal balcone di " Un chien Andalous ". Coglie con la sua cinepresa quella componente dell'essere umano cosi' difficilmente accettata : l'irrazionale lo abita, cosi' come fa' parte dei fili della trama nei film di Bunuel. E' una presenza continua nella vita di tutti i giorni, che appartiene al mondo dei sogni, dell'immaginazione ed è difficile tracciarne il confine con la vita reale. L'irrazionale puo' essere fonte di creazione, ottimo spunto per la critica e la contestazione come Buñuel dimostra e ci suggerisce di considerarlo come un nostro privilegio piuttosto che come una nostra vergogna.

Questa è una scena ❤ del " Fascino discreto della borghesia ". Il gruppo di amici nella foto, fanno tutti parte della medio-alta borghesia. Nel film passano la gran parte del loro tempo a inseguire appuntamenti per uscire a pranzo o a cena. Scambiandosi i ruoli : invitano e vengono invitati. La scena rappresenta un incubo di uno di loro. Invitati a casa di un compare si ritrovano all'improvviso sul palcoscenico di un teatro nel bel mezzo del loro pasto cerimonioso. Orrore e panico: lo stesso che suscita Bunuel con il /i suoi film. Non c'è piu' il palco ma la cinepresa..

Image de bannière : Les Mémoires de René Magritte