🐦 ~ io, François Villon

< Sono François, e ad esserlo mi pesa,

nato a Parigi vicino a Pontesa,

e grazie alla corda lunga una tesa

saprà il mio collo quanto il culo pesa. >

(Opere i Meridiani traduzone di Attilio Carminati e Emma Mazzariol)

< Il romanzo della vita di François Villon, il primo dei poeti maledetti >

< La vita scandalosa del primo poeta che ha vissuto e cantato la lotta tra la carne e il cuore > (Le Point)

Il libro di Jean Teulé, ha tutti i requisiti per garantire una lettura avvincente. Non occorre essere un appassionato di poesia per provare gusto in questa biografia. Una ricostruzione del Medioevo originale, piena di curiosità sulla vita quotidiana dell'epoca, stupisce e da' un sacco d'informazioni vere e divertenti. Calca un po' la mano sull'orrido del periodo, non risparmia momenti crudi e violenti, spesso disgustosi....Racconta quello che la storia imparata a scuola spesso tace.

Villon abita il testo cosi' come abitava la Parigi del quindicesimo secolo. Per questo a leggere le poesie riportate, sembra ascoltare le confidenze a cuore aperto, di un uomo che ha fatto un viaggio nel tempo. Nessuna paura il brigante e' rimasto nel quattrocento il poeta se alziamo gli occhi dal libro, è li' che ci sta parlando.

Villon in musica

  1. Due cantautori sono stati i portavoce del poeta, De André e Brassens.
  2. De André gli dedica " Tutti morimmo a stento " album del 68' con la canzone " Ballata degli impiccati " titolo di un poema di Villon. E scrive la prefazione per la raccolta di poesie edite da Feltrinelli.
  3. Brassens mette in musica " La ballata delle dame di un tempo " poesia conosciuta soprattutto per il ritornello " ma dove sono le nevi di un tempo ? " (Mais ou' sont les neiges d'antan?). Le donne celebri del passato, come la neve non sono da nessuna parte, sono scomparse in un lampo , dissolte, riassorbite nell'eterna vicenda del cosmo.*

I rebus dii Villon

Alcuni poemi di Villon sono rimasti dei grandi rebus da risolvere per critici e addetti ai lavori. Sono i poemi scritti in gergo.

Si tratta del gergo dei Coquillards. I Coquillards erano dei famosi briganti, Villon forse ne faceva parte o comunque aveva degli amici tra questi. I Coquillards comunicavano attraverso un linguaggio che ancora oggi nessuno è stato capace di decifrare completamente. Percio` non si sa' cosa volessero esattamente dire, sono rimasti avvolti dal mistero. E nel mistero hanno avvolto lo stesso Villon.

Amico dei Coquillards , Villon-poeta, era amico anche di importanti nobili. Come del Duca Charles d'Orléans : il principe-poeta. Sua madre era una Visconti, della famosa famiglia milanese. Suo figlio diventerà re di Francia con il titolo di Louis XII.

L'incontro con il principe-poeta : Charles d'Orléans

Charles d'Orléans come Villon, aveva fatto l'esperienza della prigione - per venticinque anni in Inghilterra - in ben diverse condizioni pero', diciamo molto piu 'agiate E come Villon era poeta, scrisse poesie altrettanto belle , ben diverse pero,' diciamo molto piu' raffinate.

Una volta liberato dai ferri inglesi, si ritira a Blois. Nella sua splendida corte, accoglie poeti e artisti e si affeziona in particolar modo a François che stima e apprezza molto. François dal canto suo cercherà di sdebitarsi di tutte le generose attenzioni dedicando a lui e a sua moglie molte delle sue composizioni.

Raffinatezza della corte, volgarità della taverna.

E' cosi' che nell'opera di Villon assieme alle grandi dame dell'epoca, sullo sfondo di una tra le corti piu' prestigiose d'Europa, troviamo le puttane piu' volgari di Parigi, sullo sfondo delle piu' sordide e losche taverne della capitale. Vicino al nobile e elegante Charles d'Orléans, fiore all'occhiello dell'amor cortese, si accalcano briganti pronti ad accoltellare sodomizzare e truffare.

Un'opera che senza volerlo fa fagotto di tut'un epoca legando assieme i due lembi estremi. Entrambi peccano come l'autore per eccesso. Conosco tutto - dice Villon nella Ballata delle cose ovvie - fuorché me stesso.

Aggiunge un tassello alla sua leggenda.

Ballata delle cose ovvie ( da poesie diverse)

Conosco le mosche nel latte,

conosco dall'abito l'uomo,

conosco l'inverno e l'estate,

conosco dal melo il suo pomo,

conosco l'albero dalla gomma,

conosco quando tutto è identico,

conosco chi è pigro e chi sgobba,

conosco tutto fuorché me stesso.

Conosco dal collo il farsetto,

conosco il frate dalla tonaca,

conosco il padrone dal valletto,

conosco dal velo la monaca,

conosco dal gergo il malandrino,

conosco il folle al formaggio avezzo,

conosco dalla botte il vino,

conosco tutto fuorché me stesso.

Conosco il cavallo e il muletto,

conosco il carico e la soma,

conosco Beatrice e Beletta,

conosco il gettone che somma,

conosco il sonno e l'esser sveglio,

conosco dei Boemi l'eccesso,

conosco di Roma l'Imperio,

conosco tutto fuorché me stesso.

Principe, conosco tutto, infine,

conosco chi ha bello e brutto aspetto,

conosco Morte in cui tutto ha fine,

conosco tutto fuorché me stesso.




Bannière : tapisserie de Bayeux



















































La corda Villon l'aveva vista da vicino.

Imprigionato, torturato e condannato all'impiccaggione per ben due volte, come assassino ladro, truffatore, si difende a colpi di penna e ottiene sempre la grazia.

L'ultima è del 5 gennaio 1463, la giustizia annulla la sua condanna a morte e " lo bandisce per dieci anni dalla città, prevostura e contea di Parigi "

Da quel momento, Villon si dissolve in una sentenza. Non si saprà piu' niente di lui. Inizia la sua leggenda.

Domanda al guardiano del carcere ( da poesie diverse p.305 - I Meridiani)

Che ne dici, Garniernome del guardiano, del mio appello,

ho fatto cosa saggia o follia ?

Ogni bestia ci tiene alla pelle:

presa a forza o legata che sia,

si libera, se puo,' e fugge via.

Or quando con gratuito parere

mi fu cantata quell'omeliala sentenza ,

era tempo per me di tacere ?

Se d'Ugo Capetore francese dell'inizio millennio fossi erede,

che veniva da una beccheriadi umili origini- macellaio,

non m'avrebbero fatto beretortura

col panno in quella macelleriastanza della tortura

- tu ben conosci l'arguzia miachi aveva istruito il processo contro di lui era" Maestro beccaio" -.

Ma quando tal pena mi si diede,

arbitraria per soperchieria,

era tempo per me di tacere ?

Credevi che sotto il mio cappello

non ci fosse quel po' di buon senso

da poter dire " Chiedo l'appello " ?

Si', c'era invece, te lo confermo

- se anche troppo non ne sono sicuro -.

Quando, innanzi al notaio, " Sarete

impiccato " han detto, ti assicuro,

era tempo per me di tacere ?

Prence, avessi avuto la pipitamalattia dei volatili paralizza la lingua e impedisce di bere e cantare

sarei già dove Clotarionel regno dei morti ha sede,

qual sentinella nei campi rittal'impiccato era lasciato per settimane e mesi in mostra....

Era tempo per me di tacere ?

LES BUTTES DE CHAUMONT.

Butte significa collina. C'era un posto collinare nelle vicinanze della Parigi del Medio Evo,chiamato Montfaucon.

E' il posto di cui ci parla Villon nella Ballata degli impiccati.

Il patibolo sorgeva sulla collina proprio perché tutti dalla città potessero vedere l'esecuzione. Gli impiccati venivano lasciati appesi anche per mesi servivano da monito a tutti gli abitanti e ai passanti.

Un luogo triste, maleodorante e malsano, che ha perpetuato la sua penosa funzione dal tredicesimo secolo fino alla rivoluzione francese .

E' diventato poi una discarica di rifiuti, una cava di gesso e infine il primo aprile - anche la storia ha i suoi pesci - del 1867, all'occasione dell'expo universale, si trasforma in uno tra i piu' belli e grandi giardini di Parigi .

Oggi ospita graziosi giochi d'acqua nella roccia che si combinano in cascatelle, in rivoli fantasiosi, laghi e laghetti. Vi Si trovano : un tempietto, alberi bizzarri aiuole di rose e ovviamente una marea di parigini e non, che prendono il sole o improvvisano allegri picnic nei prati.




< Mais ou' sont les neiges d'antan ?>

chiede Villon un po' amareggiato

Sono nelle sue poesie. Nevi mai sciolte.

E passa l'amarezza.