L'occasione di un battesimo è per la chiesa cristiana indubbiamente un'occasione di grande festa, forse la più grande.
Nel battesimo le promesse di salvezza in Cristo per ciascun credente sono proclamate e riconfermate. Nel battesimo il credente confessa apertamente la sua fede in Cristo e, come l'apostolo Paolo proclama: "Io non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede" (Romani 1:16). Nel battesimo la comunità cristiana celebra l'arrivo di una nuova "pecora" nel "gregge di Cristo" al quale appartiene. Gesù un giorno disse: "Ho anche altre pecore, che non sono di quest'ovile; anche quelle devo raccogliere ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà un solo gregge, un solo pastore" (Giovanni 10:16). A dire il vero, non è festa soltanto quaggiù, ma anche in cielo! Gesù disse infatti: "Vi dico che così ci sarà più gioia in cielo per un solo peccatore che si ravvede, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento" (Luca 15:7).
Se questi sono "gradazioni di gioia" (gioia nella chiesa quaggiù e gioia in cielo), c'è una gioia ancora più grande di queste: quella di colui o colei che comprende e riceve l'Evangelo di Gesù Cristo in tutte le sue implicazioni per la propria vita. Avete voi avuto l'esperienza della grande ed indescrivibile gioia del comprendere e ricevere quanto Iddio dona attraverso la Persona e l'opera del Signore e Salvatore Gesù Cristo? .
Davvero l'annuncio di ciò che è avvenuto ed ancora avviene in Cristo è un messaggio che dà grande gioia. Questo è il significato letterale del termine stesso Evangelo, il messaggio centrale e qualificante della chiesa cristiana, vale a dire una buona e gioiosa notizia , una notizia che infonde grande gioia.
L'annuncio dell'Evangelo è incentrato nella Persona del Signore e Salvatore Gesù Cristo. È il messaggio che originalmente era stato portato da un angelo di Dio a dei pastori che si prendevano cura del loro gregge nei dintorni di Betlemme: "...Io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: 'Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore'" (Luca 2:10).
L'annuncio dell'Evangelo è incentrato nella Persona del Signore e Salvatore Gesù Cristo e ciò che in Lui e tramite Lui è stato compiuto e continua a compiersi: uomini e donne sono riconciliati con Dio e salvati dalla potenza distruttrice del peccato nella loro vita. Essi possono così accedere alla beatitudine dell'eterna comunione con Lui. La missione di Gesù era stata, infatti, così sintetizzata dall'annuncio originalmente rivolto a Giuseppe di Nazareth, fidanzato di Maria, madre di Gesù: "Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati" (Matteo 1:21).
I discepoli di Gesù, secondo il Suo preciso mandato, portano questo Evangelo nel mondo. Attraverso di esso, chiamano uomini e donne a confessare ed a respingere dalla loro vita tutto ciò che Dio considera peccato e ad accogliere e seguire Gesù come Signore e Salvatore. Ricevendo per fede in Lui la grazia del perdono, essi apprendono e praticano il modo di pensare e lo stile di vita incarnato da Cristo. Essi scoprono così vita autentica, vita significativa ed eterna. Ecco perché l'apostolo Paolo, salvato egli stesso per la grazia di Dio da una vita sbagliata, proclama apertamente questo messaggio e può così dire con fierezza: "Io non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede" (Romani 1:16). Questa è davvero una magnifica confessione di fede.
Che l'Evangelo di Cristo sia una bella e gioiosa notizia, però, non sembra essere condiviso da tutti. Ieri come oggi, la realtà è che questo Evangelo non è considerato affatto da tutti una buona e gioiosa notizia. Di fronte ad esso, infatti, tanti rimangono del tutto indifferenti, se non apertamente ostili. Sembrano meglio disposti ad apprezzare ed accogliere ben altri vangeli, dal contenuto molto diverso da questo, "vangeli" che ritengono più convenienti; vangeli che, per altro, vengono loro generosamente forniti da predicatori compiacenti.
Per quali tipi di persone l'Evangelo di Cristo non solo non è una "buona notizia", ma qualcosa che non suscita in loro reazione alcuna oppure derisione e rifiuto?
L'Evangelo, prima di tutto, lascia del tutto indifferenti ...i morti, coloro che la Scrittura descrive come spiritualmente morti. Questa, di fatto, è la condizione in cui si presenta oggi l'umanità, “morti nelle ... colpe e nei ... peccati” (Efesini 2:1). Come potrebbe, infatti, essere per loro una notizia gioiosa? Non hanno l'udito per poter sentire il suo suono gioioso; non hanno la vista per poter vedere la bellezza e la desiderabilità di Gesù, il cui amore e sacrificio esso proclama. Non hanno un cuore che possa coglierne la potenza. Essendo spiritualmente morti nei loro peccati, sono completamente insensibili alla sua voce melodiosa. Oltre tutto, essi amano i loro peccati, sono innamorati delle loro passioni, abbracciano ed accarezzano in seno i loro idoli.
Dato che ciò che l'Evangelo proclama è guerra mortale contro queste abominazioni, essi considerano l'Evangelo, inevitabilmente, come il nemico giurato di ciò in cui maggiormente si rallegrano. Lo stesso suono dell'Evangelo di Cristo è odioso per le loro orecchie, perché l'Evangelo chiama uomini e donne a ravveders i dei loro peccati, ad abbandonare i loro idoli, a rinunciare alle loro passioni, e chiama ad una vita di santità e di santo timor di Dio.
E' chiaramente impossibile che l'Evangelo possa essere buona notizia per chi è innamorato del suo peccato, inebriato dalle sue passioni, follemente determinato a perire piuttosto che a separarsi dai propri idoli. L'Evangelo, per loro, è piuttosto un suono tetro e deprimente o, come si esprime l'apostolo Paolo: "un odore di morte che conduce a morte" [i] (2 Corinzi 2:16). Difatti, odiano persino il suo nome, perché parla di liberazione dall'amore e dalla potenza di quegli stessi peccati dei quali sono avvolti l'intero loro cuore ed essere.
L'Evangelo, poi, non viene accolto da coloro la cui religione assomiglia molto a quella degli antichi Farisei. Sono persone che si ritengono "molto religiose" che si ritengono "a posto" e che vantano di fare opere meritorie tali che "sicuramente" (a dir loro) garantiranno la loro accoglienza presso Dio. Sono persone compiaciute di sé stesse, innamorate delle loro "opere buone", del loro incessante impegno in ogni dovere morale e religioso attraverso il quale cercano di stabilire la propria giustizia. È come pretendere di salire in cielo con una scala di propria fabbricazione.
Come potrebbe l'Evangelo essere per loro una buona notizia? L'Evangelo di Cristo, infatti, li invita a riconoscere la corruzione del proprio cuore, la totale inadeguatezza delle loro opere, il loro totale fallimento morale e spirituale, la loro impotenza a conquistarsi il gradimento di Dio.
L'Evangelo li esorta ad abbandonare le loro pretese ed a gridare: "O Dio, abbi pietà di me, peccatore!" (Luca 18:13). Per il loro orgoglio non si abbasserebbero a tanto. Come potrebbero accettare un Evangelo che li invita a cogliere la grazia di Dio basata sulla giustizia guardagnata non da loro, ma da un altro per loro, una giustizia guadagnata con le lacrime, il sudore e il sangue di Cristo ?
Un simile Evangelo, per loro, sarebbe troppo "umiliante" da accettare.
In terzo luogo, l'Evangelo non viene accolto da quelli che potremmo ben descrivere "gli affaristi", impegnati da mattino a sera ad accumulare ricchezze trafficando e speculando, e per i quali il denaro è il tutto della vita.
Come, infatti, potrebbero apprezzare le ricchezze della grazia di Dio, le benedizioni spirituali guadagnate dal Signore della vita e della gloria? Un buon interesse bancario è migliore per loro più di una qualsiasi promessa evangelica. Per loro, vivere e morire ricchi è molto meglio che vivere e morire per il Signore. Per una persona così l'esortazione di Gesù: “fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano” (Matteo 6:20) è priva di senso.
A loro riguardo Gesù aveva raccontato una parabola: «La campagna di un uomo ricco fruttò abbondantemente; egli ragionava così, fra sé: "Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?" E disse: "Questo farò: demolirò i miei granai, ne costruirò altri più grandi, vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e dirò all'anima mia: 'Anima, tu hai molti beni ammassati per molti anni; ripòsati, mangia, bevi, divèrtiti'". Ma Dio gli disse: "Stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi sarà?" Così è di chi accumula tesori per sé e non è ricco davanti a Dio» (Luca 12:16-21).
L'Evangelo, in quarto luogo, non viene accolto da coloro che l'Evangelo descrive come: “amanti del piacere anziché di Dio” (2 Timoteo 3:4). Come, infatti, potrebbe essere buona notizia per coloro che che come farfalle, allegramente, svolazzano da un fiore all'altro, che passano la loro breve vita in divertimenti vani e nelle follie di questo mondo, e per i quali l'idea stessa di “religione” è come fumo negli occhi? Perché? Perché li distrarrebbe dai loro vani piaceri, rammentando loro che “la loro fine è la morte” (Romani 6:21).
L'Evangelo di Cristo parla loro di una croce da portare. Gesù dice: "C hi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo" (Luca 14:27). Accogliere l'Evangelo implica rinunce. Infatti, l'Apostolo scrive che esso: "ci insegna a rinunciare all'empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo" (Tito 2:12).
La via dell'Evangelo non è una via comoda e facile. Gesù dice: "Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. Stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano" (Matteo 7:13-14).
L'Evangelo è dunque una buona notizia? Certo non per chi è spiritualmente morto, per i moderni Farisei, per gli affaristi ed i libertini. A quali altre categorie potreste pensare? Potreste essere contati in una di queste?
Se le cose stanno così e, credetemi, stanno così, annunciare l'Evangelo è davvero un'impresa disperata! Chi mai potrebbe accettarlo? Non a caso, come già dicevamo in precedenza, vi sono oggi chiese e predicatori compiacenti che propongono vangeli molto più facili, molto meno esigenti di quello del Nuovo Testamento, vangeli "più accettabili" che (in modo molto più "pragmatico") garantiscono "un maggiore successo".
Il fatto, però, rimane: chi mai potrebbe accogliere l'Evangelo di Dio autentico? E' una domanda che già si erano posti i primi discepoli di Gesù. Una volta, infatti, ad un giovane facoltoso che voleva seguire Gesù, Gesù mette condizioni così esigenti che quel giovane si allontana rattristato. Indubbiamente l'Evangelo non era stata per lui una "buona notizia". Ecco quanto riporta il vangelo di Luca, dove troviamo Gesù che osserva: «Quanto è difficile, per quelli che hanno delle ricchezze, entrare nel regno di Dio! Perché è più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio». Quelli che udirono dissero: «Chi dunque può essere salvato?» Egli rispose: «Le cose impossibili agli uomini sono possibili a Dio»" (Luca 18:24-27).
La chiave del nostro "problema" sta proprio nella frase di Gesù: «Le cose impossibili agli uomini sono possibili a Dio». Soltanto Dio, infatti, è in grado di rimuovere gli ostacoli che si frappongono all'accoglienza dell'Evangelo. Rammentate l'Apostolo che dice: "Io non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede".
La potenza di Dio, infatti, si manifesta quando lo Spirito Santo converte a Cristo uomini e donne che altrimenti non avrebbero mai accolto l'Evangelo, tanto gli sono refrattari. È la potenza di Dio, infatti, che può sciogliere la durezza del cuore umano e rigenerare spiritualmente uomini e donne che così sono in grado di accoglierlo, di ravvedersi dai loro peccati ed affidarsi di tutto cuore a Cristo. E' la potenza di Dio che, al momento stabilito, chiama efficacemente quei peccatori ai quali Dio, già da prima della fondazione del mondo, ha concesso la grazia della salvezza, il Suo popolo eletto. È così che possiamo dire come l'Evangelo non sia una buona notizia per tutti, ma solo per coloro ai quali essa è riservata, così come Cristo non è morto per tutti, ma per salvare efficacemente gli eletti.
L'Apostolo scrive: "Quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l'adozione. E, perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida: «Abbà, Padre»" (Galati 4:4-6).
Prima, così, ci chiedevamo: forse che allora l'Evangelo non è una buona notizia e forse che Dio si è sbagliato a chiamarlo così? No, l'Evangelo è davvero buona notizia, ma per coloro che, rigenerati dallo Spirito Santo, lo accolgono sulla base dei presupposti che una tale notizia richiede. Per chi, allora, l'Evangelo è buona notizia?
L'Evangelo è buona notizia per coloro che davanti a Dio si rendono conto di essere dei peccatori condannati e per che detestano sé stessi per essersi ribellati a Dio ed infrante le Sue leggi. È buona notizia per coloro che dalla legge di Dio e dal verdetto della loro coscienza, davanti a un Dio santo, si riconoscono colpevoli. Essi sono i peccatori rispetto ai quali Gesù ha detto: “Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori ” (Matteo 9:13).
Essi sono "gli empi" dei quali l'Apostolo dice: “A chi non opera ma crede in colui che giustifica l'empio, la sua fede è messa in conto come giustizia” (Rom 4:5), e per i quali Cristo è morto, come dice l'Apostolo: “...mentre noi eravamo ancora senza forza, Cristo, a suo tempo, è morto per gli empi” (Romani 5:6).
Questi sono “gli umili” il cui cuore spezzato il Signore è venuto a fasciare, gli “afflitti di Sion” ai quali Egli dona gioia al posto di dolore, lode al posto di uno spirito abbattuto” (Isaia 61:1-3). Aggravati dal fardello del loro peccato, essi trovano riposo in Gesù che, rivolgendosi a loro, dice: "Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo" (Matteo 11:28).
Sono loro che apprezzeranno quando direte loro che in Cristo trovano piena salvezza da tutti i loro peccati e dall'inferno, il perdono grazie al sangue da Lui versato sulla croce, completa liberazione dalla morte e dall'inferno attraverso l'opera che Lui ha compiuta, e questo “senza denaro e senza pagare” (Isaia 55:1-2). Questa sì che per loro è una buona notizia! Per coloro che sono impotenti e senza speranza, l'Evangelo davvero scalda il cuore!
L'Evangelo è buona notizia per coloro che, spogliati di ogni forza, sapienza, bontà e giustizia, giacciono davanti a Dio come nella polvere e, come l'antico Esdra, nella sua “umiliazione, con le vesti e con il mantello stracciati, caddi in ginocchio e, stendendo le mani verso il SIGNORE, mio Dio, dissi: «Mio Dio, io sono confuso; e mi vergogno, mio Dio, di alzare a te la mia faccia, perché le nostre iniquità si sono moltiplicate fin sopra la nostra testa, e la nostra colpa è così grande che giunge al cielo” (Esdra 9:5-6). Quando Saulo cade da cavallo nella polvere, abbagliato dalla visione di Cristo, per essere poi portato per mano proprio presso quei cristiani che prima perseguitava per ricevere in Lui nuova vita, questa è l'esperienza di chi scopre l'Evangelo come la notizia migliore che potessero ricevere. Del pubblicano che aveva confessato umilmente il suo peccato, Gesù dice: "Io vi dico che questo tornò a casa sua giustificato, piuttosto che quello; perché chiunque s'innalza sarà abbassato; ma chi si abbassa sarà innalzato" (Luca 18:14).
Sono persone così che trovano in Cristo, nel sangue del Suo sacrificio, una fonte per lavarsi da tutti i loro peccati e miseria. Coloro che si affidano a Lui, in Lui trovano tutto pienamente (Colossesi 2:11). L'autentica chiesa di Cristo è la comunità di coloro che in Cristo sono disposti ad essere purificati. Della Chiesa di Cristo sottoposta alla Sua opera efficace è detto: “...per farla comparire davanti a sé, gloriosa, senza macchia, senza ruga o altri simili difetti, ma santa e irreprensibile” (Efesini 5:27). Davvero coloro che in Cristo trovano questa grazia, diventano le persone più gioiose che ci siano: hanno ricevuto con l'Evangelo davvero una bella notizia!
L'Evangelo è buona notizia per coloro che sono afflitti, e non solo a causa delle afflizioni di questo mondo (che già sono molte) ma quelli che sono afflitti dal peccato, da Satana, dalle prove spirituali e dalle tentazioni, afflitti nel corpo e nella mente, afflitti nella loro famiglia o a causa delle circostanze in cui si trovano, tanto da essere stati provati di ogni conforto terreno.
L'Apostolo della consolazione dell'Evangelo nelle afflizioni, scrive: "Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra afflizione, affinché, mediante la consolazione con la quale siamo noi stessi da Dio consolati, possiamo consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione; perché, come abbondano in noi le sofferenze di Cristo, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione. Perciò se siamo afflitti, è per la vostra consolazione e salvezza; se siamo consolati, è per la vostra consolazione, la quale opera efficacemente nel farvi capaci di sopportare le stesse sofferenze che anche noi sopportiamo. La nostra speranza nei vostri riguardi è salda, sapendo che, come siete partecipi delle sofferenze, siete anche partecipi della consolazione" (2 Corinzi 1:3-7).
A questi l'Evangelo è buona notizia, perché dichiara che come abbondano le afflizioni, le consolazioni sovrabbondano, e il loro cuore è condotto al Padre di ogni misericordia ed al Dio di ogni consolazione, il quale conforta tutti coloro che sono tribolati e li libera dai loro guai.
L'Evangelo è davvero una buona e gioiosa notizia per coloro che, rigenerati dallo Spirito Santo, veramente temono Dio, hanno in sé stessi vita spirituale, la cui coscienza è stata ammorbidita, i loro cuori spezzati, i loro spiriti contriti, umiliati nella polvere. Essi ricevono la salvezza totalmente come un dono. Hanno operato fino allo sfinimento, trovandosi solo sempre peggio e non meglio: a questi l'evangelo della grazia di Dio è buona e gioiosa notizia, perché dice loro che: “il tempo della loro schiavitù è compiuto; che il debito della loro iniquità è pagato ” (Isaia 40:2) e che Dio, ha messo sotto i suoi piedi le loro colpe e gettato in fondo al mare tutti i loro peccati (Michea 7:19).
Che voi possiate essere fra questi e e che così possiate fare sempre meglio esperienza della grande gioia di far parte per grazia del popolo dei redenti, della famiglia di Dio.
Che voi possiate annunciare l'Evangelo nella sua integrità biblica senza preoccuparvi che sia troppo esigente e che non riscuota il successo sperato. Esso, infatti, avrà successo, raggiungendo con efficacia coloro ai quali esso è destinato.
Allora ci potremo rallegrare grandemente di coloro che, accogliendolo, manifesteranno così di far parte della famiglia di Dio. Allora diremo loro, come già l'Apostolo diceva al giovane Timoteo: " Combatti il buon combattimento della fede, afferra la vita eterna alla quale sei stato chiamato e in vista della quale hai fatto quella bella confessione di fede in presenza di molti testimoni" (1 Timoteo 6:12).
Paolo E. Castellina, V.D.M., 20 settembre 2010
[1] "...quelli che sono sulla via della perdizione; per questi, un odore di morte, che conduce a morte; per quelli, un odore di vita, che conduce a vita " (2 Corinzi 2:16).