2 Pietro 1:16-21

Le favole abilmente inventate sono ben altre!

Sintesi: Miti, leggende, favole e false notizie oggi ce n’è in abbondanza e sono diffuse per gli scopi più diversi. Esse non si trovano, però, nella Bibbia, che sfida i secoli e denunzia essa stessa menzogne e manipolazioni della verità portando alla salvezza in Cristo. Nel testo che esaminiamo questa settimana, 2 Pietro 1:16-21, l’apostolo contesta gli avversari e i fallsificatori dell’Evangelo confermando l’uomo e la donna di Dio nella verità rivelata.

Non solo omicidi ma anche molte menzogne

Consideravo recentemente nelle mie rifllessioni settimanali come, oltre al comandamento ‘Non avere altri dèi oltre a me’, quello che dice “Non uccidere” sia in assoluto il più trasgredito della storia. Se si dovesse continuare a fare una classifica dei peccati più diffusi e popolari, sicuramente verrebbe subito a ruota quello della menzogna, la falsità. La cosa è particolarmente d’attualità nel dibattito in corso a proposito delle notizie false e manipolate per i fini più diversi che oggi vengono diffuse ormai ad ogni livello. Sono molti a scandalizzarsene e si vorrebbe persino ricorrere a mezzi legislativi e penali per metterne un freno. Questa proposta, però, viene dagli stessi che poi vorrebbero “un’informazione controllata” per meglio servire gli interessi dei loro interessi di potere.

Che omicidi e menzogne siano da sempre molto diffusi, non deve sorprendere più di quel tanto, però, se ci rendiamo conto da chi sia dominata la società umana. Una volta Gesù aveva contestato ai suoi oppositori: “Voi siete figli del diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c'è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna” (Giovanni 8:44). In effetti, omicidi e menzogne sono lo “stile di vita” di questo mondo decaduto e la prima cosa che fin dai tempi più remoti è stata messa in dubbio è la verità e l’autorevolezza della Parola di Dio. L’astuzia del nemico di Dio aveva ingannato i nostri progenitori dicendo loro: «Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?» La donna rispose al serpente: «Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; ma del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete"». Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male»” (Genesi 3:1-5). Da allora i nemici di Dio mettono in questione la verità della Parola di Dio e danno in pasto al pubblico pseudo-verità e “narrazioni alternative” proponendone ingannevolmente la presunta maggiore accettabilità e convenienza.

La negazione ed il discredito della Parola di Dio non avviene sono fra chi professa apertamente ateismo, ma è anche insegnata da scuole e pulpiti che fanno aperta professione di religiosità - perché il nemico di Dio non promuove solo ateismo, ma anche religioni falsate. I suoi propositi, infatti, sono portati avanti a diversi livelli.

Favole abilmente inventate?

Una delle accuse più tipiche che da sempre vengono rivolte alla Bibbia è che contenga favole e miti indegni della nostra attenzione “di gente del progredito XXI secolo”, “falsità di ogni tipo” delle quali ben poco debba essere salvato, se non quello che potrebbe essere utile e conveniente all’ideologia corrente e dai poteri dominanti. Sono altre le narrazioni che sono, infatti, fatte passare per verità. Si tratta magari di cosiddette “verità scientifiche” servite alle masse da “esperti” la cui competenza sarebbe “indiscutibile”. Tutto questo, però, non è “un fenomeno moderno” come se riguardasse solo noi “gente progredita”. Tant’è vero che nelle Sacre Scritture lo stesso apostolo Pietro è costretto a rispondere egli stesso a chi gli contesta di raccontare menzogne sotto la forma di “favole abilmente inventate”. Lo afferma nella sua seconda lettera, al primo capitolo, è il brano che oggi vogliamo esaminare. Leggiamolo.

“Infatti vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del nostro Signore Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole abilmente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua maestà. Egli, infatti, ricevette da Dio Padre onore e gloria quando la voce giunta a lui dalla magnifica gloria gli disse: «Questi è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto». E noi l'abbiamo udita questa voce che veniva dal cielo, quando eravamo con lui sul monte santo. Abbiamo inoltre la parola profetica più salda: farete bene a prestarle attenzione, come a una lampada splendente in luogo oscuro, fino a quando spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori. Sappiate prima di tutto questo: che nessuna profezia della Scrittura proviene da un'interpretazione personale; infatti nessuna profezia venne mai dalla volontà dell'uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo” (2 Pietro 1:16-21).

La Bibbia stessa dalle “favole” ce ne mette in guardia

Coloro che accusano i profeti e gli apostoli della Bibbia e chi li segue di diffondere “favole abilmente inventate” sono gli stessi che per servire e garantirsi il potere diffondono a piene mani le “verità” che più convengono loro circondandosi di giornalisti compiacenti e ben pagati. Ne abbiamo esempi nella Bibbia e in Israele stesso, come al tempo del re Acab, che si circondava di profeti compiacenti che proclamavano menzogne, quello che più gli piaceva e gli sembrava conveniente, mentre condannava profeti autentici come Micaia che proclamava scomode verità. Gli avevano raccomandato: «Ecco tutti i profeti, unanimi, predicono del bene al re; ti prego, le tue parole siano concordi con le loro, e predici del bene!». Lui, però, testone, e rischiando la sua stessa vita, diceva «Com'è vero che il SIGNORE vive, io dirò quel che il SIGNORE mi dirà»[1], che piaccia o non piaccia. Lo stesso continua per tutta la storia di Israele. Le necessità del popolo di Israele in esilio in Babilonia erano disperate, ma esso non aveva certo bisogno di falsi profeti. Geremia dice loro: “I tuoi profeti hanno avuto per te visioni vane e illusorie; non hanno messo a nudo la tua iniquità, per distogliere da te la deportazione; le profezie che hanno fatto a tuo riguardo non erano che oracoli vani e seduttori” (Lamentazioni 2:14).

Anche la chiesa del Nuovo Testamento era minacciata da menzogne “religiose”. Intere lettere come quelle a Timoteo e a Tito sono esortazioni pastorali in cui l’apostolo mette in guardia contro i pericoli delle narrazioni di falsità. “Ti ripeto l'esortazione che ti feci mentre andavo in Macedonia, di rimanere a Efeso per ordinare ad alcuni di non insegnare dottrine diverse e di non occuparsi di favole e di genealogie senza fine, le quali suscitano discussioni invece di promuovere l'opera di Dio, che è fondata sulla fede!” (1 Timoteo 1:3-4); “Perciò riprendili severamente, perché siano sani nella fede, e non diano retta a favole giudaiche né a comandamenti di uomini che voltano le spalle alla verità” (Tito 1:13-14). Così anche Pietro: “Però ci furono anche falsi profeti tra il popolo, come ci saranno anche tra di voi falsi dottori che introdurranno occultamente eresie di perdizione, e, rinnegando il Signore che li ha riscattati, si attireranno addosso una rovina immediata. Molti li seguiranno nella loro dissolutezza; e a causa loro la via della verità sarà diffamata. Nella loro cupidigia vi sfrutteranno con parole false; ma la loro condanna già da tempo è all'opera e la loro rovina non si farà aspettare” (2 Pietro 2:1-3). La narrazione ortodossa su Gesù è particolarmente suscettibile di esagerazioni fantasiose come ne troviamo, per esempio, nei vangeli apocrifi. Racconti fantasioni e mitologici esistevano allora ed esistono oggi. Ce le propongono da accompagnarsi alla verità come loro “integrazione” o supporto, soprattutto quando fanno appello alla sete di straordinario e di misterioso che c’è nella natura umana che vorrebbe essere così intrattenuta. Esse, però, sono state debitamente escluse dalla Bibbia ed essa stessa ce ne mette in guardia.

Possiamo aver fiducia nella Bibbia? Sì. Pietro ci dà due ragioni per le quali possiamo averne piena fiducia.

Fiducia alla Bibbia perché basata su precise testimonianze

I testimoni hanno visto, udito, seguito, interagito direttamente con Gesù, hanno “toccato con mano” la sua realtà e gloria. “Infatti vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del nostro Signore Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole abilmente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua maestà. (...) E noi l'abbiamo udita questa voce che veniva dal cielo, quando eravamo con lui sul monte santo” (16-18). La questione di fondo è la divinità di Gesù e la sua risurrezione. Tanti sono nati, vissuti e morti. Gesù è forse diverso dagli altri? Davvero egli è Dio fattosi uomo, morto, risorto e che ritornerà? Sono forse questi dei miti, delle favole atte ad impressionare i creduloni oppure solo leggende dal valore simbolico per impartire lezioni morali e filosofiche come lo erano i personaggi e le vicende delle antiche divinità greche? Oppure, piuttosto, si tratta di realtà da cui dipende il nostro presente e il nostro futuro, la nostra vita stessa?

Dicono che al riguardo di Gesù (“ammesso che fosse veramente esistito” giungono a dire tanti critici) si sarebbero costruiti miti e leggende. Indubbiamente la narrazione cristiana può apparire contenerle, ma solo per chi è di prospettive limitate. Tutti i suoi seguaci concordano sui seguenti fatti. (1) Egli è nato povero, eppure sostengono che in lui sono nascoste le ricchezze dell’universo. (2) Egli era debole, eppure dicono che la potenza della sua volontà tiene insieme l’universo stesso. (3) Egli era disprezzato, eppure sostengono che riceverà la massima gloria, onore e lode. (4) Egli parlava sommessamente di cose umili e comuni, eppure è chiamato la Parola di Dio potente da creare l’universo. (5) Egli è stato respinto, eppure tutti gli renderanno culto. (6) Egli è stato grandemente afflitto, ma offre gioia completa e senza fine.

Il modo in cui Gesù si è presentato sembra aver ben poco a che fare con ciò che il Nuovo Testamento afferma di lui. Potrebbe mai essere vera una tale “mitologia”? Quello è esattamente ciò a cui si riferisce Pietro nel nostro testo. Dice: “Vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del nostro Signore Gesù Cristo non perché siamo andati dietro a favole abilmente inventate”. Pietro dice: “Si, ciò che affermiamo potrebbe assomigliare alla mitologia greca, ma è diverso - non è una favola, e la prima prova sono le testimonianze. Quando scrive la sua lettera i tre testimoni, Pietro, Giacomo e Giovanni erano vivi. Potevano essere intervistati ed interrogati. Tre uomini hanno veduto, sentito, toccato, fatto esperienza e provano la verità di quanto si afferma.

L’esperienza a cui fa riferimento la si indica tradizionalmente come la Trasfigurazione. “Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello, e li condusse sopra un alto monte, in disparte. E fu trasfigurato davanti a loro; la sua faccia risplendette come il sole e i suoi vestiti divennero candidi come la luce. E apparvero loro Mosè ed Elia che stavano conversando con lui. (...) Mentre egli parlava ancora, una nuvola luminosa li coprì con la sua ombra, ed ecco una voce dalla nuvola che diceva: «Questo è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto; ascoltatelo». I discepoli, udito ciò, caddero con la faccia a terra e furono presi da gran timore” (Matteo 17:1-6). Pietro, di fatto, fa esperienza dell’eppure di cui parlava l’antico profeta Isaia: “...non aveva forma né bellezza da attirare i nostri sguardi, né aspetto tale da piacerci. Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza, pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna. Eppure...” (Isaia 53:1-3). Gesù non è semplicemente uno dei tanti fanatici mediorientali, che acquista per un po’ popolarità e seguito per finire poi in nulla, schiacciato dalle spietate logiche di questo mondo. Pietro ha fatto esperienza di che cosa si nasconde in lui in una speciale rivelazione che anticipa la gloria della risurrezione di Cristo. Dice: “siamo stati testimoni oculari della sua maestà”. L’opera affidata a Gesù esigeva che la sua identità fosse velata. La rivelazione rende diverse tutte le cose. Se noi fossimo satati con Pietro sapremmo che la storia è vera perché anche noi avremmo veduto la gloria di Gesù. Pietro, Giacomo e Giovanni erano là: hanno visto, udito e toccato. Confidiamo nella verità di quel racconto perché ne ha avuto veraci testimonianze.

Fiducia alla Bibbia a causa di ciò che per secoli ha preannunciato

Può forse essere difficile immaginare che vi sia qualcosa di più convincente che l’esperienza. Abbiamo persino un detto che dice: “Vedere è credere”. Tanti dicono: “Se solo Dio mi apparisse ci crederei. Allora sarei sicuro”. Eppure Pietro sfida quest’idea. Egli dice che vedere non è la via migliore. C’è, infatti, una seconda prova ancora più convincente della prima. Essa rende la dottrina della potenza e della venuta del nostro Signore Gesù Cristo non una semplice favola o un’invenzione umana, ma il saggio e meraviglioso consiglio del Dio santo e di grazia. Tutto questo, infatti, era stato predetto dai profeti e scrittori dell’Antico Testamento, che hanno parlato e scritto sotto l’influenza e guida dello Spirito di Dio. Il Nuovo Testamento, infatti, è la realizzazione storica di ciò che nell’Antico era profezia. Essi, infatti, avevano predetto non solo la venuta di Dio sulla terra una volta, ma due volte: prima in umiltà e poi in gloria; prima come il Disprezzato, e poi come il sommamente Onorato, prima nella debolezza, ma ben presto con grande potenza. Se potrebbe essere considerato “troppo” credere all’esperienza degli apostoli di Cristo, tutto questo era stato ben preannunciato nella Parola profetica. Il Messia era stato promesso, i mezzi della salvezza predetti, il messaggio della croce annunciato e prefigurato nella vita di Israele. Abbiamo così qualcosa di ancora più sicuro della testimonianza dell’esperienza apostolica. Abbiamo la Bibbia che aveva ampiamente preannunciato il Messia, il Cristo prima che egli di fatto giungesse. Possiamo confidare in questo racconto a causa della Parola profetica.

L’affidabilità della Bibbia rende possibile la sua applicazione

Vi sono coloro che onorano la Bibbia, ne hanno acquistato una copia ed essa è posta in bella mostra nella lbreria (per altro oggigiorno spesso molto ridotta) del soggiorno di casa. Magari è in una versione lussuosamente rilegata e “con le illustrazioni del Doré”. Ne vedo ogni tanto nelle case che visito, come pure mia madre l’aveva acquistata e la teneva là sulo scaffale dove là rimaneva sempre. Senza dubbio era una rimarchevole presenza di superstiziosa protezione tanto quanto una “immagine sacra”, ma quella Bibbia ...non glielo mai vista aprire e leggere, per quanto si considerasse religiosa. Era in casa, ma come un pezzo da museo oppure come utile sostegno (visto che era grande) degli altri libri sullo scaffale. Sono altri mi hanno insegnato a leggerla e ad applicarla alla vita, non (purtroppo) i miei genitori. Quante sono le case in cui è così! Come dice il profeta Isaia: “Dice il Signore: "Poiché questo popolo si avvicina a me solo con la sua bocca e mi onora con le sue labbra, mentre il suo cuore è lontano da me e la venerazione che ha verso di me è un imparaticcio di precetti umani” (Isaia 29:13 CEI2008). Dio, però, con essa ci ha fatto un dono straordinariamente utile e faremmo bene a prestarle attenzione, a leggerla ed ad applicarne l’insegnamento. Essa “deve sorgere nei nostri cuori”, come dice Pietro: “... fino a quando spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori!” (19) Supponiamo che Dio ti abbia convinto oggi che la Bibbia è degna di fiducia in generale. Basta questo? No, devi applicarla alla tua vita. In che modo? In primo luogo devi prenderla molto sul serio anche quando va contro il senso comune. Di fatto la condizione della tua mente e del tuo cuore, come quella oggi di ogni creatura umana, è come una stanza oscura in cui si intravvede sì qualcosa, ma la luce che hai non basta, anzi, ti dà delle cose una percezione errata e distorta. Le idee che ci facciamo da noi stessi di Dio, della natura umana e della sua condizione, non sono affidabili. Non vedendoci chiaramente ce ne facciamo idee fantasiose e distorte, in genere molto lusinghevoli, come il mito e le favole ingannevoli sulla bontà innata e libertà dell’essere umano, oppure su Dio che perdonerebbe e accoglierebbe tutti volentieri “così come sono”. Hai bisogno di luce per vederci meglio, quella della rivelazione biblica, che dice la verità. La nostra eventuale reazione repulsiva di fatto è la prova che essa dice il vero sulla natura umana, refrattaria alla verità e che ama facole più convenienti.

Difatti, la luce proviene dalle Sacre Scritture. Quello che deve esserti chiaro - e questo è il secondo punto - è che esse non sono frutto di 'interpretazioni personali. Tutto ciò che da esse proviene “venne mai dalla volontà dell'uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo”. Esse sono Parola di Dio così voluta dallo Spirito di Dio.

Inoltre, in terzo luogo, devi applicare la Parola alla tua vita personale. Per acquisire la sapienza che conduce alla salvezza devi lasciare che la luce delle Scritture illumini il tuo cuore e la tua mente. L’Apostolo scrive: “Siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente”[2]. La Parola di Dio è “utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona”[3]. Che di meglio potresti desiderare per la tua vita?

In quarto luogo, per camminare (vivere) in questo mondo senza inciampare e cadere, la Parola di Dio: “è una lampada al nostro piede e una luce sul nostro sentiero”[4]. È così per noi? Oppure abbiamo in casa una torcia elettrica e non l’usiamo mai perché non sappiamo come usarla, oppure ne studiamo il funzionamento e leggiamo di come altri l’hanno usata senza farne uso noi stessi? Faremo bene a prestarle attenzione.

Conclusione

Per concludere, di miti, leggende, favole e false notizie oggi ce n’è in abbondanza e sono diffuse per gli scopi più diversi. Si tratta di narrazioni che servono convenientemente ideologie varie ed ambizioni di potere, e che sono ricevute spesso senza alcun discernimento da masse ignare e persino contente di conformarsi al “così fan tutti”. Miti e favole, però, non sono quelle che troviamo nella Parola di Dio. Vi sono certo testi con generi letterari diversi, ma la Bibbia dice la verità su tutto ciò di cui parla. Non è la prima volta che molti critici, dopo averla derisa e contestata su questo o su quell’argomento, si sono dovuti ricredere ed hanno affermato: “La Bibbia aveva ragione”. Non solo la Bibbia non contiene mitologia, ma è essa stessa una critica radicale alle ideologie ed ai poteri di questo mondo, quelle correnti dei tempi in cui è stata scritta ed ancora oggi. La persona saggia e priva di pregiudizi le dà ragione, perché attraverso di essa ci parla Dio, che è verace - sempre. La rivelazione biblica e gli innumerevoli testimoni che ne confermano la veracità ancora oggi riaffermano quel che l’apostolo Paolo diceva a Timoteo: “Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (2 Timoteo 3:16-17). Che voi possiate essere quell’uomo o quella donna a cui questo testo si riferisce.

Paolo Castellina, 21 febbraio 2017

Note

    • [1] 1 Re 22:10-28.

    • [2] Romani 12:2.

    • [3] 1 Timoteo 3:16-17.

    • [4] Salmo 119:105.