Sintesi. Oggi il termine "predica" è molto discreditato. C`è, infatti, l`espressione negativa: ”Non farmi la predica": è qualcosa che non si vuole più ascoltare perché fondamentalmente fastidiosa… Molti la tollerano come "un male necessario": troppe volte, infatti, hanno udito monologhi noiosi, banali, irrilevanti, complicati, senza capo né coda! Non erano così le prediche degli ispirati profeti di Israele. Quando davvero riflettono la Parola di Dio esse toccano il profondo del cuore di chi ascolta e li cambia. Così era la predicazione di Giovanni Battista, ultimo dei profeti, che preparava la venuta del Cristo in modo rilevante ed efficace. Che cosa possiamo imparare da lui oggi? Vediamolo nel testo di Luca 3:1-17.
Oggi il termine "predica" è molto discreditato. C`è, infatti, l`espressione negativa: ”Non farmi la predica": è qualcosa che non si vuole più ascoltare perché fondamentalmente fastidiosa… Molti la tollerano come "un male necessario": troppe volte, infatti, hanno udito monologhi noiosi, banali, irrilevanti, complicati, senza capo né coda! Anche per chi partecipa regolarmente al culto, essa deve essere breve, incisiva, interessante, e deve pure “intrattenere". Sembrano così propendere, nel culto, a dare molto più importanza alla preghiera, al canto, alla testimonianza, e, magari, nelle chiese più “liberali" anche alla danza! Molti, oggi, desiderano un culto che assomigli sempre di più ad uno spettacolo d`intrattenimento. E la predica? E`diventata un po`come "la Cenerentola" dei nostri culti. Non deve "apparire" troppo. Le sue "sorelle" vogliono avere la preminenza.
Gli abusi nel campo delle predicazioni, però, non devono portarci a rigettarle come se fossero inutili o sostituibili da altro. La predicazione rimane centrale nel culto cristiano, perché Dio stesso ha stabilito che sia così. Ascoltate: "Poiché il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria sapienza,è piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la pazzia della predicazione" (1 Corinti 1:21). Il problema, dunque, non sta tanto nella predica stessa, ma nella necessaria qualità che essa deve avere, nella sua fedeltà agli scopi per la quale è stata istituita.
Uno fra gli esempi biblici luminosi di una predicazione efficace e rispondente ai propositi di Dio, si trova nel testo biblico sottoposto oggi alla nostra attenzione, il quale ci parla della predicazione di Giovanni Battista, l`immediato precursore del Cristo, colui che, in quel tempo, ne aveva preparato l`avvento.
Leggiamo dal vangelo secondo Luca, al capitolo 3, dal versetto 1 al versetto 17.
"Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, quando Ponzio Pilato era governatore della Giudea, ed Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Iturea e della Traconitide, e Lisania tetrarca dell'Abilene, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caiafa, la parola di Dio fu diretta a Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Ed egli andò per tutta la regione intorno al Giordano, predicando un battesimo di ravvedimento per il perdono dei peccati, come sta scritto nel libro delle parole del profeta Isaia: «Voce di uno che grida nel deserto:"Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri. Ogni valle saràcolmata e ogni monte e ogni colle sarà spianato; le vie tortuose saranno fatte diritte e quelle accidentate saranno appianate; e ogni creatura vedrà la salvezza di Dio"». Giovanni dunque diceva alle folle che andavano per essere battezzate da lui: «Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire l'ira futura? Fate dunque dei frutti degni del ravvedimento, e non cominciate a dire in voi stessi: "Noi abbiamo Abraamo per padre!". Perchévi dico che Dio può da queste pietre far sorgere dei figli ad Abraamo. Ormai la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero dunque che non fa buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco». E la folla lo interrogava, dicendo: «Allora, che dobbiamo fare?». Egli rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne faccia parte a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani per essere battezzati e gli dissero: «Maestro, che dobbiamo fare?». Ed egli rispose loro: «Non riscotete nulla di piùdi quello che vi èordinato». Lo interrogarono pure dei soldati, dicendo: «E noi, che dobbiamo fare?» Ed egli a loro: «Non fate estorsioni, non opprimete nessuno con false denunzie, e contentatevi della vostra paga. Ora il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro se Giovanni fosse il Cristo. Giovanni rispose, dicendo a tutti: «Io vi battezzo in acqua;ma viene colui che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere il legaccio dei calzari. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Egli ha in mano il suo ventilabro per ripulire interamente la sua aia e raccogliere il grano nel suo granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile» (Luca 3:1-17).
Il nostro testo inizia ponendo gli avvenimenti di cui parla nell'ambito della politica di quel tempo. Avete notato qui i nomi di re, imperatore, procuratori, leader religiosi? La politica è oggi uno degli argomenti più comuni di conversazione fra la gente e quella che prende più tempo nelle notizie e nelle discussioni alla radio, alla televisione, sui giornali.
La politica per molti può essere, però, un argomento privo d`interesse, qualcosa di "noioso". In effetti, alla politica tanti preferiscono lo sport o i pettegolezzi sulla vita privata di personaggi importanti. Sarete d’accordo, però, che parlare di sport oppure della vita privata dell`uno o dell`altro, oltre ad essere una forma d`intrattenimento, non serva poi a molto di più, "non ti cambia proprio la vita": sono solo chiacchiere. Discutere, però, di politica è diverso, perchéda essa dipende la nostra economia e il nostro benessere. Come organizzare la nostra vita sociale a diverso livello (internazionale, nazionale o locale) è importante. Dalla politica dipende il presente ed il futuro nostro della nostra famiglia. Il contributo che noi stessi possiamo dare alla vita sociale è decisivo, per quanto scettici possiamo esserne. L`indifferenza o il disinteresse, in questo campo, non pagano.
Anche al tempo di Gesù
Al tempo di Gesù la politica era pure uno degli argomenti principali di conversazione fra la gente. E`vero, allora non c`era democrazia, ma quello che succedeva a Roma con l`imperatore Tiberio certamente non era indifferente ai palestinesi, dato che questi primeggiava in smodate ambizioni, crudeltà e corruzione. Non era loro indifferente quel che faceva "quella volpe" del procuratore romano Pilato o il re Erode con la sua famiglia, fantoccio nelle mani degli invasori romani, gente di potere senza scrupoli che impunemente uccidevano e sfruttavano. Come potevano, poi, ignorare il comportamento delle autorità religiose, in particolare di Anna e Caiafa, che pretendevano di rappresentare e gestire la vita spirituale ed i valori etici e morali del popolo d`Israele?
E`proprio in quell`ambiente che s`inserisce, che "scende in campo", ad un certo punto, Giovanni, figlio di Zaccaria, detto il Battista. Egli diventa un personaggio molto "discusso" che tutti vogliono, improvvisamente, potere udire. Solo per poterlo ascoltare, la gente "fa chilometri" e, per farlo, non solo è pronta a recarsi nel deserto, dove risiede, o presso il fiume Giordano, ma quello che dice "lo prende sul serio" e gli ubbidisce. Stupefacente!
Ma chi è questo Giovanni? Certamente è un uomo "diverso dagli altri", non un politico, non un religioso, ma un profeta, di quelli "come ce n`era una volta" e che interrompe la prevedibilità delle cose che accadevano in quel tempo. Il testo dice: "Ora il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro se Giovanni fosse il Cristo" (15), colui che forse non speravano più di poter vedere.
Obiettivi diversi
Sì, Giovanni è un uomo che ad un certo punto, nel deserto di questo mondo, ha un`illuminazione, un`ispirazione, un`idea! A che cosa mira questo Giovanni? Potremmo bene immaginarcelo ambire a diventare un opinion leader dei media del suo tempo. Ci sembrerebbe naturale vederlo promuovere un nuovo partito politico oppure guidare un nuovo movimento rivoluzionario. Potremmo supporre che egli volesse scalzare le autorità religiose del suo tempo con un potente movimento riformatore! In quel momento storico, però, Iddio gli rivolge la Sua Parola e lo rende protagonista di qualcosa che sarà ben presto sulla bocca di tutti e sarà in grado di smuovere intere folle. Che cosa fa, ispirato da Dio stesso, per riscuotere tanto interesse e tanta adesione popolare?Voi, che cosa fareste non solo per essere "sulla bocca di tutti", ma per incidere sulla realtà della vita individuale e sociale del Paese?
Una politica diversa. Iddio sospinge Giovanni a "predicare un battesimo di ravvedimento per il perdono dei peccati" (3). La politica è importante, ma Iddio non spinge Giovanni a "scendere in politica", né a candidarsi a guidare la vita religiosa del paese. Iddio lo manda a dare l’avvio ad un movimento di riforma del cuore della gente. Non si tratta di un`utopia o di una pia illusione: sta per giungere sulla scena del mondo- Qualcuno che finalmente lo renderà possibile.
Iddio vuole che Giovanni diventi un potente predicatore della Sua Parola. "Prediche?", direste voi, "che se n`avrebbero fatto di prediche?Se ne sentono già fin troppe!". Dio, però, non vuole certo che lui diventi uno dei soliti predicatori di cose banali e noiose. Iddio vuole che Giovanni diventi una potente voce che sfidi la gente ad esaminare accuratamente sé stessa ed il proprio rapporto con Dio per far prendere loro coscienza di tutte le cose che dentro di loro "non vanno", confessarle pubblicamente ed abbandonarle. Iddio vuol fare di Giovanni un Suo messaggero che preceda e annunci con forza quel che Egli sta per fare. L`avvenimento che deve annunciare sarà unico, di portata storica, di valore universale!
Si potrebbe dire che sia un obiettivo un po`"pretenzioso" per un predicatore, in un tempo in cui nessuno vuol più sentire "prediche". Giovanni, però, s`impone non con tecniche sofisticate di persuasione, ma con una vita irreprensibile e con un messaggio che non solo "parla al cuore", ma che mette in crisi, fa riflettere veramente, fa agire che lo ascolta.
Presupposti diversi
Iddio vuole che la gente parli e si appassioni non tanto di politica, per quanto importante sia, ma di come cambiare "in profondo" il proprio modo di pensare e d’agire. Le chiacchiere che noi facciamo di sport o sulla vita privata dei VIP non servono a nulla, se non ad intrattenere. Anche quelle di politica possono essere chiacchiere inutili, per quanto possano spingerci a votare in un certo modo o in un altro, se non sono tese a correggere ed a trasformare la nostra mentalità di fondo ed il nostro modo di agire. Perché? Perché anche la migliore organizzazione politica e le migliori leggi lasceranno sempre il tempo che trovano, se, ad usarle, non sono uomini e donne "ripuliti", trasformati, resi conformi ai criteri morali e spirituali che Dio ha stabilito come regola della nostra vita.
Può sembrare impossibile coinvolgere la gente in appassionati discorsi sulla propria condizione spirituale, su Dio, la Sua giustizia ed il Suo regno. Può sembrare impossibile "mobilitarla" in cose che veramente contino. Proprio questo, però, è avvenuto e avviene ancora nella storia nei grandi movimenti di risveglio, e questo avviene al tempo di Giovanni.
Che fa, allora, Giovanni? Pensiamo a come si produce energia idroelettrica. Per far girare le turbine elettriche e produrre energia, le acque delle montagne vengono fatte confluire in percorsi forzati ed acquistano una forza tremenda. Oppure immaginate centinaia di pecore disperse, confuse, disorientate e soprattutto assetate, pecore che non hanno pastore. Il pastore viene, le chiama, le raccoglie con pazienza e fa confluire il gregge in un luogo sicuro, presso acque che possano dissetarle.
Esaminare onestamente noi stessi
E`così che Giovanni fa confluire, "convogliare" la popolazione del suo tempo prima ad esaminare séstessa onestamente, a confessare a Dio le proprie inadempienze, la propria vita vana, inutile e dannosa, e poi presso Cristo, dove potranno trovare sollievo. Una vita vana è in Cristo che acquista senso ed energia!
Giovanni coinvolge la popolazione del suo tempo in un grande movimento di riforma morale e spirituale, in previsione dell`imminente avvento del Salvatore. E`così che ora la gente fa sì che abbia come argomento principale delle loro conversazioni come essere persone nuove e diverse, e questo proprio per "far funzionare meglio" sia i singoli che la società. L`intera società dovrà essere immersa in ciò che porta uomini e donne a confrontare la propria vita con i criteri di giustizia di Dio, a scoprire le proprie inadempienze ed a confessarle di tutto cuore, suggellando nel battesimo la propria volontà a cambiare mentalità e stile di vita.
Verso Colui che Dio ha prestabilito
Giovanni deve poi far confluire uomini e donne verso Colui che Dio ha prestabilito per rendere di fatto possibile tutto questo: Gesù Cristo. Uno solo, infatti, è lo strumento che ci è stato dato per trasformare il cuore umano: quel Medico, quel Maestro, quel Liberatore, quel Salvatore, quel Signore che, provenendo dal cuore stesso di Dio, può"battezzare in Spirito Santo e fuoco" (16). Non c`è sulla terra un solo politico, un solo sociologo, un solo psichiatra, che abbia realmente la capacità di trasformare il cuore umano, ostinato e malvagio com`è, affinché si conformi ai criteri di Dio. E`necessaria per questo la potenza dello Spirito Santo che, come fuoco, bruci tutto ciòche in noi altro non può farci che del male, ciò che Dio considera peccato. Questo Spirito Santo e questo fuoco purificatore ècongiunto alla Persona di Gesù Cristo. Accogliere, infatti, il Cristo nella nostra vita, significa innestare in noi questo processo di cambiamento!
Il solo che possa ripulire il cuore
Giovanni, nella sua predicazione, usa espressioni comuni a quel mondo prevalentemente agricolo, ma il loro significato è tale da non dare adito ad equivoci. Il Cristo è come un contadino che faccia uso, sull`aia della sua fattoria, di un attrezzo agricolo di nome ventilabro e che con esso agisca per separare il buon grano dalla pula (17). Il buon grano verrà poi posto nel granaio, mentre la pula, inutile, verrà bruciata. Quanta "pula" deve essere, infatti, separata dal buono che c`è in noi, e poi eliminata dalla nostra vita, bruciata! Quanto egoismo, quante ingiustizie, quanta cattiveria, quanta empietà, quante menzogne… Come potrebbe mai funzionare bene una società, fintanto che in noi ci sono queste cose ed agiscono indisturbate? Se questo non avviene oggi in noi, ad opera del Salvatore Gesù Cristo, non corriamo forse noi il rischio di essere noi stessi, un giorno, nel giorno del giudizio, bruciati con fuoco inestinguibile? Non prendiamo la cosa "sotto gamba" perché quel giorno verrà. Saremo così sciocchi da ignorare ciò che Iddio anche a noi oggi Egli provvede per trasformare la nostra vita e renderla conforme ai Suoi criteri di giustizia?
Una predicazione tesa a rimuovere i pregiudizi
Giovanni predica la Parola di Dio, prepara la via del Signore affinché i Suoi eletti accolgano senza pregiudizi la Sua Persona ed opera, quando verrà. Egli appiana ogni perplessità, raddrizza quel modo di pensare contorto che sempre porta qualcuno, in ogni generazione a dire, magari, che per lui è"troppo difficile" accogliere Cristo nella sua vita! Quante volte, poi, tiriamo sempre fuori scuse per non farlo o per rimandarlo "ad un`altra occasione". Giovanni apre la strada a che il Cristo entri nel cuore dei Suoi eletti, apportandovi grazia, perdono, vita nuova! E`in questo modo che "ogni creatura vedrà la salvezza di Dio". Quel Giovanni che rimuove ogni ostacolo nella mente dei suoi ascoltatori al Cristo che viene è pure figura dell`opera dello Spirito Santo. E`Lui, infatti, che fa cadere ogni pregiudizio od ostacolo nella mente dei Suoi eletti, affinché accolgano quella salvezza proclamata fin dalla creazione del mondo. In che modo, però, in più delle volte, lo Spirito Santo opera tutto questo? Attraverso la predicazione!
Una predicazione coraggiosa
Giovanni, inoltre, di fronte alla gente, non ha paura di dire "pane al pane, vino al vino", di dire le cose chiaramente, quando devono essere dette. Egli non ha paura di dare del "razza di vipere" (7) ai suoi uditori, quando lo meritano e smascherarne l‘ipocrisia. Giovanni, infatti, non tenta di conquistarsi e mantenersi un uditorio, una fedele claque, lusingandolo e dicendo solo quello che ha voglia di udire. Egli intende dire esclusivamente la verità, che piaccia o meno, che sia popolare oppure No. Non importa se le sue parole scandalizzino. Egli è libero: non ha paura dei ricatti economici dell`istituzione che ti rimunera solo quando la compiaci! Egli è indipendente: non ricatta e non può essere ricattato.
I predicatori compiacenti possono fare comodo fino ad un certo punto, ma in fondo al cuore la gente sa che solo la verità potrà veramente soddisfare. Giovanni non temerà di denunziare nemmeno il re Erode quando si comporta in modo immorale. Certo, il messaggio è duro e non gli piace, ma Erode sa, nel profondo del suo cuore che Giovanni ha ragione e lo rispetta. Il vangelo di Marco dice: "Infatti Erode aveva soggezione di Giovanni,sapendo che era uomo giusto e santo,e lo proteggeva; dopo averlo udito era molto perplesso,e l'ascoltava volentieri" (Marco 6:20).
Giovanni non ha paura qui di denunciare l`ipocrisia religiosa
C`era, infatti, chi veniva ad ascoltarlo solo per convenienza sociale o pensando che, facendosi battezzare, di compiere chissà quale opera meritoria senza un reale ravvedimento, senza un reale cambiamento nella loro vita. Giovanni sa che fare formalmente parte del popolo di Dio non conta nulla: quel che vale èdimostrare d`esserlo nei fatti ed in verità. Egli dice loro: "Fate dunque dei frutti degni del ravvedimento,e non cominciate adire in voi stessi:"Noi abbiamo Abraamo per padre! "Perché vi dico che Dio può da queste pietre farsorgere dei figli a d'Abraamo" (8).
E`come se dicesse loro: "Che i vostri nomi siano scritti nei libri di chiesa e paghiate regolarmente le sue imposte, davanti a Dio ha importanza molto relativa. Quello che a Dio importa è la reale comunione con Lui, la reale fiduciosa ubbidienza alla Sua Parola. Non potete pensare di ricattare Dio dicendo: "Noi siamo il Tuo popolo, ci devi benedire! Se non ci benedici ce n`andremo e rimarrai da solo!". No, se voi non ci siete, Dio potrebbe benissimo trovarne altri al vostro posto!".
Una predicazione radicale
Quella di Giovanni è davvero una predicazione radicale, una predicazione che identifica "il tumore" là dove esso si trova e, come un bisturi, lo rimuove, non importa quanto possa fare male: l`obiettivo è guarire. Il testo dice: "Ormai la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero dunque che non fa buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco" (9).
Una predicazione fruttuosa
Ecco allora che diverse categorie di persone vengono da Giovanni chiedendosi sinceramente "Che cosa dobbiamo fare nel nostro caso?". Sono esattori delle imposte, i malfamati pubblicani (12), e poi dei soldati (14). Nel testo sono solo esempi, ma un`intera folla si presenta di fronte a Giovanni chiedendogli che cosa sia giustizia davanti a Dio, pronti a confessare i loro peccati, a cambiare vita ed a farsi battezza re. Imparano a condividere con i bisognosi ciò che possiedono, ad essere onesti, a non fare estorsioni, a non opprimere alcuno, ad accontentarsi della propria paga. E`il modo di vivere giusto e buono che Dio insegna nella Sua Parola. E`il modo di vivere che essi impareranno poi da Cristo, quando Lo seguiranno sulle strade della vita.
Lo stesso rimane vero anche per noi. La fede cristiana non è teoria: è chiederci seriamente che cosa dobbiamo fare nella nostra specifica situazione per conformarci al modello di giustizia stabilito da Dio. La predicazione autentica dell`Evangelo ci deve porre di fronte a scelte pratiche, specifiche, personalizzate. Il Cristo, infatti, non è venuto per proporci delle astrazioni, ma per incidere sulla nostra vita concreta. Ne siamo consapevoli?
Vedete allora come la storia di Giovanni, il profeta immediato precursore del Cristo, sia anche per noi un modello molto rilevante di che cosa voglia dire un`autentica predicazione, il suo valore ed i suoi obiettivi. Egli rimane un modello per il predicatore stesso, ma non solo, evidentemente, per il predicatore!
La predicazione autentica, quindi, quella che Dio intende e comanda ai Suoi ministri e che sceglie come strumento privilegiato per la comunicazione dell`Evangelo, non potrà mai essere "noiosa", "banale", "irrilevante". Sarebbe una contraddizione in termini! In Giovanni vediamo una persona a cui Dio ha affidato un compito persino più importante del politico e del religioso: essere strumento di un movimento di riforma radicale del cuore umano. Questa trasformazione è il requisito essenziale di ogni autentica giustizia a livello sociale e di ogni efficace terapia sulla psiche umana. Essa è l`opera del Cristo, vivente ed operante. Ecco perché la predicazione accompagna a Cristo, indica Cristo, pone in contatto con Cristo. Quando questo movimento viene innescato e parte, si realizzano sempre meraviglie. Le "cose spirituali" diventano oggetto di conversazione e di sperimentazione! Il predicatore dovrà però essere altrettanto "diverso dagli altri" come Giovanni, altrettanto strumentale a togliere gli ostacoli ed i pregiudizi che separano la gente da Cristo, altrettanto coraggioso e diretto, altrettanto radicale. Allora la predicazione sarà fruttuosa!
Vogliamo assistere a reali novità, a reali trasformazioni in noi ed intorno a noi? Allora prendiamo seriamente la predicazione dell’Evangelo. Di essa l’Apostolo scrive: "Infatti non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede" (Romani 1:16).
Paolo Castellina, sabato 11 dicembre 2004