Luca 13:1-9

Lezioni che non impareremo mai?

Sintesi. Quanti fatti tragici avvengono dunque nel nostro mondo! Avvenivano pure un tempo ed anche i primi discepoli di Gesù si interrogavano e interrogavano Gesù a loro riguardo. Gesù però non intende fare discussioni accademiche e non risponde alle domande che i Suoi discepoli Gli pongono. Dice semplicemente: "Attenzione: questi fatti devono diventare per noi una lezione da imparare. La impareremo noi, o continueremo a nasconderci dietro alle nostre speculazioni esistenziali? A quali lezioni Gesù si riferiva? Consideriamole nel testo biblico di questa Domenica: Lucxa 13:1-9.

Perché accadono queste cose?

Il testo biblico che vi presento quest'oggi è un dialogo sopravvenuto un giorno fra i discepoli di Gesù e Lui stesso a proposito di certi fatti tragici che erano avvenuti allora. In quei giorni, infatti, tutti discutevano di una sanguinosa repressione che Pilato aveva perpetrato nel tempio di Gerusalemme, facendo massacrare una folla di pellegrini che vi erano giunti per offrire sacrifici a Dio. Quel giorno nel tempio era stato versato non solo il sangue delle vittime sacrificali, ma anche quello dei fedeli... Come se ciò non bastasse, negli stessi giorni era avvenuto anche un incidente durante la costruzione di una torre. Questa, infatti, era improvvisamente crollata, cadendo addosso a diverse persone e uccidendole.

Come molto probabilmente avremmo fatto anche noi, i discepoli di Gesù, nel raccontare e nel considerare questi fatti, avevano chiesto a Gesù quale fosse il senso, il significato di tutte queste cose. Si trattava forse di un castigo di Dio su queste persone? "Perché avviene tutto questo?".

Certo, per ogni cosa che accade vi sono cause immediate e cause ultime. Alcune fra queste cause le possiamo conoscere, altre non le conosceremo mai. Certamente vi erano parecchie cause che avevano portato al massacro dei fedeli a Gerusalemme e alla tragica caduta di quella torre in costruzione. Gesù però non risponde a queste loro domande. Gesù dice che questi avvenimenti dovrebbero essere per noi di ammonizione, lezioni che dovrebbero insegnarci qualcosa che noi non impariamo mai, preferendo magari speculare su cause e motivazioni varie.

L'insegnamento di questo testo è quanto mai attuale anche per noi. Leggiamolo e riflettiamo attentamente su di esso.

Il testo biblico

"In quello stesso tempo, c'erano lì alcuni che gli raccontarono di quei Galilei il cui sangue Pilato aveva mescolato con i loro sacrifici. E Gesù, rispondendo, disse loro: "Pensate voi che quei Galilei fossero più peccatori di tutti gli altri Galilei, perché hanno sofferto tali cose? No, vi dico; ma se non vi ravvedete perirete tutti allo stesso modo. Oppure pensate voi che quei diciotto, sui quali cadde la torre in Siloe e li uccise, fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico; ma se non vi ravvedete, perirete tutti allo stesso modo". Or disse questa parabola: "Un uomo aveva un fico piantato nella sua vigna; venne a cercarvi del frutto ma non ne trovò. Disse allora al vignaiolo: Ecco, sono già tre anni che io vengo a cercare frutto su questo fico, e non ne trovo; taglialo; perché deve occupare inutilmente il terreno? Ma quegli gli rispose e disse: Signore, lascialo ancora quest'anno, finché lo scalzi e gli metta del letame e se fa frutto, bene; altrimenti, in avvenire lo taglierai"" (Luca 13:1-9).

I. Violenza e disastri non significano maggiore peccato

Una prima cosa che dobbiamo toglierci dalla testa è che i fatti tragici che purtroppo avvengono ogni giorno e che riempiono i nostri giornali e notiziari, non sono necessariamente un immediato "castigo" che Dio manda su determinate persone o popoli. Potremmo fare le stesse domande dei discepoli di Gesù anche in merito ad altri fatti a noi prossimi.

- Gli uomini e le donne di Hiroshima su cui era stata fatta cadere la bomba atomica, erano più malvagi dei signori della guerra di Tokyo? "No, vi dico", ci risponderebbe Gesù.

- I passeggeri del Titanic che periscono in quel famoso e tragico naufragio, ora mitizzato dai media, erano forse più malvagi di quelli che viaggiano oggi sulle navi da crociera? "No, vi dico", ci risponderebbe Gesù.

- Le vittime dei tragici maremoti in Asia e in Oceania erano forse più malvagie di quelle dei vari uragani scoppiati quest'anno? "No, vi dico", ci risponderebbe Gesù.

Perché no? Perché il nostro modo di giudicare chi è buono e chi è cattivo, chi dovrebbe essere castigato e chi no, è del tutto sbagliato. La Parola di Dio afferma chiaramente che in questo mondo non vi sono innocenti da salvare e colpevoli da punire, per il semplice fatto che noi tutti abbiamo infranto la giusta e santa legge di Dio, e tutti noi giustamente meritiamo di essere da Dio condannati. Se ancora non è stata eseguita su di noi la sentenza di condanna, non è per la nostra bontà, ma per la pazienza e la grazia di Dio.

La Parola di Dio afferma: "’Non c'è alcun giusto, neppure uno. Non c'è alcuno che abbia intendimento, non c'è alcuno che ricerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti quanti sono divenuti inutili; non c'è alcuno che faccia il bene, neppure uno. La loro gola è un sepolcro aperto con le loro lingue hanno tramato inganni, c'è un veleno di aspidi sotto le loro labbra; la loro bocca è piena di maledizione e di amarezza; i loro piedi sono veloci per spandere il sangue; sulle loro vie c'è rovina e calamità, e non hanno conosciuto la via della pace; non c'è il timore di Dio davanti ai loro occhi". Or noi sappiamo che tutto quello che la legge dice, lo dice per coloro che sono sotto la legge, affinché ogni bocca sia messa a tacere e tutto il mondo sia sottoposto al giudizio di Dio, perché nessuna carne sarà giustificata davanti a lui per le opere della legge; mediante la legge infatti vi è la conoscenza del peccato" (Ro. 3:10-20).

II. La violenza e i disastri in vari luoghi sono precursori di ciò che grava sul capo di tutte le civiltà e sull'intero mondo.

A. Quali che siano le cause di ciò che di tragico avviene in questo mondo (ed è comunque una costante di ogni tempo e paese), la tragica realtà, che ci piaccia o meno, dice Gesù:"Perirete tutti allo stesso modo" (vv. 3,5).

Noi di solito non vogliamo ascoltare questo. Il messaggio è negativo, pessimista, e non offre speranza, diciamo. Gesù però non ha timore di presentare ai Suoi discepoli la realtà. Gesù però, e con Lui la predicazione cristiana fedele, non darà tregua fintanto che noi non ci saremo "ficcati in testa", e questo si che dobbiamo farlo, che Dio non scherza quando dice che il peccato prima o poi avrà tragiche conseguenze e che se non ce ne ravvediamo, periremo anche noi in un modo o in un altro. Non esiste nessuna grazia a buon mercato. Nessuno si illuda. Nessun "buon Dio" che passi sopra alle trasgressioni della Sua santa e giusta legge senza eseguirne prontamente la sentenza.

B. Gesù in questo testo fa anche degli esempi, e dice: come Dio "condannò alla distruzione le città di Sodoma e di Gomorra, riducendole in cenere, e le fece un esempio per coloro che in avvenire sarebbero vissuti empiamente" (2 Pi. 2:6)^, così a suo tempo farà con l'umanità che non si ravvede. Quello che è successo a Sodoma e Gomorra deve essere per noi un esempio ed un ammonimento.

C. Gesù anche precisa quale fosse l'espressione particolare del peccato di Sodoma e Gomorra. Dice: "…proprio come Sodoma e Gomorra e le città vicine, che come loro si erano abbandonate alla fornicazione e si erano date a perversioni sessuali contro natura, sono state poste davanti come esempio, subendo la pena di un fuoco eterno" (Giuda 7). Esse sono state condannate. Pensa forse qualcuno di evitare una simile condanna, magari con la bravura della sua lingua a giustificarsene?

D. L'esecuzione del giudizio di Dio, dice Gesù, è solo questione di tempo. Esso cadrà addosso a chi non si ravvedere immancabilmente e senza che lo si aspetti: "…Perché verrà come un laccio su tutti quelli che abitano sulla faccia di tutta la terra" (Lu. 21:35), dice Gesù.

III. E' necessario un ravvedimento collettivo se desideriamo che la nostra società sopravviva.

Come si può evitare tutto questo? Imparando la lezione e, sia a livello collettivo, nazionale, che a livello individuale, imparare la lezione e giungere ad un sincero ravvedimento, prima che sia troppo tardi. A livello collettivo:

A. Qual è il nostro atteggiamento verso Dio e verso la Bibbia? Forse di derisione e di sufficienza, ritenendo magari che non ci sia o che non porti a compimento quanto ha promesso? Spesso noi ci riteniamo più saggi ed intelligenti di Dio stesso e riteniamo di saperla più lunga di quanto la Bibbia afferma! Che sciocchi e presuntuosi siamo! Dobbiamo ravvedercene, prima che sia troppo tardi.

B. Qual è nostro atteggiamento verso l'immoralità sessuale dilagante nel nostro paese, che ci vede falsamente scandalizzati e compiacenti? Non rammentiamo quanto Iddio disse al Suo popolo? "Il mio popolo consulta i suoi idoli di legno e il suo bastone gli dà istruzioni; poiché lo spirito di prostituzione li svia, ed essi si prostituiscono, sottraendosi al suo DIO. Sacrificano sulle cime dei monti bruciano incenso, sui colli, sotto la quercia, il pioppo e il terebinto, perché la loro ombra è piacevole. Perciò le vostre figlie si prostituiscono e le vostre nuore commettono adulterio" (Os. 4:12,13). Dobbiamo ravvedercene, prima che sia troppo tardi.

C. Che possiamo dire a proposito della nostra avidità e del nostro insensibile egoismo? Riteniamo che rimanga vincente la legge del più furbo e del più forte? Che la giustizia di Dio non abbia prima o poi corso? Dobbiamo ravvedercene, prima che sia troppo tardi.

D. Che possiamo poi dire a proposito delle nostre nazionali menzogne ed ipocrisie? Pensiamo che non siano mai scoperte o che non abbiano prima o poi tragiche conseguenze? Dobbiamo ravvedercene, prima che sia troppo tardi.

IV. Per essere salvati è necessario il ravvedimento a livello personale.

Il ravvedimento nazionale non può che passare attraverso il necessario ravvedimento a livello individuale. La Scrittura dice: "Ma ora, passando sopra ai tempi dell'ignoranza, Dio comanda a tutti gli uomini e dappertutto che si ravvedano. Poiché egli ha stabilito un giorno in cui giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo di quell'uomo che egli ha stabilito; e ne ha dato prova a tutti, risuscitandolo dai morti" (Atti 17:30,31).

A. Dobbiamo ravvederci dei nostri peccati, ma soprattutto quello fondamentale: quello dell'empietà, cioè di non aver dato a Dio la gloria e l'onore che Gli è dovuta, voltandogli le spalle, vivendo come se non esistesse, disprezzando e trasgredendo la Sua santa legge.

B. Dobbiamo riporre seriamente la nostra fiducia nella persona e nell'opera redentrice di Gesù Cristo, il Figlio di Dio. Egli, infatti, è il solo possibile mezzo che Dio abbia stabilito per la nostra riabilitazione. Egli è Colui che si è offerto di prendere su di Sé la condanna che noi avremmo dovuto subire e per esserne così liberati.

C. Dobbiamo seguire il Signore Gesù confessandolo apertamente e ubbidendo a tutto ciò che Egli ci ha insegnato. Gesù, infatti, non è solo mezzo di perdono, ma la via verace che dobbiamo seguire per poter vivere veramente.

D. Dobbiamo unirci con comunità cristiane fedeli che diffondano il messaggio dell'Evangelo nel mondo e cooperare con loro secondo i nostri doni, perché è proprio "la follia della predicazione" che Dio ha stabilito per poter diffondere nel mondo la medicina dei suoi mali.

V. La pazienza di Dio con nazioni ed individui non durerà per sempre.

In ogni caso il ravvedimento e la fede sono urgenti. La pazienza di Dio non durerà per sempre. E' Gesù stesso che al riguardo, fornisce esempi:

A. La pazienza di Dio era giunta a termine con Israele. "Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono mandati! Quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come la gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa vi è lasciata deserta" (Matteo 23:37).

B. La pazienza di Dio non durerà per sempre con noi. Il tempo della grazia verrà alla fine. Non sappiamo quando, ma alla fine verrà. Possiamo permetterci di rimandare quanto Iddio chiede a noi per la nostra salvezza? La Scrittura dice: " Il Signore non ritarda l'adempimento della sua promessa, come alcuni credono che egli faccia, ma è paziente verso di noi non volendo che alcuno perisca, ma che tutti vengano a ravvedimento" (2 Pietro 3:9).

C. Non dobbiamo cullarci in false sicurezze. Ascoltate che cosa dice la Bibbia: "Forse dunque dirai: "I rami sono stati troncati, affinché io fossi innestato". Bene; essi sono stati troncati per l'incredulità e tu stai ritto per la fede; non insuperbirti, ma temi. Se Dio infatti non ha risparmiato i rami naturali, guarda che talora non risparmi neanche te. Vedi dunque la bontà e la severità di Dio: la severità su quelli che sono caduti, e la bontà verso di te, se pure perseveri nella bontà, altrimenti anche tu sarai reciso" (Romani 11:19-22).

Conclusione

Quanti fatti tragici avvengono dunque nel nostro mondo. Avvenivano pure un tempo ed anche i primi discepoli di Gesù si interrogavano, e interrogavano Gesù a loro riguardo. Gesù però non intende fare discussioni accademiche e non risponde a queste domande che i Suoi discepoli Gli pongono. Dice semplicemente: "Attenzione: questi fatti devono diventare per noi una lezione da imparare. La impareremo noi, o continueremo a nasconderci dietro alle nostre speculazioni esistenziali?


[Paolo Castellina, mercoledì 22 luglio 1998].