1 Corinzi 3:9-15

Architettura spirituale

Sommario: Nel corso della storia ed anche oggi esperti architetti seducono le comunità cristiane proponendo loro la costruzione di “grandi cattedrali” all’apparente gloria di Dio, belle ma spesso discutibili da molti punti di vista. Abbiamo certo bisogno di locali per svolgere le attività cristiane, ma non sono quelle le chiese di cui parla il Nuovo Testamento. Gli apostoli erano esperti architetti e costruttori non di edifici, ma di templi fatti di “pietre viventi”, comunità di cristiani chiamati a testimoniare al mondo la presenza fra di loro di Dio. Il testo biblico di oggi, 1 Corinzi 3:9-15 ci parla delle vere “architetture spirituali” che dobbiamo edificare.

Architetti e chiese…

La comunità cristiana ha bisogno di spazi per riunirsi e per svolgere le sue attività e per questo spesso si lascia sedurre (nel passato ed ancora oggi) dai progetti di esperti (e costosissimi) architetti che le propongono le loro opere. Si tratta spesso di “cattedrali” in cui questi esperti architetti si sbizzarriscono in audaci strutture dal valore simbolico (e raramente pratico) sicuri che la forma e simbologia di quegli edifici debba “dare un messaggio”. È spesso curioso, per altro, come questi architetti, oltre che ad essere esperti di costruzioni, possano pure ritenersi “esperti del messaggio” quando essi stessi ben raramente li vediamo seduti ad ascoltare la predicazione cristiana. Forse quel messaggio viene definito nelle facoltà di architettura o nella loro fantasia creativa? Quale ne è il criterio? Si dice spesso che il criterio sia “la gloria di Dio”, ma c’è ben da sospettare che la gloria a cui mirano sia più che altro quella dell’architetto stesso o di chi commissiona e finanzia l’opera. Si tratta di opere che spesso suscitano ooh di meraviglia ma, a più attenta riflessione, pure giustificate perplessità. Un libro scritto qualche anno fa su questo tema, di Cesare Marchi, era intitolato: “Grandi peccatori, grandi cattedrali” [1]. In quelle cattedrali, antiche o moderne che siano, oggi si ascolta raramente la predicazione autentica dell’Evangelo e, anche se qualcuno mi direbbe che “non apprezzo l’arte”, sinceramente io preferisco comunità cristiane che si riuniscono in locali di fortuna, capannoni industriali, magazzini e vecchi negozi, ma dove si ascolta e vive l’Evangelo di Cristo.

Architetture diverse

L’apostolo Paolo, un giorno, in una sua lettera, si è definito un “esperto architetto”, ma non risulta che avesse mai studiato in una facoltà di architettura. Era forse uno di quei tanti bugiardi che vantano titoli che non hanno? No, perché quando nelle Sacre Scritture si parla di “edificare chiese” non si parla di edifici ecclesiastici (benché sia necessario avere un locale d’incontro), ma di comunità cristiane, di credenti in carne ed ossa. Nelle Scritture il termine “chiesa” non ha a che fare con campanile, travi, soffitti, serramenti, pareti intarsiate e dipinte artisticamente, un organo, un impianto di amplificazione, banchi, pulpito… La chiesa è un organismo vivente che, come dice Gesù, “adora Dio in spirito e verità”. Ha bisogno, è vero, di avere un tetto sulla testa, ma quello non è l’essenziale.

Ascoltate che cosa scrive l’apostolo Paolo nella prime sua lettera ai cristiani di Corinto, al capitolo 3 e poi, sull’argomento della “chiesa” ne trarremo le conseguenze.

“Noi siamo infatti collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio (9). Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come esperto architetto, ho posto il fondamento; un altro vi costruisce sopra. Ma ciascuno badi a come vi costruisce sopra (10); poiché nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù (11). Ora, se uno costruisce su questo fondamento con oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia (12), l'opera di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno (13). Se l'opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà ricompensa (14); se l'opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco (15)” (1 Corinzi 3:9-15).

1. Persone in carne ed ossa

La prima cosa che rileviamo in questo testo è che “l’edificio di Dio” non è una costruzione in muratura o legno, ma si tratta di persone in carne ed ossa. L’Apostolo, rivolgendosi alla comunità cristiana di Corinto, dice “voi siete … l’edificio di Dio” (9). La chiesa del Signore Gesù è fatta di “materiale umano”. La Scrittura chiama i credenti “pietre viventi” di un unico edificio, quello della Chiesa cristiana. Dice: “anche voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo” (1 Pietro 2:5).

“Andiamo in chiesa oggi?” dice qualcuno. Se è però un cristiano, lui è parte della chiesa, e “chiesa” non vuole dire altro che incontrarsi con gli uomini e le donne, anziani, giovani e bambini, credenti in Cristo, che la compongono. “Chiesa” non è l’edificio. Si sente talvolta chi critica “la chiesa” perché fa o non fa questo o quello... La “chiesa” per queste persone è sempre “qualcun altro in qualche altro posto”, spesso chi la dirige. Chiesa, però, è la comunità dei credenti, di quelli che vi sono iscritti. Chi critica “la chiesa” non si rende conto che quando la critica, in realtà dovrebbero criticare sé stessi, perché le fanno mancare il loro stesso contributo creativo e costruttivo. Anche chi dirige la chiesa è lì perché qualcuno ce lo ha messo… Magari è la persona sbagliata… ma chi ha permesso che occupasse quel posto? Con le dovute riserve (perché i casi potrebbero essere diversi) bisognerebbe allora dire: “E’ anche colpa mia se nella chiesa ci sono dei problemi, perché io non vi faccio ciò che dovrei fare, o peggio, io sono assenteista! Essa soffre a casa della mia negligenza”. Le scuse al riguardo sono molte, ma siamo sicuri di aver fatto tutto quel che avremmo potuto e dovuto fare?

2. Gli esperti di “architetture spirituali”

In secondo luogo, quando qui si parla di un “esperto architetto” si intende l’Apostolo, îl ministro di Dio, cioè colui che Dio ha mandato per annunciare il messaggio dell’Evangelo e raccogliere ed organizzare come comunità coloro che a questo messaggio il Signore ha convertito. Gli apostoli qui sono chiamati "collaboratori di Dio”. Paolo afferma di essere stato fatto, per la grazia di Dio, “architetto”. La sua competenza e perizia, in questo compito, deriva da Dio: è Lui che lo ha reso “esperto” (10).

Insieme ai profeti, le colonne portanti della chiesa cristiana sono gli antichi apostoli, testimoni oculari della vicenda di Cristo, coloro che conservano “il deposito della fede”. Essi continuano a parlarci autorevolmente oggi nella Bibbia. Sono loro coloro ai quali costantemente bisogna fare riferimento ed “insistere”, altrimenti l’edificio (della chiesa) cadrebbe. La chiesa cristiana è chiamata, nella Bibbia, “colonna e sostegno della verità” (1 Timoteo 3:15). Essa però rimane tale nella misura in cui è sostenuta dalle colonne portanti di questo edificio: “Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare” (Efesini 2:20). Queste colonne sono essenziali, come disse l’apostolo Paolo, e a loro egli stesso fa riferimento per il suo ministero: “…riconoscendo la grazia che mi era stata accordata, Giacomo, Cefa e Giovanni, che sono reputati colonne” (Galati 2:9). Ecco perché oggi la Bibbia è fondamentale, essenziale, e dev’essere strumento costante nelle mani di un credente per la sua fede e la sua condotta.

L’architetto, o costruttore, ha una funzione essenziale nell’edificio. Il costruttore è quello che porta assieme i materiali, e li compone nel modo più appropriato, per assicurare la simmetria, la forza, la coerenza e la bellezza. Un costruttore saggio nella chiesa di Dio cerca anima dopo anima, la assicura alla salvezza dal peccato affinché ciascuna di esse possa prendere il posto che le spetta nel tempio del Signore Gesù Cristo. Il costruttore deve essere esperto e competente nel suo lavoro, ed allora l’edificio sarà edificato nel modo migliore. I profeti e gli apostoli, che ci hanno lasciato le Scritture, godevano di una particolare assistenza ed ispirazione dello Spirito Santo. Per questo tutte le Scritture della Bibbia sono pienamente adeguate a guidare la Chiesa del Signore.

Dio ha provveduto ed ancora provvede affinché la Sua Chiesa sia di nulla mancante. Abbiamo ogni risorsa a nostra disposizione! "È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero e dell'edificazione del corpo di Cristo, fino a che tutti giungiamo all'unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all'altezza della statura perfetta di Cristo; affinché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l'astuzia loro nelle arti seduttrici dell'errore; ma, seguendo la verità nell'amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo. Da lui tutto il corpo ben collegato e ben connesso mediante l'aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte, per edificare sé stesso nell'amore" (Efesini 4:11-17). Queste risorse le dobbiamo utilizzare!

3. L’unico fondamento possibile di quest’edificio

Se i mattoni dell’edificio della chiesa cristiana sono i singoli credenti, se le colonne sono gli apostoli ed i profeti, su che cosa deve poggiarsi il tutto? Non certo sulla sabbia, ma sulla salda roccia, e questa roccia non può altro che essere il Cristo. Infatti, e questo è il terzo punto, il testo mette in evidenza come questo edificio spirituale non possa che avere un unico fondamento: la Persona e l’opera del Signore e Salvatore Gesù Cristo: “poiché nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù” (11). Questo significa che la comunità cristiana, la chiesa, conserva la sua identità e può “reggere” solo quando si fonda su Cristo, sulla Parola di Dio, ed a questa rimane fedele. Qualcuno direbbe: “…è scontato che sia così!”. Invece non è affatto scontato che il fondamento della chiesa cristiana sia Cristo. Spesso lo è solo formalmente, ma non in pratica!

Spesso è la sapienza umana e la ragione ad essere il fondamento di certe chiese, chiese che permettono ad essa di essere l’unica a determinare la prassi e persino a giudicare se la Bibbia sia o non sia autorevole. Il fondamento, però, deve essere il Cristo delle Scritture! Altre chiese mettono come propria base la loro tradizione, che onorano, in pratica, praticamente più che la stessa Parola di Dio. Vi è poi chi mette come fondamento della chiesa degli uomini, delle autorità, i loro “onorati fondatori”. Fondamento della chiesa, però, non è “un magistero”, “un papa”, un grande predicatore, un onorato fondatore denominazionale. L’apostolo Paolo, infatti, poco prima del nostro testo, diceva: “Quando uno dice: «Io sono di Paolo»; e un altro: «Io sono d'Apollo»; non siete forse uomini carnali? Che cos'è dunque Apollo? E che cos'è Paolo? Sono servitori, per mezzo dei quali voi avete creduto; e lo sono nel modo che il Signore ha dato a ciascuno di loro. Io ho piantato, Apollo ha annaffiato, ma Dio ha fatto crescere; quindi colui che pianta e colui che annaffia non sono nulla: Dio fa crescere!” (1 Corinzi 3:4-7).

4. I materiali da costruzione

Su quel fondamento, Cristo, la comunità cristiana deve “edificare”. Come lo fa? “Con che cosa” costruisce? Quali sono i “materiali” con i quali i cristiani “costruiscono”, “allargano” la casa di Dio? Il testo usa, al riguardo delle metafore, e dice: “se uno costruisce su questo fondamento con oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia…” (12). Per rispondere allo scopo per il quale la comunità cristiana è stata istituita, essa deve crescere, crescere in numero, crescere nella fede e nell’amore, crescere qualitativamente e spiritualmente. Cresciamo noi nella qualità della nostra vita cristiana, interiormente e esternamente, nella nostra condotta, carattere, capacità comunicativa, impegno, contribuzioni?

L’apostolo prega dicendo: “…prego che il vostro amore abbondi sempre più in conoscenza e in ogni discernimento, perché possiate apprezzare le cose migliori, affinché siate limpidi e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di frutti di giustizia che si hanno per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio" (Filippesi 1:9-11); “…perché camminiate in modo degno del Signore per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio” (Colossesi 1:10). La comunità cristiana deve crescere svolgendo sempre meglio i compiti che le sono stati affidati, cioè, nell’annunzio dell’Evangelo e nel praticare e promuovere quelli che la Bibbia chiama “i frutti dello Spirito Santo”, cioè: “… amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo” (Galati 5:22). Come singoli cristiani e come comunità noi ci adoperiamo per crescere moralmente e spiritualmente oppure siamo malati di rachitismo, infantilismo e sottosviluppo? Iddio, nella Scrittura ci esorta e ci dice: “…consolatevi a vicenda ed edificatevi gli uni gli altri” (1 Tessalonicesi 5:11).

5. Un edificio costantemente verificato

In quinto ed ultimo luogo, deve essere chiaro che la “consistenza” di quell’edificio spirituale che è chiamato “chiesa”, è costantemente sotto giudizio critico da parte di Dio: “…l'opera di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno” (13). Gli edifici invecchiano e si logorano, e se non si applica loro la necessaria manutenzione, se non li si ripara, se non li si restaura di tanto in tanto, vanno in rovina come certe vecchie case nei centri storici delle città oppure certe stalle e fienili non più utilizzati in montagna. Soprattutto se si tratta di edifici pubblici il comune, o enti appositi, manda regolarmente degli ispettori per verificarne la tenuta e “l’agibilità”. Vi sono scuole che, prive della necessaria manutenzione, sono crollate addosso agli studenti ed agli insegnanti.

Sono anche crollate palazzine di recente costruzione, edificate non secondo adeguati criteri di sicurezza, soprattutto in presenza della minaccia di terremoti. Gli ispettori, quindi, le esaminano e possono ordinarne la riparazione, oppure, l’abbattimento, quando essa non è più possibile. A volte una vecchia casa la si deve smantellare e svuotare e qualcosa di più solido e funzionale ne prende il posto sul fondamento antico. Lo stesso accade per l’edificio spirituale della chiesa: Dio ne giudica regolarmente la consistenza, se essa risponde effettivamente agli scopi per la quale è stata fatta, se “chi la abita” può davvero, in essa, “trovarsi al sicuro”. Sotto l’attenta verifica: Iddio potrebbe imporre la riparazione ed il restauro, e perfino l’abbattimento, se da Lui è giudicata irrecuperabile. Su quello stesso antico fondamento potrebbe essere costruita una nuova chiesa. Si, una chiesa può anche essere sciolta quando non risponde più a ciò a cui Dio l’ha chiamata, ed un’altra può prenderne il posto. Lo ritenete forse impossibile? Vi sembra impossibile che Dio giudichi così la chiesa? Egli la giudica costantemente! Certo, sarà il mondo incredulo e ribelle alla volontà di Dio ad essere giudicato colpevole e condannato da Dio: non c’è nulla di più sicuro di questo. Al giudizio, però, non sarà esonerata la comunità cristiana. Iddio, un giorno, verificherà la fedeltà di coloro che dicono d’essere membri della chiesa. L’apostolo Pietro scrive: “Infatti è giunto il tempo in cui il giudizio deve cominciare dalla casa di Dio; e se comincia prima da noi, quale sarà la fine di quelli che non ubbidiscono al vangelo di Dio?” (1 Pietro 4:17).

Quale sarà, per noi, il verdetto di Dio, la conseguenza di quel Suo “fuoco” che mette ogni cosa in luce e che prova la consistenza del nostro essere cristiani? “…se l'opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco” (15). E’ una verità indiscutibile che la nostra fede, sia personale che comunitaria, sia sottoposta a prove di ogni genere. Ecco perché la fede evangelica afferma un principio troppo spesso solo teorico, cioè “Ecclesia reformata semper reformanda”, cioè “La chiesa riformata è sempre sottoposta

alla riforma”, alla revisione, all’esame. Se essa non passasse all’attento esame da parte di Dio, potrebbe essere demolita e un’altra ricostruita. Ne siamo coscienti? Se non siamo fedeli, Dio non rimarrà privo di una chiesa: altri prenderanno il nostro posto.

Conclusione

Per concludere, dunque, l’architettura è un'arte veramente affascinante. Architetti famosi progettano chiese che passano persino alla storia. Questi architetti possono, anzi, devono essere duramente criticati e contestati quando concepiscono chiese che difficilmente si armonizzerebbero con lo spirito di Cristo e dell’Evangelo, spirito pragmatico ed essenziale, teso a relativizzare il tempio come luogo di culto, per privilegiare l’elemento umano e di autentico servizio di Dio e del prossimo. Non dobbiamo, però, dimenticarci di quanto le Scritture dicono della Chiesa autentica: essa non è un edificio o un’istituzione, la chiesa sono persone di carne ed ossa, la chiesa è la comunità dei credenti. Essi sono le “pietre viventi” della chiesa, ed è un grande onore e privilegio essere stati chiamati a farne parte. Gli architetti di questa “chiesa vivente” sono soprattutto i profeti e gli apostoli ispirati da Dio, che ci hanno lasciato i loro scritti nella Bibbia, autentico ed insostituibile “manuale per l’uso” della fede e della condotta per ogni credente. L’unico fondamento possibile di questo edificio, però, è e non potrebbe essere altro, che la persona e l’opera del Signore e Salvatore Gesù Cristo, di cui la chiesa è “corpo”. Egli deve essere il fondamento unico della chiesa, e …non solo a parole.

Su questa base, secondo le strutture apostoliche, la comunità cristiana deve crescere e svilupparsi in larghezza e profondità, numericamente, spiritualmente e moralmente,

servendo sempre meglio, in questo mondo, il Signore Gesù. Questo è l’unico motivo per la sua esistenza. Questo lo dobbiamo fare anche perché saremo chiamati a rendere conto,

come credenti, di come abbiamo costruito la chiesa del Signore, con quali “materiali”, con quanta diligenza. Ci verrà chiesto se e come avremo contribuito allo sviluppo della

Chiesa del Signore. Riascoltiamo gli ultimi versetti del nostro testo, che dicono: “Se l'opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà ricompensa; se l'opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco” (14,15). Il Signore Iddio non scherza con le cose sante, ed Egli è fedele alle Sue promesse, sia in bene che in male!

Paolo Castellina, rielaborazione del 13 febbraio 2017 della predicazione del 30 ottobre 2003.

Nota. [1] - MARCHI, Cesare, Grandi peccatori. Grandi cattedrali, Rizzoli, XI ediz.,1989, premio Bancarella, 1988. https://www.amazon.it/Grandi-peccatori-grandi-cattedrali-Cesare/dp/8817076600/ref=sr_1_1?ie=U