Giovanni 17:17

Una parola che merita fiducia

Sintesi

In questo tempo dove si mette tutto in questione, una delle più grandi sfide che si pongono ai cristiani che vogliano rimanere fedeli al loro retaggio storico e vocazione, è continuare ad affermare che la Bibbia è Parola di Dio. Con il Signore Gesù, e con tutto il popolo di Dio che Gli è fedele, di ogni tempo e paese, dobbiamo poter dire: "La tua parola è verità" (Giovanni 17:17). E’ il testo biblico sul quale rifletteremo questa domenica, esaminando il rapporto di Gesù con le Scritture, in che modo Lui le considerava; Cristo affida la Sua Parola ai Suoi discepoli affinché la mettano per iscritto e così la trasmettano; come trattare le difficoltà della Bibbia.

La sfida

In questo tempo dove si mette tutto in questione, una delle più grandi sfide che si pongono ai cristiani che vogliano rimanere fedeli al loro retaggio storico e vocazione, è continuare ad affermare che la Bibbia è Parola di Dio. Con il Signore Gesù, del quale ci proclamiamo seguaci, e con tutto il popolo di Dio fedele, di ogni tempo e paese, dobbiamo poter dire: "La tua parola è verità" (Giovanni 17:17).

Si, affermare che la Bibbia è Parola di Dio, significa dire che essa è verità, completamente degna di fiducia, e che in essa si manifesta l’autorità stessa di Dio. La Bibbia è e rimane, per il popolo di Dio, regola unica della propria fede e della propria condotta. Essa siamo chiamati a credere e ad essa ubbidire.

La questione dell’infallibilità della Bibbia è dunque per noi e per l’intera Chiesa di Cristo, una questione di importanza cruciale. Quando sosteniamo questo, spesso ci dicono che noi, alla Bibbia, “diamo troppa importanza”, o che con la Bibbia si possa provare qualsiasi cosa... Altre volte ci trattano con aria di sufficienza come degli sciocchi ingenui, privi di risorse intellettuali. Magari sono pronti ad ammirare la nostra ortodossia e il nostro zelo, ma ci dicono che credere all’infallibilità della Bibbia sia la nostra più grande debolezza. Sono infatti convinti che questa dottrina sia del tutto inaccettabile nell’epoca moderna, che oggi, per i cristiani, sia scientificamente che intellettualmente impossibile crederle. Non di rado questi critici ci deridono citando brani della Bibbia che essi ritengono "assurdi" e persino "immorali".

Alcuni pensano che sia sbagliato trovare la nostra unità di cristiani attorno ad un libro, come invece dovrebbe essere. Ci dicono: “Troviamo la nostra unità intorno alla persona del Signore Gesù Cristo, Lui è la verità”. Siamo, naturalmente, del tutto d’accordo che la Persona del Signore Gesù Cristo debba essere la nostra autorità ultima come la verità fattasi uomo, ma è proprio per questo che crediamo la Bibbia sia infallibile e priva di errori. Dove altrimenti se non nella Bibbia potremmo trovare informazioni autorevoli su Cristo, il Suo volto autentico? Non possediamo alcuno scritto autografo di Gesù e necessariamente possiamo e dobbiamo dipendere da coloro che Egli ha autorizzato come Suoi testimoni ed apostoli. Senza la Bibbia Cristo sarebbe solo il prodotto della nostra fantasia, una maschera di gomma da adattare ad ogni nostra convenienza od ambizione.

E’ Cristo stesso che insegnava ad avere completa fiducia nella Bibbia in quanto Parola di Dio, sia per l’Antico che per il Nuovo Testamento, e che comandava ai Suoi discepoli di esserle sottoposti!

1. La persona di Gesù Cristo

Consideriamo in primo luogo la Persona del Signore nostro Gesù Cristo. Chi è questa straordinaria persona? Egli è Colui che afferma che un giorno giudicherà il mondo, e che separerà il destino degli uni da quello degli altri come un pastore che separa le pecore dai capri (Matteo 25:32). Il destino ultimo di ogni creatura umana sarà deciso dalla Sua sentenza, non solo: il criterio secondo il quale uomini e donne verranno giudicati sarà il rapporto che essi avranno avuto con Lui. Gli avranno ubbidito, oppure no? Si erano forse vergognati di Lui [1]? Il destino di tutti dipenderà da questo! C’è di più, Egli afferma la Sua pre-esistenza. Egli dice: «In verità, in verità io vi dico: Prima che Abrahamo fosse nato, io sono» (Giovanni 8:58). Non solo, Egli afferma la Sua assoluta uguaglianza con Dio: “Io e il Padre siamo uno” (Giovanni 10:30). Il vangelo di Giovanni inizia dicendo: “Nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio. Egli (la Parola) era nel principio con Dio” (Giovanni 1:1,2) e termina con Tommaso che dice: “Mio Signore e mio Dio” (Giovanni. 20:28).

Questo è il Gesù Cristo della Bibbia. Egli è il Fattore del cielo e della terra. E’ stato Lui a progettare il cervello umano. Egli sostiene ogni cosa con la Parola della Sua potenza. Quando cade a terra anche un solo passero [2], questo accade perché Egli lo ha decretato. Se una meteora cade e brucia nell’atmosfera terrestre, è perché il Signore lo ha decretato. Nulla accade senza di Lui. Tutte le leggi dell’universo sono Sue. I pesanti libri di matematica e di fisica che gli studenti leggono sono il tentativo dell’uomo di descrivere il mondo che Cristo ha fatto e sostiene. Un giorno Egli tornerà con potenza, maestà e gloria per disfare questo universo atomo dopo atomo. Ed Egli pure lo ricomporrà come un nuovo universo in cui abiterà la giustizia.

Tutti un giorno dovranno comparire di fronte a Lui per udire la sentenza di dove noi dovremmo trascorrere la nostra eternità. Quando Lo vedremo, saremo di fronte alla realtà ultima e finale. Egli sia l’unico Dio esistente. Egli è “Egli è l'immagine dell'invisibile Dio” (Colossesi 1:15), la pienezza di Dio e la stessa Gloria di Dio. In Gesù Cristo “sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza” (Colossesi 2:3) in modo infinito e incommensurabile.

Il cristiano dichiara l’infallibilità di Gesù Cristo, e questo per noi significa che Egli non può dire alcunché di sbagliato. Egli parla sul matrimonio e sul divorzio. Egli parla della creazione di tutte le cose dal nulla, e poi di quelle creature che Egli ha tratto dalla polvere della terra – animali ed umani. Egli parla della condizione umana e spiega perché gli esseri umani si uccidono fra di loro. Egli conosce come nessun altro il cuore umano e tutto ciò che esso escogita. Egli parla della morte; Egli conosce il mondo eterno.

Il Signore Gesù parla in modo privo di errori su ciascuna cosa che voi ed io incontriamo nella vita. Egli solo era libero dai pregiudizi, dalle concezioni errate e dalle tradizioni che ingombravano il Suo tempo. Noi siamo creature del nostro tempo. Egli non era una creatura del Suo tempo. Egli si opponeva a molto di ciò che era comunemente accettato nel suo tempo, e correggeva la Sua generazione in innumerevoli aspetti non solo della religione e dell’etica, ma anche della vita comune. Egli si poneva del tutto contro-corrente rispetto al Suo tempo. Anche per questo si era fatto molti nemici ed alla fine viene crocifisso. Ben lungi dal conformarsi al Suo tempo, di Lui, bambino era stato profetizzato: “Ecco, costui è posto per la caduta e per l'innalzamento di molti in Israele e per essere segno di contraddizione” (Luca 2:34). Egli è il Figlio di Dio per eccellenza che disse: “Io sono la verità” (Giovanni 14:6) ed è intorno a questo Cristo che molti vogliono che noi troviamo la nostra unità, e non abbiamo alcuna obiezione da fare a questo. Ci facciamo così una domanda:

2. In che modo Gesù considerava la Bibbia?

In che modo questo infallibile Cristo considerava le Scritture, la Bibbia? Sarebbe incredibile se su tale questione Egli avesse taciuto o non avesse preso posizione.

Possiamo osservare come Gesù stesso usasse in ogni circostanza le Scritture dell’Antico Testamento

1. Egli ne fa uso quando affronta l’attacco che gli sferra Satana. Egli sconfigge il diavolo citando tre volte dal libro del Deuteronomio. La risposta che Egli dà per mettere fine ad ogni questione è: “E’ scritto”. Egli cita la Bibbia in modo pertinente e con rispetto per trionfare su Satana.

2. Egli fa uso della Bibbia per contro battere ai Suoi nemici. Fa appello alla Bibbia quando essi discutono di divorzio o sul giusto modo di comportarsi il sabato. Egli dice ai Suoi avversari: “Non è proprio per questo che siete in errore, perché non conoscete né le Scritture né la potenza di Dio?” (Marco 12:24).

3. Egli spiega le Scritture.' Ecco un uomo, Cleopa, ed il suo compagno, colti sulla strada di Emmaus. Il Signore Gesù Cristo era stato assassinato pochi giorni prima e il loro cuore è pieno di angoscia e di tristezza. Cristo stesso, risorto dalla morte, li aiuta a rimettere insieme la loro vita ed a confidare completamente in Dio, spiegando loro le Scritture. Dice loro: "O insensati e tardi di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno detto! Non doveva il Cristo soffrire tali cose, e così entrare nella sua gloria?». E cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo riguardavano" (Lu. 24:25-27)

4. Gesù usa la Bibbia per esprimere la Sua stessa fede. Predicando a Nazareth, dice che la Scrittura si stava adempiendo in Lui. Tradito da Giuda, diceva che in questo la Scrittura si adempiva. Messo a morte, è la Scrittura che aveva detto che sarebbe morto così. Inchiodato su una croce e morente, Egli cita il Salmo 31 e 22. Egli confidava completamente nella Parola di Dio. Egli ubbidiva completamente alla Bibbia. La Sua fede era una fede biblica.

5. Gesù cita solo dalle Scritture. C’erano allora altri libri dai quali avrebbe potuto trarre citazioni, anche molti libri religiosi, buoni ed onorevoli, diversi dalla Bibbia, ma non li cita mai. Egli fa continuamente appello alla sola Scrittura.

6. Gesù trae le sue citazioni da ogni parte della Bibbia. Vi sono 179 versetti dell’insegnamento di Gesù stesso, in cui Egli fa riferimento alla Scrittura, cioè, il 10% di tutto il Suo ministero registrato proviene dall’Antico Testamento. Egli fa riferimento a Genesi 2 quando dice: “Non avete voi letto che chi li creò da principio, li creò maschio e femmina?” (Matteo 19:4). Fa appello all’omicidio di Caino, al diluvio universale, a Lot e a sua moglie mentre fuggono da Sodoma e Gomorra su cui cade fuoco e zolfo. Parla di Mosè al roveto ardente, a Mosè che eleva un palo con un serpente di bronzo, a Giona nel ventre della balena, alla gente di Ninive che si ravvede, a Naaman che viene guarito dalla lebbra, ad Elia che si reca dalla vedova di Sarepta, alla regina di Saba che viene a far visita a Salomone. Cita direttamente da cinque profeti. Egli cita da ogni parte del libro di Isaia come se fosse un’opera unica. Cita da otto salmi. Ha familiarità con la teologia biblica dell’Antico Testamento e l’intera sua storia della redenzione.

7. Inoltre Egli insegna una dottrina della Scrittura. Chiama la Scrittura: “I comandamenti di Dio” e fa riferimento ad essa come “La Parola di Dio”. Quando ripete le parole di un Salmo, dice: “Come mai dunque Davide, per lo Spirito, lo chiama Signore” (Matteo 22:43). Egli dice che il Salmo 23 ci è stato dato per ispirazione diretta dello Spirito Santo, e lo stesso vale per gli altri! Gesù poi dice che la Bibbia come tale durerà per sempre: “Finché il cielo e la terra non passeranno, neppure un iota, o un solo apice della legge passerà, prima che tutto sia adempiuto” (Matteo 5:18). Per Gesù la Scrittura è inviolabile: “la Scrittura non può essere annullata” (Giovanni 10:35). “Quanto poi alla risurrezione dei morti, non avete letto ciò che vi fu detto da Dio, quando disse: IO sono il Dio di Abrahamo, il Dio d'Isacco e di Giacobbe Dio non è il Dio dei morti, ma dei viventi»” (Matteo 22:31,32).

Questa è la dottrina della Scrittura che Gesù insegnava. Egli insegnava la dottrina della natura di Dio, quella della redenzione, dell’eternità. Questo è ciò che Gesù insegnava sulla Bibbia. Ora, se la Bibbia fosse “piena di errori”, non ce ne avrebbe forse detto, messo in guardia, avvertito? Gesù aveva messo in guardia i suoi discepoli su tante cose, ma mai sulla Bibbia. Gesù un giorno disse: “Se no, ve lo avrei detto” (Giovanni 14:2).

Abbiamo così considerato: (1) Chi è Gesù Cristo, Dio fattosi uomo, infallibile Signore che afferma la verità; e (2) che Gesù Cristo insegna la verità della Scrittura. Egli lega le coscienze di tutti coloro che Lo amano e Lo servono a questo stesso atteggiamento, perché Egli è il nostro Signore. Se il discepolo non è più grande del Suo Maestro, allora noi siamo tenuti a credere che la Bibbia sia infallibile.

Cristo affida la sua parola agli apostoli

In terzo luogo, il Signore Gesù affidò la Sua Parola agli apostoli. Paolo era consapevole che il messaggio che predica non fosse originale, ma un messaggio ricevuto, derivato. In 1 Corinzi 15:1 scrive: “Ora, fratelli, vi dichiaro l'evangelo che vi ho annunziato, e che voi avete ricevuto e nel quale state saldi” (1 Corinzi 15:1). E poi: “Infatti vi ho prima di tutto trasmesso ciò che ho anch'io ricevuto, e cioè che Cristo è morto per i nostri peccati secondo le Scritture, che fu sepolto e risuscitò a il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e poi ai dodici” (1 Corinzi 15:3,4). Scrivendo ai cristiani della Galazia, dice: “Ora, fratelli, vi faccio sapere che l'evangelo, che è stato da me annunziato, non è secondo l'uomo, poiché io non l'ho ricevuto né imparato da nessun uomo, ma l'ho ricevuto per una rivelazione di Gesù Cristo” (Galati 1:11,12).

Paolo e gli apostoli sono coscienti che essi trasmettono un messaggio non originale, che sono solo dei messaggeri che portano un messaggio che qualcuno di più grande ha loro affidato, e rispetto al quale dovranno renderne conto.

Ecco il grande insegnamento del Nuovo Testamento sulla signoria di Cristo, la Sua incarnazione e redenzione. Parla del significato delle Sue sofferenze e della Sua risurrezione dalla tomba. Paolo dice: “Ve lo trasmetto nella mia predicazione e nelle mie lettere”. Non trova la sua origine nell’apostolo. Egli lo ha semplicemente “ricevuto”. Non lo ha ricevuto da uomini, e neanche dagli stessi apostoli. Lo ha ricevuto da Gesù stesso. Come i profeti che erano chiamati alla presenza di Dio e da Lui proveniva la Parola che bruciava in loro come carbone ardente, così Paolo era stato presso Gesù, Dio con noi, per ricevere un messaggio da ritrasmettere.

E’ dal Signore Gesù che Paolo riceve la dottrina sulla rivelazione. Non c’è una sola virgola di differenza fra come gli apostoli considerano la Parola scritta di Dio, e la valutazione che ne fa il Signore. Paolo scrive: “Tutta la Scrittura è divinamente ispirata e utile a insegnare, a convincere, a correggere e a istruire nella giustizia” (2 Timoteo 3:16). L’apostolo Pietro dice: “Nessuna profezia infatti è mai proceduta da volontà d'uomo, ma i santi uomini di Dio hanno parlato, perché spinti dallo Spirito Santo” (2 Pietro 1:21). Queste idee essi le hanno imparate dall’insegnamento e dall’esempio del loro Dio e Salvatore Gesù Cristo.

Vedete dunque come gli autori delle lettere del Nuovo Testamento abbiano lo stesso approccio alle Scritture del Signore Gesù stesso. Gli apostoli citano da ogni parte dell’Antico Testamento. L’unico libro non menzionato è il libro di Esther. Quando la lettera agli Ebrei citano da scritti di Davide o di Isaia, essa non li attribuisce a questi autori, ma allo Spirito Santo, a Dio stesso! Paolo in Atti 24:14 confessa che lui credeva in ogni parola scritta nella Legge e nei Profeti. Ecco come il Signore aveva insegnato a Paolo a credere. In Pietro troviamo addirittura come Egli consideri gli scritti di Paolo sullo stesso piano delle “altre Scritture”, cioè dell’Antico Testamento (2 Pietro 3:16)!

Tutta la Scrittura, quindi, viene creduta come proveniente dalla mente stessa di Dio, “espirata” da Lui. Se aveste chiesto a Gesù fino a che punto la Bibbia sia ispirata, Egli avrebbe risposto “fino ad ogni virgola od accento”. E’ Dio stesso che ha voluto che il Suo pensiero fosse espresso in questo modo ed in questa Bibbia. La Bibbia è Parola di Dio. Non è semplicemente che Dio abbia mostrato a uomini qualcosa, lasciando poi che essi mettessero la cosa nelle parole che essi ritenevano meglio. Essi scrissero esattamente ciò che Dio voleva che essi scrivessero.

Potreste protestare e dire: “Errare, però, è umano. Non possiamo avere alcuna attività umana che sia priva di peccato o di errore”. La questione, però, è diversa. Non è forse in grado, Dio, di sovrintendere, controllare, alle operazioni della mente umana tanto da accertarsi che quegli uomini scrivessero esattamente ciò che Dio intendeva che essi scrivessero? E’ questo forse impossibile per Dio? Colui che può fare l’universo e risuscitare i morti non può forse, nella Sua provvidenza, preparare un uomo affinché scriva ciò che Egli vuole? E’ interessante notare come in Apocalisse 10:4, dove Giovanni sta per scrivere alcune parole, che Dio intervenga e dica: “Non le scrivere”. Così Dio assisteva questi uomini ed usava la loro personalità, l’esercizio delle loro facoltà, mente, memoria ed emozioni. Dio li mette in grado ad usare liberamente le proprie esperienze e persino alcuni dettagli biografici. Egli li mise in condizione, come fondamento della Chiesa per i seguenti duemila anni, a porre fondamenta prive di errore. Non c’era distruzione della loro personalità. Paolo rimane differente da Giovanni e da Luca. Non era sempre, da parte di Dio, un dettato, sebbene vi fosse intimità e immediatezza nel loro rapporto con Dio. Ogni parte della Bibbia dice esattamente ciò che Dio volle che fosse scritto. Le Sacre Scritture sono la testimonianza infallibile che Dio rende a Sé stesso e a noi, affinché noi si sia salvati.

4. Le difficoltà della Bibbia

Nella lettura e nella comprensione della Bibbia, però, si incontrano talvolta difficoltà di interpretazione che possono scoraggiare e rendere perplesso anche il lettore meglio intenzionato. Quanti sono i punti interrogativi che sorgono nella mente nel lettore moderno quando vorrebbe capire particolari della creazione del mondo in Genesi, o le questioni morali della violenza presente in certi racconti dell’Antico Testamento, o dalle maledizioni espresse in alcuni Salmi, per non parlare dei miracoli che implicano cose che ci sembrano impossibili.

Ci sono difficoltà obiettive (anche se non le dobbiamo sopravvalutare), spesso però le difficoltà sorgono perché la concezione del mondo moderna che ci hanno inculcato si scontra con un modo diverso di vedere le cose. Allora, più che essere critici verso la Bibbia, dovremmo essere critici verso noi stessi e delle contestabili idee che ci hanno influenzato e che vorrebbero tenerci lontano da Dio. Allora dovremmo provare a cambiare la nostra prospettiva. Cambiare la prospettiva nella quale guardiamo alle cose è un aspetto della conversione a cui Dio ci chiama, la conversione anche della nostra mente. Pietro predicava dicendo: “Ravvedetevi dunque e convertitevi, affinché i vostri peccati siano cancellati, e perché vengano dei tempi di refrigerio dalla presenza del Signore” (Ati. 3:19).

Bisogna per altro anche dire che qualsiasi impresa che in questo mondo valga la pena di affrontare, implica sempre difficoltà di varia natura. Le difficoltà non scoraggiano la persona seria, impegnata, e determinata ad arrivare ad un certo obiettivo, anzi, costituiscono una sfida da raccogliere. Le difficoltà che incontra chi vuole scalare, ad esempio, una montagna, non gli fanno dire: “No, l’impresa è impossibile”, ma lo stimolano ad affrontarla, studiando le caratteristiche di quelle difficoltà ed il modo per venirne a capo. Difficoltà non significano errore o impossibilità.

Il messaggio di fondo della Bibbia è facile ed accessibile a tutti, ma i suoi tesori a nostra disposizione sono molti e vale la pena di scavare per raggiungerli, e certamente scavare è impegnativo.

Lo studioso tedesco della Bibbia, Neander, nella prefazione alla sua “Vita di Cristo” scrive: “Dio rivela Sé stesso nella Sua Parola tanto come fa nelle Sue opere. In tutt’e due troviamo sia un Dio che si rivela che un Dio che si nasconde, il quale vuol farsi conoscere solo a coloro che Lo cercano diligentemente; in tutt’e due troviamo sia cose che stimolano la nostra fede, sia cose che la mettono a dura prova; apparenti contraddizioni la cui armonia è nascosta, eccetto per colui che vi si applica con rispetto. In altre parole: è legge della rivelazione stessa che, nel riceverla, il cuore dell’uomo venga messo alla prova. Come per la vita del corpo, così per la vita spirituale, è stabilito che l’uomo debba guadagnarsi il pane con il sudore della sua fronte”.[3]

Lo stesso vale per la via della salvezza. Gesù disse: “Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono coloro che entrano per essa. Quanto stretta è invece la porta e angusta la via che conduce alla vita! E pochi sono coloro che la trovano!” (Matteo 7:13,14).

Quando troviamo delle difficoltà dobbiamo essere pienamente persuasi che una risposta adeguata esiste, anche se non l’abbiamo ancora trovata. L’ingegnere aerodinamico potrebbe non comprendere come possa volare un grosso calabrone, un bombo, eppure ha fiducia che vi deve per forza essere una spiegazione adeguata perché di fatto vola! Possiamo avere piena fiducia che l’Autore divino ha preservato da errori l’autore umano di ciascun libro della Bibbia.

Ci è d’aiuto nella comprensione il verificare traduzioni differenti, la consultazione di buoni commentari, il confronto con brani paralleli e certamente l’attenta analisi del testo nel suo contesto, ecc. – Esistono libri consultabili come “L’Enciclopedia delle difficoltà della Bibbia”[4], i quali ci possono essere molto utili per chiarire punti oscuri del testo biblico.

Di una cosa, però, dobbiamo però essere del tutto persuasi: la Bibbia non è un’opera umana fallibile, ma inerrante Parola di Dio. Se la Bibbia è veramente Parola di Dio, come disse Gesù, allora dovrà essere trattata con rispetto, fiducia e completa ubbidienza. A differenza di qualsiasi altro libro conosciuto dall’uomo, le Scritture ci provengono da Dio, e in esse noi siamo messi a confronto con il Dio vero e vivente. Quando non siamo in grado di comprendere le vie di Dio o le Sue parole, dobbiamo inchinarci di fronte a Lui con umiltà ed attendere con pazienza che Egli ci liberi da quelle difficoltà o dalle nostre prove, come gli ritenga più appropriato. C’è molto poco che Dio non voglia a lungo non far comprendere al cuore ed alla mente di un vero credente, il cui cuore sia sottomesso a Lui.

Amare la parola di Dio

La più grande difficoltà, però, che sussiste quando affrontiamo la Bibbia, non è la Bibbia, ma noi stessi. Il Salmo n. 1 parla dell’uomo che può considerarsi beato. Chi è? E’ l’uomo “il cui diletto è nella legge dell'Eterno, e sulla sua legge medita giorno e notte” (Salmi 1:2). Ecco un uomo che davvero ama la Bibbia. Ecco un modo molto pratico per verificare quanto una persona davvero sia cristiana, non solo che essa abbia la corretta concezione delle Scritture, ma che le legga diligentemente ogni giorno, che oda ogni domenica predicazioni ad esse fedeli, ma più di tutto che le ami, che sia davvero innamorata della Bibbia. Quale rapporto abbiamo noi con la Bibbia?

Non è forse vero che talvolta preferiamo altra letteratura e prendiamo maggiore piacere a leggere qualche altro libro, anche cristiano, un romanzo oppure una biografia? E’ possibile, invece, trarre piacere dalla lettura della Bibbia? Uno dice: “Studio la Bibbia perché devo farlo, perché è il cibo della mia fede, perché è parte della mia disciplina giornaliera, ma trarne piacere è altra cosa”. Ecco così che separiamo l’idea di piacere dalla lettura della Parola di Dio. Per il piacere ci rivolgiamo altrove, ed alla Parola di Dio andiamo per senso di dovere, disciplina ed informazione. Prima ancora di essercene resi conto, cessiamo di “aver diletto” nella legge dell’Eterno, come faceva il Salmista.

Dobbiamo riscoprire “il piacere” della comunione con Dio, il piacere della preghiera, il piacere della meditazione della Parola di Dio. Per i credenti di cui la Bibbia testimonia la loro fede è anche un piacere. Il fine della vita umana, come dice la Confessione di fede di Westminster, è dare gloria a Dio e gioire nella Sua presenza. Il salmista considera la meditazione della Bibbia la sua attività preferita. Quando ha tempo lo troverete a leggere la Bibbia ed a meditare su di essa. Egli riflette sulla legge di Dio. Egli ama la Bibbia! Quando ne termina la lettura Egli la tiene stretta al petto come espressione di affetto. La Parola infallibile di Dio lo affascina. Non si stanca mai di essa. E’ costantemente colpito dalle evidenze della sua ispirazione, della meravigliosa accuratezza di ogni sua parola, della complessità di molte sue affermazioni, delle sue idee profonde, persino dell’uso notevole che fa delle preposizioni. E’ commosso dai dettagli della sua lingua. La Scrittura lo prende completamente. Quello che abbiamo il privilegio di tenere in mano e di soppesare è un’opera davvero meravigliosa. E’ una delle prove tangibili che Dio esiste, che Dio “è”. E’ la grande prova della realtà di Dio. Noi adoriamo l’Iddio che ha ispirato quel libro. Il cristiano è innamorato della Parola di Dio.

Teniamoci dunque stretti alla confessione dell’inerranza della Scrittura checché ne dicano i “sapienti” di questo mondo. Che l’infallibilità di Cristo ci porti a quella confessione quando noi ci sottomettiamo a Lui come nostro Signore e Dio. Allora noi stessi faremo eco alle Sue parole che la Scrittura è verace, che “La Tua Parola è verità”.

Non ci fermeremo però certo qui. Satana, il nemico di Dio, sa molto bene che la Bibbia è Parola di Dio. I demoni sono molto ortodossi, sanno che la Sua Parola è verità. Non esistono demoni modernisti. Satana conosce la verità, ma non per questo cessa di esserle nemico, anzi, farà di tutto per confondere la gente e per far vacillare la loro fede in essa. Noi dobbiamo fare di più. Dobbiamo amare la Parola di Dio e trovare in essa la nostra gioia. Il popolo di Dio è chiamato ad amare sempre di più la Bibbia fintanto che incontreremo un giorno personalmente Colui che già ci parlava attraverso le sue pagine durante tutta la nostra vita.

Paolo Castellina, 29 maggio 2014, riproposizione di una predicazione del 5 febbraio 2000 . Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione Nuova Diodati, ediz. La Buona Novella, Brindisi, 1991. Predicazione tratta da un sermone di Geoffrey Thomas: “Trusting the Infallibile Word” del 15.6.1999, in: http://www.alfredplacechurch.org.uk/?page_id=3597

Letture supplementari

    • 1. Salmo 119:65-72.

    • 2. Gesù prega per i Suoi discepoli. In questa preghiera Gesù afferma di aver affidato loro la Sua Parola, affinché la conservino e la ritrasmettino inalterata (Gv. 17:9-26).

    • 3. Contro gli empi e falsi dottori che si insinuano in mezzo al popolo di Dio, l’apostolo Giuda, fratello di Giacomo, esorta a combattere strenuamente per la fede una volta per sempre trasmessa ai santi: Giuda 3-19.

Note

    • [1] “Perché chi si vergognerà di me e delle mie parole, in mezzo a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo, con i santi angeli” (Marco. 8:38).

    • [2] “Non si vendono forse due passeri per un soldo? Eppure neanche uno di loro cade a terra senza il volere del Padre vostro” (Matteo 10:29).

    • [3] Citato da John W. Haley, “Alleged Discrepancies of the Bible”, Grand Rapids, Michigan: ripubblicato dalla Baker Book House, 1989, p. 1.

    • [4] Gleason L. Archer, Encyclopaedia of Bible Difficulties, Grand Rapids, Michigan: Zondervan Publishing House, 1982.