Genesi 3:1-6

Un complotto coronato da successo?

Sintesi: Esistono complotti segreti di grande scaltrezza a livello planetario per far andare le cose in un certo modo? Se ne teorizzano oggi diversi e ad opera di agenzie altrettanto variegate di natura politica e religiosa. Vi è chi deride chi ne parla e sicuramente il complottismo può essere patologico. Certo è che molte sono le forze che si contendono il dominio di questo mondo attraverso abili manipolazioni e che non se ne fanno scrupolo alcuno. C’è però un complotto di natura spirituale molto più di base che mira ad allontanare l’umanità da Dio e dalle sue leggi per rovinarla così completamente. Ne parla ampiamente la Bibbia tracciandolo fin dai tempi più remoti. Ne parliamo quest’oggi riflettendo sul testo di Genesi 3:1-6.

Un mondo “finalmente” senza Dio?

Un mito che in molti ambienti oggi resiste ancora è che di Dio non ne abbiamo alcun bisogno perché ormai “ce la sappiamo cavare benissimo da soli”. In ogni caso, Dio sarebbe solo, a dire di alcuni, una finzione, un costrutto umano che poteva essere forse conveniente in altri tempi ma che, di fatto, impedirebbe “la piena maturità” dell’essere umano e sarebbe “di ostacolo al progresso”. Si accompagna in questa prospettiva. la negazione dell’esistenza di una legge morale oggettiva ed assoluta stabilita da Dio perché, si dice, “le leggi ce le diamo noi stessi” a seconda delle circostanze e della convenienza. Resiste oggi poi anche il mito del progresso e dell’evoluzione, secondo il quale, una volta addomesticata la religione e alla fine liberandocene, ci evolveremmo come umanità, comunità globale, attraverso l’ulteriore sviluppo della scienza e della tecnica, verso “stadi sempre più avanzati”. Tutti questi sono miti ancora oggi ampiamente diffusi, celebrati e cantati da coloro che si considerano “i progressisti” che, nel frattempo, pure si impegnano nella dura lotta contro “le forze reazionarie” che a loro si contrappongono. Dicono di essere sicuri di vincere persuasi dell’ineluttabilità del “progresso” in cui credono.

In questo punto di vista, però, non c’è nulla di “moderno” - non è nulla di nuovo - perché il tentativo dell’uomo di essere Dio e legge a noi stessi lo ritroviamo in tutta la storia, e la Bibbia lo registra sin dai tempi più antichi per riproporsi pari pari in ogni generazione. Di fatto è “qualcuno” che ha istigato e che ancora promuove, senza alcun risparmio di mezzi, l’allontanamento dell’umanità dal suo Creatore e dalle leggi che ha stabilito per il suo governo, prospettandoci, ingannevolmente, “i piaceri della libertà”, l’essere finalmente “felici e realizzati”.

A molti oggi non piace di udire della presenza di un tale complotto su scala planetaria, complotto che insistentemente negano deridendone l’idea stessa. Di fatto questo complotto si nutre della stessa sua negazione. Ben lungi dal realizzare libertà e felicità, il proposito ultimo che quel “qualcuno” si propone è sostituirsi a Dio e causare la rovina del creato, in modo particolare, dell’umanità, corrompendola, alienandola, asservendosela a sé ed alla fine causandone la rovina. Le sue parole suadenti si continuano ad udire costantemente - per chi ha orecchie per discernerle. Come scrive l’apostolo Pietro di coloro che a quelle ambizioni sono al servizio: “Con discorsi pomposi e vuoti adescano, mediante i desideri della carne e le dissolutezze, (...) promettono loro la libertà, mentre essi stessi sono schiavi della corruzione, perché uno è schiavo di ciò che lo ha vinto” (2 Pietro 2:18-19).

Questo “complotto planetario” da sempre è rivelato e denunciato dalla Bibbia. È attraverso questa rivelazione che, infatti, Dio salva il suo popolo dotandolo degli strumenti di cui ha bisogno per identificarlo e contrastarlo. Nella Bibbia Dio lo fa attraverso molti insegnamenti diversi che pure prendono la forma di racconti come quello che analizzeremo quest’oggi. Si tratta del racconto della tentazione in cui cadono i nostri progenitori Adamo ed Eva e della conseguente rovina di tutta l’umanità, che da loro discende.

La trappola in cui è caduta l’umanità

Sono ben consapevole come il seguente racconto sia considerato oggi per lo più come una favola e non sia preso sul serio. Dio, però, ha scelto di rivelarci la realtà dei fatti attraverso di esso. Non solo, quindi, come tale noi lo rispettiamo senza metterlo in questione, ma l’esperienza stessa ci conferma come ciò di cui ci parla si ripeta costantemente sotto i nostri occhi. Se qualcuno che mi sta ascoltando o leggendo crede che questo racconto della Genesi sia “una favola scarsamente utile”, lo invito a provare a lasciare da parte questo pregiudizio per leggerlo con la mente aperta lasciando che Dio gli parli attraverso di esso. Dargli fiducia significa non solo aprire gli occhi sulla realtà dei fatti, ma fornirsi degli strumenti che ci servono per proteggerci dagli innumerevoli inganni che l’avversario di Dio perpetra nei nostri confronti e comprendere l’entità della salvezza che Dio, nella sua grazia, ci provvede in Cristo Gesù. Leggiamo allora, nel libro della Genesi, al capitolo 3 dal versetto 1 al 6: la tentazione di Adamo ed Eva.

“Il serpente era il più astuto di tutti gli animali dei campi che Dio il SIGNORE aveva fatti. Esso disse alla donna: «Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?». La donna rispose al serpente: «Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; ma del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete"». Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male». La donna osservò che l'albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e che l'albero era desiderabile per acquistare conoscenza; prese del frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito, che era con lei, ed egli ne mangiò" (Genesi 3:1-6).

Il ruolo di Satana

Chi è quel “qualcuno” di cui parlavamo prima e che si è proposto di allontanare la creatura umana da Dio, per rovinarla ed alla fine distruggerla? Chi è che la induce ad allontanarsi dal suo miglior bene nell’illusione di potere essere Dio a sé stessa? La Bibbia lo chiama nel modo in cui ne parla il libro dell’Apocalisse, vale a dire: “il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo” (Apocalisse 12:9).

Spesso oggi succede che quando si parla del diavolo si sia accusati di sostenere concezioni “medioevali” e superstiziose indegne dei nostri “illuminati” tempi, tanto che viene persino considerato “di cattivo gusto” il solo parlarne e lo si mette in ridicolo. Questo atteggiamento, di fatto, equivale però per noi solo a dimostrare quanto molti siano caduti vittima proprio delle strategie di queste forze spirituali insidiose che, ingannando, hanno buon gioco a dissimulare la loro reale entità, riuscendo così ad operare indisturbate. Sulla realtà del diavolo, contro il quale combatteva, il Signore e Salvatore Gesù Cristo non mentiva e non raccontava “favole” come se la cosa da parte sua fosse stata solo “uno strumento didattico”. Oggi tanti pensano di saperla più lunga di Gesù stesso, ma di fatto si rivelano del tutto impotenti a contrastare queste forze, come con successo faceva Gesù, anzi, ne sono facile preda.

La Parola di Dio è chiara ed esplicita a questo riguardo e faremmo bene a prenderla sul serio. Satana è un’entità spirituale reale che guida “forze spirituali della malvagità” (Efesini 6:1-2) che operano nella nostra realtà e dalle quali dobbiamo difenderci con gli strumenti che Dio ci mette a disposizione. Inducendo le creature umane ad allontanarsi da Dio e dalla sua legge, esse ne pregiudicano la vita, le rovina, le uccide. Infatti, Gesù stesso descrive Satana come “bugiardo ed omicida” (Giovanni 8:44).

Il racconto dice che Satana si presenta a Eva sotto le sembianze di un serpente. Non sappiamo di che cosa esattamente potesse trattarsi. È inutile specularci sopra. Ci basti sapere che la sua apparenza era non tale da incutere spavento, ma che fosse qualcosa di affascinante che poteva ben essere scambiato per un messaggero di Dio e trarre in inganno. L’apostolo Paolo scrive: “Non c’è da meravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce” (2 Corinzi 11:14). La cosa non è diversa oggi: non si è tentati al male ed all’illecito da ciò che è spaventoso e repulsivo (sennò ne fuggiremmo), ma da ciò che ingannevolmente promette vantaggi e piaceri.

Le abili strategie dell’avversario di Dio

Nel racconto biblico, la persona tentata per prima è la donna. In effetti, in quel momento Eva si trova da sola, lontana da Adamo, ma vicino a ciò che Dio aveva proibito, La Scrittura esorta l’uomo ad avere particolare riguardo della donna e ad onorarla “come ad un vaso più delicato” o “debole” (1 Pietro 3:7). Adamo, però, l’aveva lasciata sola in un momento difficile rendendola così più esposta al pericolo. Infatti, ci sono tentazioni alle quali la solitudine sembrano molto vantaggiose: ecco perché la comunità cristiana, la comunione fraterna. rimane importante. Essa dà maggiore forza e sicurezza. Iddio aveva detto: “Non è bene che l’uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui” (Genesi 2:18).

Notiamo pure come Satana tragga vantaggio di trovare Eva vicino all’albero che era stato proibito. Probabilmente i suoi frutti avevano suscitato curiosità in Eva. Per non essere tentati di fare ciò che per il nostro bene Dio ci proibisce, infatti, bisogna stare lontani da ciò che ci potrebbe far cadere in tentazione, evitarlo, non passarvi accanto. La Scrittura dice: “Non entrare nel sentiero degli empi e non t'inoltrare per la via dei malvagi; schivala, non passare per essa; allontanatene, e va' oltre” (Proverbi 4:14-15). Ciò che è peccato spesso è attraente ed affascinante.

Notiamo, poi, come Satana tenti Eva affinché lei, a sua volta, tenti Adamo. Nella Bibbia troviamo pure Giobbe che viene tentato da sua moglie (Giobbe 2:8), e Cristo stesso da Pietro. Quando Pietro propone a Gesù di evitare la dura via della croce, Gesù gli dice: “Vattene via da me, Satana! Tu mi sei di scandalo. Tu non ha il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini” (Matteo 16:23). È la strategia di Satana quella di tentarci attraverso persone insospettabili, attraverso coloro che ci sono più vicini e che meglio ci potrebbero influenzarci.

Le tentazioni sono spesso molto forti

La Parola di Dio ci mette sovente in guardia contro le tentazioni di fare ciò che Dio non ci consente e per buoni motivi: “affinché non siamo raggirati da Satana: infatti non ignoriamo le sue macchinazioni” (1 Corinzi 2:11), dice l’Apostolo. Essa ci parla delle “profondità di Satana” (Apocalisse 2:24) che non conosciamo, e ci esorta ad indossare “la completa armatura di Dio, affinché possiamo stare saldi contro le insidie del diavolo” (Efesini 6:11).

I casi più grandi di tentazioni sono quelle rivolte non solo ad Adamo, ma anche al “secondo Adamo”, il Cristo (Matteo 4). Gesù vi resiste, ma non Adamo. Se Satana ha successo con Adamo ed Eva, che pure non avevano allora corruzioni a cui appigliarsi, pensate a quanto egli lo possa fare con noi, con il cuore ingannevole che abbiamo!

Ciò a cui Satana mirava era di persuadere Eva a staccare dall’albero il frutto proibito e mangiarlo e, per fare questo, aveva usato lo stesso metodo che usa ancora oggi, cioè mettere in questione per giustificare la sua trasgressione che quella proibizione sia veramente peccato, e che di fatto, facendolo, se ne possa trarre molto vantaggio.

Dice alla donna, confondendo apposta la questione: “Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?” (1). Satana non scopre le sue reali intenzioni, ma fa una domanda apparentemente innocente: “È vero ciò che ho sentito, che Dio vi ha proibito di mangiare tutta la frutta che c’è nel giardino?”. Comincia così una discussione sull’interpretazione ed il merito della Parola di Dio. Questa discussione sarebbe stato più saggio nemmeno iniziarla, soprattutto per la facilità che abbiamo di cavillare con le parole e giustificare qualunque cosa.

Satana esagera l’ampiezza di un comandamento di Dio per farlo apparire ingiusto od irragionevole. Deridere “l’insensatezza” di certi comandamenti di Dio dando di loro un’immagine sbagliata, infatti, è una tattica molto comune che, come dice la Scrittura, sarà molto comune negli ultimi tempi. Pietro, infatti, ci ammonisce e di dice: “Sappiate questo, prima di tutto: che negli ultimi giorni verranno schernitori beffardi, i quali si comporteranno secondo i propri desideri peccaminosi” (2 Pietro 3:3). Ciò a cui Satana mira fin dall’inizio è di rendere discutibili i comandamenti di Dio. La furbizia di Satana è quella di distruggere la reputazione della Legge di Dio rendendola incerta oppure irragionevole e così spingere a trasgredirla e quindi a peccare. È dunque, da parte nostra, molto saggio credere fermamente alla bontà dei comandamenti di Dio ed averne il massimo rispetto. “Quello che Dio stabilisce nei suoi Comandamenti è per il mio bene. Con la sua grazia mi atterrò a questo, qualunque cosa in contrario i suggerisca il tentatore!”.

Mai discutere con il tentatore!

In risposta alla domanda del tentatore, la donna gli rende conto, in modo pieno e chiaro della legge a cui dovevano sottostare: «Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; ma del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete"» (2-3). Eva non avrebbe dovuto mettersi a discutere col tentatore. Avrebbe dovuto percepire la sua malafede. Avrebbe solo dovuto rispondere come aveva fatto Gesù: “Vattene via da me, Satana! Tu mi sei di scandalo!”.

La sua curiosità e sorpresa, però, lo induce a continuare la discussione. È pericoloso venire a patti con la tentazione: deve essere solo respinta senza riserve e con orrore. La Scrittura dice: “Vattene lontano dallo stolto: sulle sue labbra certo non hai trovato scienza” (Proverbi 14:7). Eva avrebbe dovuto considerare la grande libertà che Dio aveva loro accordato, e non certo un qualche suo limite come un’intollerabile limitazione! Avrebbe dovuto rispondere: “Possiamo ben mangiare della maggior parte dei frutti del giardino. Iddio ci ha concesso una grande abbondanza e varietà d’altri frutti”. Per non sentirci imbarazzati dei limiti che ci pongono le regole dateci da Dio, è spesso utile considerare le libertà ed conforto che ci assicurano.

Eva avrebbe dovuto dire: “Iddio ha detto così ed ho fiducia che Dio ha fatto la cosa giusta nel darci questa proibizione, perché l’ha fatto per un buon motivo, per il nostro bene. Il comandamento non è troppo restrittivo. L’ha fatto per proteggerci e per impedirci gravi danni alla nostra persona, persino per evitarci la morte. Ho fiducia in Dio ed intendo rimanergli fedele. Non ho alcun dubbio sulla bontà e l’amore, ampiamente dimostrata, del nostro Creatore”. Una fede incerta dà molti vantaggi al tentatore.

Il tentatore, però, insiste, insinuando in Eva il dubbio sulla bontà e sulle buone intenzioni del Creatore, come se le sue minacce ed avvertimenti non avessero base alcuna. “Non è certo che davvero morirete, anzi, ve lo vuole solo far credere per mettervi paura e coprire così un inconfessato suo interesse”. Ecco, così, che Satana si sforza di scuotere ciò che non può sovvertire, ed invalida la forza delle minacce di Dio, mettendone in questione la certezza. Solo quando ha insinuato il dubbio sulla verità e certezza della Parola di Dio, potrà aprire la porta della disubbidienza. Aveva cominciato a mettere in questione il precetto (1), ma vedendo che la donna vi si atteneva, cambia la sua strategia ed attacca la realtà delle minacce di Dio. Satana attacca dove vede punti deboli.

“No, non morrete affatto” (4), era chiaramente una menzogna, perché era contraria alla certezza della Parola di Dio ed alla incontestabile veridicità del carattere di Dio: “Sia Dio riconosciuto veritiero ed ogni uomo un bugiardo” (Romani 3:4). Inoltre, era contraria a ciò che Satana ben sapeva. Satana si era già ribellato, infatti, al suo Creatore ed aveva pagato cara la cosa; eppure egli dice ai nostri progenitori che quanto Dio afferma e proclama è solo una vuota minaccia, senza reali conseguenze! Satana, così, nasconde la sua miseria, conseguenza della sua ribellione primigenia, per potervi trascinare pure la creatura umana. Dice loro che peccare, trasgredire la legge di Dio, non comporterebbe conseguenze, ma Dio, quando dice qualcosa non scherza, non lo fa tanto per dire. Non è come quei genitori che minacciano ai loro figli sanzioni che non hanno comunque veramente intenzione di mettere in atto. Dice la Parola: “Il salario del peccato è la morte” (Romani 6:23). La speranza di rimanere impuniti e la presunzione magari di un perdono a buon mercato, è un grande sostegno dell’iniquità. La giustizia di Dio, però, è sempre eseguita. Questo principio vale anche quando Dio perdona il peccatore pentito, perché sappiamo che questo può avvenire perché le conseguenze penali del suo peccato se l’è assunte il Cristo a suo posto.

I “grandi vantaggi” proposti

Il tentatore, infine, promette ad Eva grandi vantaggi, se solo si comporterà diversamente da come era stato loro detto. Non solo, disubbidendo non perderanno, ma ci guadagneranno! Così fa intendere il tentatore: “Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male” (5). Egli dice loro che se Adamo ed Eva gli daranno retta, potranno guadagnare tantissimo, più di quanto mai si sarebbero aspettati! Satana non li avrebbe persuasi a correre il rischio di rovinare sé stessi se non avesse loro suggerito la grande probabilità (fallace) di migliorare ancora di più la loro posizione!

Satana non propone loro solo gratificazioni materiali, ma anche soddisfazioni intellettuali. Questa era “l’esca” sotto la quale si celava l’amo. “I vostri occhi si apriranno, avrete molto più potere e piacere di oggi. Amplierete ancora di più le vostre prospettive. Voi ora non vedete abbastanza lontano come lo faccio ora io che vedo la vostra gloria futura. Sarete come dèi, non solo onniscienti, ma anche onnipotenti! Sarete come Dio stesso, uguali a lui. Potrete rivaleggiare con lui, sarete sovrani e non più sudditi, autonomi e non più dipendenti”. Che suggerimento assurdo e privo di senso!

“Voi conoscerete tutto ciò che è desiderabile conoscere”. Per sostenere questa parte della tentazione, Satana abusa del nome stesso di quell’albero, inteso ad insegnare conoscenza pratica del bene e del male, cioè del dovere e dell'obbedienza. Ne perverte il senso. Il senso del nome di quell’albero è che, trasgredendo, ne avessero assaggiato gli amari frutti, il male che ne sarebbe conseguito, lo avrebbero “conosciuto”. Satana ne torce il significato, dicendo che, se ne avessero mangiato, esso avrebbe impartito loro conoscenza speculativa della natura del bene e del male. Satana, così, vuole generare in loro insoddisfazione per la loro attuale condizione, come se già non fosse per loro la migliore possibile, e poi suscita le loro ambizioni più elevate: “Sarete degni di essere dèi”. Satana aveva già rovinato sé stesso desiderando di essere come l’altissimo: “...salirò sulla sommità delle nubi, sarà simile all’Altissimo” (Isaia 14:14) e così infetta i nostri progenitori affinché anch’essi siano rovinati. Egli insinua che Dio non ha buone intenzioni nei loro riguardi: “Dio si rende conto quanto avanzerete se gli negate la vostra ubbidienza. Egli vi ha dato quella proibizione in mala fede”. Tutto questo è un grave affronto a Dio, la più grave offesa che gli si possa fare, come se egli temesse la creatura, come se odiasse l’opera delle sue mani e non volesse la felicità di coloro che egli ha formato, come se le sue creature potessero sfuggirgli di mano senza che egli né l’avesse preveduto né che potesse farci qualcosa. Ridicolo.

Conclusione

Era stata una trappola tesa ai nostri progenitori quella di alienare la loro fiducia in Dio e così distaccarli da lui, fonte di ogni bene. Allo stesso modo, Satana ancora oggi attira uomini e donne nelle sue reti ispirando loro pensieri negativi su Dio e coltivando in loro false speranze di benefici e vantaggi trasgredendo i limiti che giustamente e per il loro bene egli aveva loro posto. Il complotto continua. Questa tentazione ha avuto successo e ancora ha successo per molti che in questa trappola ci cascano. Avrà successo finale che spera il nemico di Dio nell’impresa di ingannare e rovinare per sempre l’intera umanità? Potrà frustrare e sconfiggere i propositi di Dio, magari insediandosi lui al posto di Dio? Certo, molti ne saranno irreparabilmente rovinati, ma i propositi di Dio non saranno frustrati. Che Satana (come qualunque altro ideatore di iniqui imperi) possa prevalere è una ridicola e patetica illusione. In realtà Satana lo sa che sarà definitivamente sconfitto e quel che fa è simile ad un leone ferito che, prima di morire, infligge a chi gli sta intorno tutti i danni che gli sono possibili.

Prendiamo coscienza di tutto questo e soprattutto cogliamo l’ancora di salvezza che Dio provvede per noi in Gesù Cristo. Uniti per grazia al popolo eletto di Dio testimonieremo della bontà di ciò che Dio ha stabilito e dell’inganno e del fallimento di chi crede di poterne fare a meno ed avversarlo.

La Scrittura dice: “Resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi” (Giacomo 4:7), ed ancora: “Ma voi, carissimi, edificando voi stessi nella vostra santissima fede, pregando mediante lo Spirito Santo, conservatevi nell'amore di Dio, aspettando la misericordia del nostro Signore Gesù Cristo, a vita eterna. Abbiate pietà di quelli che sono nel dubbio; salvateli, strappandoli dal fuoco; e degli altri abbiate pietà mista a timore (...). A colui che può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire irreprensibili e con gioia davanti alla sua gloria, al Dio unico, nostro Salvatore per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, siano gloria, maestà, forza e potere prima di tutti i tempi, ora e per tutti i secoli. Amen” (Giuda 20-25).

Rielaborazione del 27/2/2017 della predicazione del 13/2/2005.